Dal X secolo ha inizio il processo di ripopolamento della valle al sud del fiume Duero, un territorio dove l'influenza musulmana era ben presente a causa delle precedenti incursioni moresche che avevano portato a retrocedere la frontiera dei regni cristiani spagnoli fino alle Asturie. In questo paesaggio caratterizzato da una sterminata pianura sorgono alcune torri, oggi destinate all'uso religioso, che mostrano però morfologie estranee a questa destinazione, così come materiali e tecniche costruttive proprie della cultura musulmana (assorbite poi da quella cristiana). L'ipotesi più verosimile è che si tratti di costruzioni cristiane per l'osservazione e la difesa di piccoli nuclei rurali, modificate, col passare del tempo, per sostenere un corpo di campane e, quindi, adibite a campanile della vicina parrocchia. In questo lavoro si sono studiate tre torri – Fuente el Sol, Muriel de Zapardiel e Villagonzalo de Coca – che hanno in comune l'ubicazione geografica, l'utilizzazione del mattone e delle tecniche di "encofrado", materiali tipicamente islamici, così come una stessa morfologia. Le prime due sono separate, lontane quasi cinquanta metri, dalle rispettive chiese; la terza, sebbene oggi risulti addossata all'edificio parrocchiale, mostra le tracce di una costruzione in origine isolata, antecedente alla chiesa eretta poi lungo una facciata. Per il rivelamento e la successiva restituzione grafica di queste torri sono stati impiegati e confrontati due applicativi di fotogrammetria non convenzionale: HOMOFRAF (sviluppato dall'Università di Alicante) e RDF (sperimentato dal laboratorio di fotogrammetria Circe - Iuav). Il primo, un'applicazione infografica dell'omografia, permette di ottenere il rilevamento grafico mediante rettificazione prospettica, lavorando esclusivamente su variabili vettoriali; il secondo, invece, realizza il raddrizzamento di immagini digitali per la costruzione di fotopiani architettonici. Il presupposto fondamentale per l'impiego di questi metodi di raddrizzamento è che l'oggetto da rilevare sia piano, o meglio, che possa essere considerato tale; quindi, con la metodologia proposta è stato possibile restituire misure bidimensionali e, quindi, risalire alle dimensioni di ciascun tipo di mattone e dei relativi giunti di malta. Implementando le risorse infografiche per il rilievo di queste costruzioni si può ripercorrere la loro storia, dall'idea primigenia fino a tutte le vicende costruttive. Allo scopo è stato realizzato un abaco su cui analizzare i diversi tipi di mattoni usati (per dimensione, superficie, aspetto, colore, dimensione dei giunti), individuando così i vari interventi subiti nelle diverse epoche. È stato così possibile ottenere delle ricostruzioni virtuali e ideali risalenti persino al momento della prima edificazione, per meglio comprendere, attraverso la costruzione del modello tridimensionale (da rilievo diretto), questo sistema difensivo ancora non indagato e tantomeno catalogato.

Torres medievales exentas de iglesias al sur del Duero

BARBA, SALVATORE;
2006-01-01

Abstract

Dal X secolo ha inizio il processo di ripopolamento della valle al sud del fiume Duero, un territorio dove l'influenza musulmana era ben presente a causa delle precedenti incursioni moresche che avevano portato a retrocedere la frontiera dei regni cristiani spagnoli fino alle Asturie. In questo paesaggio caratterizzato da una sterminata pianura sorgono alcune torri, oggi destinate all'uso religioso, che mostrano però morfologie estranee a questa destinazione, così come materiali e tecniche costruttive proprie della cultura musulmana (assorbite poi da quella cristiana). L'ipotesi più verosimile è che si tratti di costruzioni cristiane per l'osservazione e la difesa di piccoli nuclei rurali, modificate, col passare del tempo, per sostenere un corpo di campane e, quindi, adibite a campanile della vicina parrocchia. In questo lavoro si sono studiate tre torri – Fuente el Sol, Muriel de Zapardiel e Villagonzalo de Coca – che hanno in comune l'ubicazione geografica, l'utilizzazione del mattone e delle tecniche di "encofrado", materiali tipicamente islamici, così come una stessa morfologia. Le prime due sono separate, lontane quasi cinquanta metri, dalle rispettive chiese; la terza, sebbene oggi risulti addossata all'edificio parrocchiale, mostra le tracce di una costruzione in origine isolata, antecedente alla chiesa eretta poi lungo una facciata. Per il rivelamento e la successiva restituzione grafica di queste torri sono stati impiegati e confrontati due applicativi di fotogrammetria non convenzionale: HOMOFRAF (sviluppato dall'Università di Alicante) e RDF (sperimentato dal laboratorio di fotogrammetria Circe - Iuav). Il primo, un'applicazione infografica dell'omografia, permette di ottenere il rilevamento grafico mediante rettificazione prospettica, lavorando esclusivamente su variabili vettoriali; il secondo, invece, realizza il raddrizzamento di immagini digitali per la costruzione di fotopiani architettonici. Il presupposto fondamentale per l'impiego di questi metodi di raddrizzamento è che l'oggetto da rilevare sia piano, o meglio, che possa essere considerato tale; quindi, con la metodologia proposta è stato possibile restituire misure bidimensionali e, quindi, risalire alle dimensioni di ciascun tipo di mattone e dei relativi giunti di malta. Implementando le risorse infografiche per il rilievo di queste costruzioni si può ripercorrere la loro storia, dall'idea primigenia fino a tutte le vicende costruttive. Allo scopo è stato realizzato un abaco su cui analizzare i diversi tipi di mattoni usati (per dimensione, superficie, aspetto, colore, dimensione dei giunti), individuando così i vari interventi subiti nelle diverse epoche. È stato così possibile ottenere delle ricostruzioni virtuali e ideali risalenti persino al momento della prima edificazione, per meglio comprendere, attraverso la costruzione del modello tridimensionale (da rilievo diretto), questo sistema difensivo ancora non indagato e tantomeno catalogato.
2006
9788497183604
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/1518250
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