In questo saggio, gli autori fanno riferimento alla letteratura internazionale sugli 'effetti di concentrazione' per analizzare il tessuto produttivo, l'organizzazione sociale e l'immagine dei quartieri svantaggiati a Napoli. Non essendo disponibili dati disaggregati provenienti da indagini campionarie, si servono dei dati del Censimento della popolazione per fornire un quadro analitico dei processi di esclusione sociale a Napoli. I dati del Censimento vengono arricchiti ed integrati da informazioni acquisite da colloqui e interviste in profondità. Dall'analisi, si evince che il trasferimento delle famiglie a basso reddito verso i quartieri periferici e l'hinterland, nell'ambito del processo di ricostruzione seguito al terremoto dell'80, ha favorito la concentrazione di gruppi sociali poveri e ad alto rischio di esclusione sociale in alcune aree della città, e particolarmente nella fascia a Nord-Est. A differenza del modello rappresentato dalle 'inner cities' americane, i quartieri più svantaggiati si trovano nella periferia urbana e la segregazione sociale è soprattutto il risultato della mobilità geografica delle famiglie povere, anziché di quelle a reddito medio-alto. La situazione del mercato del lavoro è particolarmente grave in tutta la città, anche se in quartieri come Scampia essa è resa ancora più difficile dagli effetti di concentrazione.
La dimensione territoriale della povertà a Napoli
PRATSCHKE, Jonathan
2004-01-01
Abstract
In questo saggio, gli autori fanno riferimento alla letteratura internazionale sugli 'effetti di concentrazione' per analizzare il tessuto produttivo, l'organizzazione sociale e l'immagine dei quartieri svantaggiati a Napoli. Non essendo disponibili dati disaggregati provenienti da indagini campionarie, si servono dei dati del Censimento della popolazione per fornire un quadro analitico dei processi di esclusione sociale a Napoli. I dati del Censimento vengono arricchiti ed integrati da informazioni acquisite da colloqui e interviste in profondità. Dall'analisi, si evince che il trasferimento delle famiglie a basso reddito verso i quartieri periferici e l'hinterland, nell'ambito del processo di ricostruzione seguito al terremoto dell'80, ha favorito la concentrazione di gruppi sociali poveri e ad alto rischio di esclusione sociale in alcune aree della città, e particolarmente nella fascia a Nord-Est. A differenza del modello rappresentato dalle 'inner cities' americane, i quartieri più svantaggiati si trovano nella periferia urbana e la segregazione sociale è soprattutto il risultato della mobilità geografica delle famiglie povere, anziché di quelle a reddito medio-alto. La situazione del mercato del lavoro è particolarmente grave in tutta la città, anche se in quartieri come Scampia essa è resa ancora più difficile dagli effetti di concentrazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.