La prima edizione del Lautréamont, poi ampliata nel 1951, uscì nel 1939: la sua elaborazione è contemporanea alla «conversione all’immaginario» e alla poetica della rêverie dai maggiori lavori epistemologici sui saperi scientifici. La sua originalità ne segna anche una problematicità, che ne segna immediatamente la sua marginalizzata nella storia della ricezione del pensiero di Bachelard. Il saggio ne mostra, appunto, tutto il significato, approfondendone la ricchezza nel contesto culturale, tanto scientifico quanto filosofico e letterario, della sua genesi, ma mettendone in luce l’attualità nel dibattito contemporaneo tra scienze cognitive e neuro-biologia, da una parte, e filosofia e scienze umane, dall’altra. Se il nostro dibattito è incentrato sulle possibilità e i limiti della naturalizzazione dell’umano, il volume di Bachelard è doppiamente utile: per ridiscutere gli intricati rapporti tra l’empiricizzazione del trascendentale condotta oggi dalle scienze cognitive a partire sia dalla fenomenologia (Husserl, Sartre, Merleau-Ponty, Dufrenne) e dalle teorie dell’empatia (Theodor Lipps, Robert Vischer) e la psichiatria esistenziale (Eugène Minkoswki e Erwin Straus), ma anche dagli aspetti neurofisiologici della psicoanalisi e perfino del bergsonismo. Attento a tutte le forme di animalizzazione dell’umano, il Lautréamont ci aiuta anche a riconfigurare le condizioni e i confini, le premesse e i fini dell’attività immaginativa e, così, a ripensare la soglia tra natura e cultura.

Dall'immagine in atto all'immaginazione in potenza. Bachelard oltre Lautréamont

FIMIANI, Filippo
2009-01-01

Abstract

La prima edizione del Lautréamont, poi ampliata nel 1951, uscì nel 1939: la sua elaborazione è contemporanea alla «conversione all’immaginario» e alla poetica della rêverie dai maggiori lavori epistemologici sui saperi scientifici. La sua originalità ne segna anche una problematicità, che ne segna immediatamente la sua marginalizzata nella storia della ricezione del pensiero di Bachelard. Il saggio ne mostra, appunto, tutto il significato, approfondendone la ricchezza nel contesto culturale, tanto scientifico quanto filosofico e letterario, della sua genesi, ma mettendone in luce l’attualità nel dibattito contemporaneo tra scienze cognitive e neuro-biologia, da una parte, e filosofia e scienze umane, dall’altra. Se il nostro dibattito è incentrato sulle possibilità e i limiti della naturalizzazione dell’umano, il volume di Bachelard è doppiamente utile: per ridiscutere gli intricati rapporti tra l’empiricizzazione del trascendentale condotta oggi dalle scienze cognitive a partire sia dalla fenomenologia (Husserl, Sartre, Merleau-Ponty, Dufrenne) e dalle teorie dell’empatia (Theodor Lipps, Robert Vischer) e la psichiatria esistenziale (Eugène Minkoswki e Erwin Straus), ma anche dagli aspetti neurofisiologici della psicoanalisi e perfino del bergsonismo. Attento a tutte le forme di animalizzazione dell’umano, il Lautréamont ci aiuta anche a riconfigurare le condizioni e i confini, le premesse e i fini dell’attività immaginativa e, così, a ripensare la soglia tra natura e cultura.
2009
9788816409088
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