La monografia indaga le reazioni che una parte rappresentativa della scienza giuspubblicistica di età weimariana maturò dinanzi alla crisi della Staats- und Staatsrechtslehre ottocentesca all'indomani del primo dopoguerra e, in particolare, del proprio fondamento ovvero il principio di unità politica – intesa come unità e coesione del popolo nella forma della statualità – e giuridica – intesa come unità già disciplinata dal diritto e capace di assicurare certezza e prevedibilità delle manifestazioni dello Stato e dei suoi rapporti con i cittadini. L'analisi si snoda in quattro capitoli, di cui il primo è dedicato ad evidenziare le lontane ascendenze savignyane della giuspubblicistica ottocentesca e, più specificamente, il dispositivo teorico che essa elaborò per rendere l'unità politica – ovvero l'organicismo –, con i suoi pregi – la straordinaria produttività giuridico-dogmatica – e i suoi limiti – il suo carattere progressivamente finzionale ed irrealistico. Nei tre capitoli successivi si prendono in esame le risposte alla crisi della medesima da parte di tre esponenti della giuspubblicistica weimariana, concentrando l'attenzione, da un lato, sull'apparato concettuale dispiegato da ciascuno degli autori presi in considerazione per rendere la categoria della statualità e, dall'altro lato, sulla fecondità giuridico-dogmatica legata alle rispettive proposte teoriche, non tralasciando di evidenziare le reciproche differenze, in alcuni casi rimarchevoli. Nel II capitolo, dopo aver illustrato i principali assunti metodologici adottati da Rudolf Smend, viene messo a fuoco il concetto che, secondo tale interprete, ha il compito di realizzare l'unità politica e giuridica dello Stato ovvero l'integrazione. Di esso vengono indicate, innanzitutto, le connessioni con altri importanti concetti del lessico giuspolitico europeo quali 'decisione', 'rappresentanza' e 'sovranità'; successivamente, la sua funzione nella dialettica tra Stato e costituzione e, infine, le sue conseguenze circa il ruolo del diritto e i compiti della dottrina giuridica, sottolineando soprattutto la svalutazione del fattore giuridico condotta da questo autore, molto più attratto dall'esigenza di ricostituire una unità politica sostanziale ovvero ricca di riferimenti assiologici. Nel III capitolo è analizzata la posizione di Hermann Heller, a cominciare dall'impianto metodologico, che rappresenta la principale chiave di comprensione della ricchezza della sua proposta, quanto delle contraddizioni cui va incontro. Di questo autore si pone in evidenza la visuale fortemente articolata dell'unità statale, che, attraverso la nozione di organizzazione, ha il compito di tenere insieme una molteplicità di problematiche non agevolmente conciliabili (ad es., legittimazione dello Stato; omogeneità sociale; sovranità). Tra esse notevole importanza è attribuita al diritto, la cui concezione quanto più appare plurale per l'esigenza di abbracciare validità e giustizia, tanto più perde in termini di pratica operatività e di fecondità sotto il profilo dogmatico. Nel IV capitolo, infine, l'attenzione è concentrata su Carl Schmitt e, innanzitutto, sull'accento da questi posto sul concetto di costituzione – rispetto alla categoria della statualità –, che tale giurista declina in senso decisionistico, stante la sua sfiducia nella capacità della società di pervenire spontaneamente all'unità politica. In prosieguo, si evidenzia il dispositivo teorico messo in campo da tale autore per produrre l'unità politica e soprattutto l’insistenza sul carattere squisitamente formale di quest'ultima, che distingue nettamente questo autore rispetto ai precedenti, più sensibili a problematiche assiologiche. Da ultimo si indaga il ruolo del diritto nel processo di formazione dell'unità politica e i suoi riverberi sul piano giuridico-dogmatico, sottolineandone al tempo stesso la produttività ma anche la fragilità, generata da una nozione di unità politica costantemente esposta alla precarietà.

