Questo testo è la versione integrale del contributo presentato dagli autori al Convegno "Luci tra le rocce", organizzato dal Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Università degli Studi di Salerno e tenutosi nella primavera scorsa presso la stessa Università e presso il Castello di Arechi in Salerno, che domina dall'alto del monte Bonadies la città del Principato longobardo. Il Convegno è stato attuato nell'ambito dei Colloqui Internazionali "Castelli e città fortificate", svolti - fin dal 1986 - in varie sedi universitarie italiane e diretti alla conoscenza e valorizzazione del patrimonio dei castelli in Italia e all'Estero. Un patrimonio - è scritto nel programma del Convegno - fatto di "emergenze con valori simbolici, integrate nel territorio di cui hanno finito per assumere un ruolo di riferimento, per le quali non appare più riproponibile 1'originaria funzione (e pertanto) occorre interrogarsi sul come riaccendere le luci tra le loro spesse mura, partendo dalle potenzialità che ad esse derivano dalla singolarità dei rapporti stabiliti nel tempo con i luoghi, con l'uomo e con la memoria". Per contenuti e obiettivi il presente studio si colloca, quindi, nell'area del recupero e della valorizzazione. Specificamente è finalizzato alla definizione di un modello multicriteriale che consenta di pervenire ad un corretto equilibrio tra istanze di tutela, affidate all'iniziativa pubblica dal nuovo Codice dei beni culturali e paesaggistici, e modalità di valorizzazione di immobili a valenza storico-architettonica, quali i castelli, spesso demandate al settore privato. Questa finalità è perseguita mediante un percorso distinto in due fasi. Nella prima, attraverso l'analisi e la redazione di bilanci monetari, sono definiti i livelli di redditività finanziaria conseguibili con la riqualificazione di immobili storici del segmento considerato. Nella seconda è costruito un indicatore sintetico rappresentativo dell'effetto complesso provocato dal progetto sulla comunità interessata. L'indicatore è ottenuto combinando una serie di fattori che misurano, all'attualità e in prospettiva, le ricadute culturali, sociali ed economiche dell'intervento. La trattazione è svolta con costante riferimento a due casi reali di investimento nel settore del recupero e della gestione dei castelli. Si tratta del castello di Torrechiara (PR) e del castello di Gropparello (PC), i cui immobili afferiscono all'Associazione dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza, che - com'è riferito nell'Appendice J di questo testo - rappresenta in Italia una delle prime esperienze applicative di network culturale. Lo studio si conclude con la descrizione degli algoritmi che risolvono le questioni connesse alla molteplicità dei problemi che gli interventi di rifunzionalizzazione dei castelli e di beni immobiliari consimili solitamente generano. Per loro struttura e articolazione, i due algoritmi tendono a mitigare gli effetti generati da usi produttivi di risorse non replicabili. La soluzione finale della ricerca è espressa dagli autori come proposta aperta, calibrata sulla chiave di lettura dei fenomeni indagati, nella consapevolezza del ruolo strumentale che il modello assume rispetto ai saperi multidisciplinari che l'argomento trattato coinvolge. Il modello sviluppato rappresenta allora il mezzo per semplificare l'azione di contemperamento di obiettivi plurimi e spesso conflittuali, sollecitati dagli interventi di recupero e di riqualificazione dei beni architettonici a valenza storica.

L’analisi di redditività nel recupero e nella gestione dei castelli. Un modello di valutazione finanziaria e sociale-complessa

DE MARE, Gianluigi;
2004-01-01

Abstract

Questo testo è la versione integrale del contributo presentato dagli autori al Convegno "Luci tra le rocce", organizzato dal Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Università degli Studi di Salerno e tenutosi nella primavera scorsa presso la stessa Università e presso il Castello di Arechi in Salerno, che domina dall'alto del monte Bonadies la città del Principato longobardo. Il Convegno è stato attuato nell'ambito dei Colloqui Internazionali "Castelli e città fortificate", svolti - fin dal 1986 - in varie sedi universitarie italiane e diretti alla conoscenza e valorizzazione del patrimonio dei castelli in Italia e all'Estero. Un patrimonio - è scritto nel programma del Convegno - fatto di "emergenze con valori simbolici, integrate nel territorio di cui hanno finito per assumere un ruolo di riferimento, per le quali non appare più riproponibile 1'originaria funzione (e pertanto) occorre interrogarsi sul come riaccendere le luci tra le loro spesse mura, partendo dalle potenzialità che ad esse derivano dalla singolarità dei rapporti stabiliti nel tempo con i luoghi, con l'uomo e con la memoria". Per contenuti e obiettivi il presente studio si colloca, quindi, nell'area del recupero e della valorizzazione. Specificamente è finalizzato alla definizione di un modello multicriteriale che consenta di pervenire ad un corretto equilibrio tra istanze di tutela, affidate all'iniziativa pubblica dal nuovo Codice dei beni culturali e paesaggistici, e modalità di valorizzazione di immobili a valenza storico-architettonica, quali i castelli, spesso demandate al settore privato. Questa finalità è perseguita mediante un percorso distinto in due fasi. Nella prima, attraverso l'analisi e la redazione di bilanci monetari, sono definiti i livelli di redditività finanziaria conseguibili con la riqualificazione di immobili storici del segmento considerato. Nella seconda è costruito un indicatore sintetico rappresentativo dell'effetto complesso provocato dal progetto sulla comunità interessata. L'indicatore è ottenuto combinando una serie di fattori che misurano, all'attualità e in prospettiva, le ricadute culturali, sociali ed economiche dell'intervento. La trattazione è svolta con costante riferimento a due casi reali di investimento nel settore del recupero e della gestione dei castelli. Si tratta del castello di Torrechiara (PR) e del castello di Gropparello (PC), i cui immobili afferiscono all'Associazione dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza, che - com'è riferito nell'Appendice J di questo testo - rappresenta in Italia una delle prime esperienze applicative di network culturale. Lo studio si conclude con la descrizione degli algoritmi che risolvono le questioni connesse alla molteplicità dei problemi che gli interventi di rifunzionalizzazione dei castelli e di beni immobiliari consimili solitamente generano. Per loro struttura e articolazione, i due algoritmi tendono a mitigare gli effetti generati da usi produttivi di risorse non replicabili. La soluzione finale della ricerca è espressa dagli autori come proposta aperta, calibrata sulla chiave di lettura dei fenomeni indagati, nella consapevolezza del ruolo strumentale che il modello assume rispetto ai saperi multidisciplinari che l'argomento trattato coinvolge. Il modello sviluppato rappresenta allora il mezzo per semplificare l'azione di contemperamento di obiettivi plurimi e spesso conflittuali, sollecitati dagli interventi di recupero e di riqualificazione dei beni architettonici a valenza storica.
2004
8887030847
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/1128900
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