Tra la fine del VI e la prima metà del VII secolo, in conseguenza dell’avanzata longobarda dal ducato di Benevento, la provincia bizantina della Campania, cadute Capua e Salerno, si restrinse nei limiti dei centri costieri di Gaeta, Napoli, Sorrento ed Amalfi con il loro immediato retroterra. Non cessò tuttavia lo stato di perenne conflitto, per non dire di perpetua guerra, nel quale gli abitanti delle costiere amalfitana e sorrentina furono costretti a vivere anche successivamente, in quel periodo, intorno al Mille, in cui la pressione iniziale dei primi secoli della conquista longobarda e le endemiche incursioni saraceniche si erano in qualche modo attenuate e non ancora si era delineata la minaccia normanna, che doveva nuovamente sconvolgere il sistema politico dell’Italia meridionale. Da questa condizione di vita prese origine e si spiega la struttura militare, detta dai giuristi stratocrazia, che si dette tutta la società medievale in genere e in particolare sia i ducati romanico-bizantini della costa sia le signorie longobarde dell’interno della Campania. È questo il caso di Amalfi, dove le famiglie comitali di origine militare formarono fin dalle origini l’oligarchia dominante ed esercitarono il potere attraverso magistrature elettive, a metà del IX secolo già diventate autonome, e si distaccarono dal magister militum duca di Napoli fino a quando, nel secolo successivo, non si affermerà il principio dinastico e i discendenti di Musco comes governeranno in successione, in un momento in cui il loro potere acquista anche prestigio economico. Il loro potere durerà comunque almeno fino alla conquista normanna del Mezzogiorno. Un non diverso processo di costituzione in stato si verificò sul versante occidentale della penisola in cui Sorrento, sia pure in una successione meno definita di tempi, estese la sua giurisdizione nel territorio costiero fra Massa Publica (Massa Lubrense) Planities (Piano) Massa Aequana (Vico Equense) fino a Stabia. Ultima fra le signorie locali ad affermarsi nella successione ereditaria subentrata ai “prefecti et fortiores”, attestati nel ducato di Sorrento nei secoli IX e X, la dinastia ducale, insediatasi con il favore normanno, fa capo ad un duca anonimo documentato dal 1027 cui, nel corso del secolo XI, seguirono un Sergio I e un Sergio II. Le vicende politiche, come altrove, anche nei due ducati costieri influenzarono le forme del poter locale, fino a quando le due realtà saranno assorbite nell’unità del regno, premesso che la presa di possesso da parte dei Normanni sarà provocata soprattutto dalla politica del principe di Salerno Gisulfo II e dalle scelte del Papato riformatore.

Istituzioni civili e sistema politico nei ducati di Amalfi e Sorrento (secc: VI-XII)

SANGERMANO, Gerardo
2005-01-01

Abstract

Tra la fine del VI e la prima metà del VII secolo, in conseguenza dell’avanzata longobarda dal ducato di Benevento, la provincia bizantina della Campania, cadute Capua e Salerno, si restrinse nei limiti dei centri costieri di Gaeta, Napoli, Sorrento ed Amalfi con il loro immediato retroterra. Non cessò tuttavia lo stato di perenne conflitto, per non dire di perpetua guerra, nel quale gli abitanti delle costiere amalfitana e sorrentina furono costretti a vivere anche successivamente, in quel periodo, intorno al Mille, in cui la pressione iniziale dei primi secoli della conquista longobarda e le endemiche incursioni saraceniche si erano in qualche modo attenuate e non ancora si era delineata la minaccia normanna, che doveva nuovamente sconvolgere il sistema politico dell’Italia meridionale. Da questa condizione di vita prese origine e si spiega la struttura militare, detta dai giuristi stratocrazia, che si dette tutta la società medievale in genere e in particolare sia i ducati romanico-bizantini della costa sia le signorie longobarde dell’interno della Campania. È questo il caso di Amalfi, dove le famiglie comitali di origine militare formarono fin dalle origini l’oligarchia dominante ed esercitarono il potere attraverso magistrature elettive, a metà del IX secolo già diventate autonome, e si distaccarono dal magister militum duca di Napoli fino a quando, nel secolo successivo, non si affermerà il principio dinastico e i discendenti di Musco comes governeranno in successione, in un momento in cui il loro potere acquista anche prestigio economico. Il loro potere durerà comunque almeno fino alla conquista normanna del Mezzogiorno. Un non diverso processo di costituzione in stato si verificò sul versante occidentale della penisola in cui Sorrento, sia pure in una successione meno definita di tempi, estese la sua giurisdizione nel territorio costiero fra Massa Publica (Massa Lubrense) Planities (Piano) Massa Aequana (Vico Equense) fino a Stabia. Ultima fra le signorie locali ad affermarsi nella successione ereditaria subentrata ai “prefecti et fortiores”, attestati nel ducato di Sorrento nei secoli IX e X, la dinastia ducale, insediatasi con il favore normanno, fa capo ad un duca anonimo documentato dal 1027 cui, nel corso del secolo XI, seguirono un Sergio I e un Sergio II. Le vicende politiche, come altrove, anche nei due ducati costieri influenzarono le forme del poter locale, fino a quando le due realtà saranno assorbite nell’unità del regno, premesso che la presa di possesso da parte dei Normanni sarà provocata soprattutto dalla politica del principe di Salerno Gisulfo II e dalle scelte del Papato riformatore.
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