In questo lavoro si è cercato di produrre un costante raffronto tra Spinoza e alcuni snodi fondamentali del pensiero politico moderno. Se da una parte sembra innegabile che Spinoza assuma il vocabolario hobbesiano e si muova all’interno della sua sistematica, dall’altra, pare altrettanto certo che la grande opera di conversione ontologica della concettualità politica moderna operata da Spinoza renda disponibile al nascente pensiero democratico un coerente strumentario filosofico per afferrare quello che sembra essere il suo principale oggetto d’indagine: la natura umana. In particolare, l’idea di Spinoza della vita comune come organizzazione estesa di individui affettivamente connotati che compongono un corpo collettivo, fa cadere definitivamente la tendenza hobbesiana alla concezione di un soggetto (giuridico) autonomo e assoluto. La tesi spinoziana della permanenza ineludibile nello stato di natura, che permette la riconfigurazione del meccanismo contrattuale alla luce di una dinamica utilitaristica, si fonda sull’idea che gli uomini «compongano quasi una sola Mente e un solo Corpo». È questo l’organismo sociale democratico come esito dell’integrazione continua dei disseminati desideri della moltitudine. Ed è qui che sembra possibile intravvedere l’insorgenza della ragione governamentale.
Organismo democratico. Tre saggi spinoziani
VINALE, Adriano
2008-01-01
Abstract
In questo lavoro si è cercato di produrre un costante raffronto tra Spinoza e alcuni snodi fondamentali del pensiero politico moderno. Se da una parte sembra innegabile che Spinoza assuma il vocabolario hobbesiano e si muova all’interno della sua sistematica, dall’altra, pare altrettanto certo che la grande opera di conversione ontologica della concettualità politica moderna operata da Spinoza renda disponibile al nascente pensiero democratico un coerente strumentario filosofico per afferrare quello che sembra essere il suo principale oggetto d’indagine: la natura umana. In particolare, l’idea di Spinoza della vita comune come organizzazione estesa di individui affettivamente connotati che compongono un corpo collettivo, fa cadere definitivamente la tendenza hobbesiana alla concezione di un soggetto (giuridico) autonomo e assoluto. La tesi spinoziana della permanenza ineludibile nello stato di natura, che permette la riconfigurazione del meccanismo contrattuale alla luce di una dinamica utilitaristica, si fonda sull’idea che gli uomini «compongano quasi una sola Mente e un solo Corpo». È questo l’organismo sociale democratico come esito dell’integrazione continua dei disseminati desideri della moltitudine. Ed è qui che sembra possibile intravvedere l’insorgenza della ragione governamentale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.