Weimar e l'unità politica e giuridica dello Stato. Saggio su Rudolf Smend, Hermann Heller, Carl Schmitt

BISOGNI, GIOVANNI
2005-01-01

Abstract

La monografia indaga le reazioni che una parte rappresentativa della scienza giuspubblicistica di età weimariana maturò dinanzi alla crisi della Staats- und Staatsrechtslehre ottocentesca all'indomani del primo dopoguerra e, in particolare, del proprio fondamento ovvero il principio di unità politica – intesa come unità e coesione del popolo nella forma della statualità – e giuridica – intesa come unità già disciplinata dal diritto e capace di assicurare certezza e prevedibilità delle manifestazioni dello Stato e dei suoi rapporti con i cittadini. L'analisi si snoda in quattro capitoli, di cui il primo è dedicato ad evidenziare le lontane ascendenze savignyane della giuspubblicistica ottocentesca e, più specificamente, il dispositivo teorico che essa elaborò per rendere l'unità politica – ovvero l'organicismo –, con i suoi pregi – la straordinaria produttività giuridico-dogmatica – e i suoi limiti – il suo carattere progressivamente finzionale ed irrealistico. Nei tre capitoli successivi si prendono in esame le risposte alla crisi della medesima da parte di tre esponenti della giuspubblicistica weimariana, concentrando l'attenzione, da un lato, sull'apparato concettuale dispiegato da ciascuno degli autori presi in considerazione per rendere la categoria della statualità e, dall'altro lato, sulla fecondità giuridico-dogmatica legata alle rispettive proposte teoriche, non tralasciando di evidenziare le reciproche differenze, in alcuni casi rimarchevoli. Nel II capitolo, dopo aver illustrato i principali assunti metodologici adottati da Rudolf Smend, viene messo a fuoco il concetto che, secondo tale interprete, ha il compito di realizzare l'unità politica e giuridica dello Stato ovvero l'integrazione. Di esso vengono indicate, innanzitutto, le connessioni con altri importanti concetti del lessico giuspolitico europeo quali 'decisione', 'rappresentanza' e 'sovranità'; successivamente, la sua funzione nella dialettica tra Stato e costituzione e, infine, le sue conseguenze circa il ruolo del diritto e i compiti della dottrina giuridica, sottolineando soprattutto la svalutazione del fattore giuridico condotta da questo autore, molto più attratto dall'esigenza di ricostituire una unità politica sostanziale ovvero ricca di riferimenti assiologici. Nel III capitolo è analizzata la posizione di Hermann Heller, a cominciare dall'impianto metodologico, che rappresenta la principale chiave di comprensione della ricchezza della sua proposta, quanto delle contraddizioni cui va incontro. Di questo autore si pone in evidenza la visuale fortemente articolata dell'unità statale, che, attraverso la nozione di organizzazione, ha il compito di tenere insieme una molteplicità di problematiche non agevolmente conciliabili (ad es., legittimazione dello Stato; omogeneità sociale; sovranità). Tra esse notevole importanza è attribuita al diritto, la cui concezione quanto più appare plurale per l'esigenza di abbracciare validità e giustizia, tanto più perde in termini di pratica operatività e di fecondità sotto il profilo dogmatico. Nel IV capitolo, infine, l'attenzione è concentrata su Carl Schmitt e, innanzitutto, sull'accento da questi posto sul concetto di costituzione – rispetto alla categoria della statualità –, che tale giurista declina in senso decisionistico, stante la sua sfiducia nella capacità della società di pervenire spontaneamente all'unità politica. In prosieguo, si evidenzia il dispositivo teorico messo in campo da tale autore per produrre l'unità politica e soprattutto l’insistenza sul carattere squisitamente formale di quest'ultima, che distingue nettamente questo autore rispetto ai precedenti, più sensibili a problematiche assiologiche. Da ultimo si indaga il ruolo del diritto nel processo di formazione dell'unità politica e i suoi riverberi sul piano giuridico-dogmatico, sottolineandone al tempo stesso la produttività ma anche la fragilità, generata da una nozione di unità politica costantemente esposta alla precarietà.
2005
88-495-1106-X
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/1059815
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