Il saggio è uno dei prodotti degli studi dell’autore sui “reportages” di viaggio, derivante in particolare dall’attenzione che hanno suscitato i resoconti che erano a un tempo scritti e disegnati. Esaminati preliminarmente la funzione svolta dai disegni nell’esperienza dei viaggiatori colti e la relativa evoluzione – da Dürer a Mendelssohn-Bartholdy, passando per la stagione del “Grand Tour” – ci si sofferma su alcuni viaggiatori, come Victor Hugo e Goethe, che utilizzarono testo letterario e disegno e nei quali le immagini figurative acquistano la dimensione di vera e propria produzione grafica o pittorica. Si evidenzia l’importanza di studiare le ragioni che, in ciascuno di essi e in talune circostanze, hanno indirizzato la scelta a favore dell’una o dell’altra forma di espressione creativa e le relazioni che, in alcuni di essi, esistono tra parola e immagine visiva. Ciò con riferimento sia ad alcuni artisti per i quali una delle due pratiche creative ha sempre prevalso sull’altra (come Goethe ed Hermann Hesse), sia ad altri che sostenevano l’unità della composizione artistica (come Jean Cocteau, per il quale le immagini non sono ritenute semplici illustrazioni) o (come Dino Buzzati) l’identità tra le due forme di espressione. Il lavoro si conclude rilevando come nell’approfondimento della ricerca si presenta l’antico confronto tra poesia e pittura e quindi il rischio di riproporre il dilemma sulla presunta supremazia dell’una sull’altra, che ha coinvolto Leonardo, Vasari e tanti altri. Richiamata la posizione di Francisco de Hollanda, per il quale esse «sono tanto legittime sorelle che, separate l’una dall’altra, nessuna di essa diventa perfetta, anche se sembra che in qualche maniera l’epoca presente le abbia separate», l’autore nota come proprio con i “reportages” di viaggio, invece, si registra spesso un felice incontro, con reciproche e fruttuose contaminazioni, tra le due forme di espressione.

Disegno e scrittura

CARDONE, Vitale
2006-01-01

Abstract

Il saggio è uno dei prodotti degli studi dell’autore sui “reportages” di viaggio, derivante in particolare dall’attenzione che hanno suscitato i resoconti che erano a un tempo scritti e disegnati. Esaminati preliminarmente la funzione svolta dai disegni nell’esperienza dei viaggiatori colti e la relativa evoluzione – da Dürer a Mendelssohn-Bartholdy, passando per la stagione del “Grand Tour” – ci si sofferma su alcuni viaggiatori, come Victor Hugo e Goethe, che utilizzarono testo letterario e disegno e nei quali le immagini figurative acquistano la dimensione di vera e propria produzione grafica o pittorica. Si evidenzia l’importanza di studiare le ragioni che, in ciascuno di essi e in talune circostanze, hanno indirizzato la scelta a favore dell’una o dell’altra forma di espressione creativa e le relazioni che, in alcuni di essi, esistono tra parola e immagine visiva. Ciò con riferimento sia ad alcuni artisti per i quali una delle due pratiche creative ha sempre prevalso sull’altra (come Goethe ed Hermann Hesse), sia ad altri che sostenevano l’unità della composizione artistica (come Jean Cocteau, per il quale le immagini non sono ritenute semplici illustrazioni) o (come Dino Buzzati) l’identità tra le due forme di espressione. Il lavoro si conclude rilevando come nell’approfondimento della ricerca si presenta l’antico confronto tra poesia e pittura e quindi il rischio di riproporre il dilemma sulla presunta supremazia dell’una sull’altra, che ha coinvolto Leonardo, Vasari e tanti altri. Richiamata la posizione di Francisco de Hollanda, per il quale esse «sono tanto legittime sorelle che, separate l’una dall’altra, nessuna di essa diventa perfetta, anche se sembra che in qualche maniera l’epoca presente le abbia separate», l’autore nota come proprio con i “reportages” di viaggio, invece, si registra spesso un felice incontro, con reciproche e fruttuose contaminazioni, tra le due forme di espressione.
2006
9788860550545
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/1540942
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