Il tema della violenza urbana si afferma oggi in modo eclatante, specialmente dopo le rivolte francesi dell’autunno del 2005, e pone al dibattito filosofico-politico una serie di questioni che mettono in discussione il concetto stesso di politica, dal momento che la metropoli è indiscutibilmente letta come il ‘luogo’ per eccellenza della politica contemporanea. Questo saggio vuole indagare, proprio a partire da questo assunto, sulle relazioni politiche in epoca contemporanea, che riproducono, affinandoli, i dispositivi, violenti, di inclusione ed esclusione che hanno caratterizzato la politica, fin dalle prime affermazioni dello stato moderno, e sulla reazione, anch’essa violenta, a questa logica. In primo luogo si mette in evidenza come la categoria di ‘confine’, reale e/o simbolico, giochi un ruolo di grande rilevanza in ogni riflessione intorno alle modalità della convivenza nelle metropoli contemporanee, soprattutto di fronte agli ingenti flussi migratori che le attraversano. Contro ogni tentativo di leggere la città, attraverso approcci tesi a superare la netta separazione centro/periferia, si dimostra come le banlieues, i luoghi del bando, siano espressione di un progetto di ‘reclusione’ dell’alterità, secondo forme biopolitche di controllo, di disciplinamento e normalizzazione delle differenze: il discorso dell’esclusione si focalizza, oggi, intorno alla costruzione strategica dell’identità, declinata in termini etnico-culturali, se non razziali. Proprio a partire da quest’uso strategico e, dunque, oggettivamente dell’identità, si analizzano infine le rivolte nelle banlieues francesi, come la conseguenza della persistenza nella politica multiculturalista francese di un atteggiamento di ‘inferiorizzazione’ delle differenze, che ricalca il vecchio modello coloniale tradotto, secondo le note tesi dei postcolonial studies, dalle vecchie colonie all’interno dello stesso territorio francese; questa interpretazione non esclude, anzi sembra rafforzare, l’idea che ci troviamo di fronte a forme di espressione e di manifestazione di disagi, che investono ambiti legati alla sfera economica e alla rivendicazione di diritti sociali negati, indipendentemente dal colore della pelle o dalla religione professata.

Forme della violenza urbana.

TUCCI, Antonio
2007-01-01

Abstract

Il tema della violenza urbana si afferma oggi in modo eclatante, specialmente dopo le rivolte francesi dell’autunno del 2005, e pone al dibattito filosofico-politico una serie di questioni che mettono in discussione il concetto stesso di politica, dal momento che la metropoli è indiscutibilmente letta come il ‘luogo’ per eccellenza della politica contemporanea. Questo saggio vuole indagare, proprio a partire da questo assunto, sulle relazioni politiche in epoca contemporanea, che riproducono, affinandoli, i dispositivi, violenti, di inclusione ed esclusione che hanno caratterizzato la politica, fin dalle prime affermazioni dello stato moderno, e sulla reazione, anch’essa violenta, a questa logica. In primo luogo si mette in evidenza come la categoria di ‘confine’, reale e/o simbolico, giochi un ruolo di grande rilevanza in ogni riflessione intorno alle modalità della convivenza nelle metropoli contemporanee, soprattutto di fronte agli ingenti flussi migratori che le attraversano. Contro ogni tentativo di leggere la città, attraverso approcci tesi a superare la netta separazione centro/periferia, si dimostra come le banlieues, i luoghi del bando, siano espressione di un progetto di ‘reclusione’ dell’alterità, secondo forme biopolitche di controllo, di disciplinamento e normalizzazione delle differenze: il discorso dell’esclusione si focalizza, oggi, intorno alla costruzione strategica dell’identità, declinata in termini etnico-culturali, se non razziali. Proprio a partire da quest’uso strategico e, dunque, oggettivamente dell’identità, si analizzano infine le rivolte nelle banlieues francesi, come la conseguenza della persistenza nella politica multiculturalista francese di un atteggiamento di ‘inferiorizzazione’ delle differenze, che ricalca il vecchio modello coloniale tradotto, secondo le note tesi dei postcolonial studies, dalle vecchie colonie all’interno dello stesso territorio francese; questa interpretazione non esclude, anzi sembra rafforzare, l’idea che ci troviamo di fronte a forme di espressione e di manifestazione di disagi, che investono ambiti legati alla sfera economica e alla rivendicazione di diritti sociali negati, indipendentemente dal colore della pelle o dalla religione professata.
2007
9788849515428
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