Nelle prime prove narrative di Wyndham Lewis, “doppio talento” anglo-canadese, la relazione di confronto e osmosi che nei primi anni del ‘900 si stabilisce tra pittura e letteratura assume tratti particolari. Convinto, come dimostra la short story “The Death of the Ankou” (1909), che le due arti abbiano intenti e strumenti diversi, se mai “complementari” - svincolandosi dunque dal principio dell’ ut pictura poesis - Lewis, nondimeno, cerca inizialmente di imporre al testo geometrizzazione e semplificazione, sul modello dell’astrattismo pittorico. Ma il tentativo di eludere la sequenzialità e di ridurre il personaggio a nudo scheletro di impulsi originari, si rivela impraticabile. Tarr, il suo primo romanzo (1918), rivela un rinnovato interesse per lo studio della natura, che egli intende coniugare con le ragioni della visualità attraverso la messa a punto di quello che definisce “approccio esterno” alla caratterizzazione. L’esteriorità del personaggio, il suo linguaggio corporeo, diventano dunque immagini delle sue percezioni, dei suoi sentimenti, dei suoi stati d’animo. Ma perchè tale spazializzazione dell’interiorità, che immobilizza i corpi nelle loro proprietà visibili, non si riveli d’ostacolo all’avvicendamento temporale che costituisce, ineludibilmente, l’essenza della narrazione, è necessaria una posizione di compromesso, che riconosca alla letteratura una collocazione mediana tra le arti e ne faccia, nelle parole di Lewis stesso, “a kind of half-way house”.

The Great Without. Il corpo in immagine in Tarr di Wyndham Lewis

DE GIOVANNI, Flora
2009-01-01

Abstract

Nelle prime prove narrative di Wyndham Lewis, “doppio talento” anglo-canadese, la relazione di confronto e osmosi che nei primi anni del ‘900 si stabilisce tra pittura e letteratura assume tratti particolari. Convinto, come dimostra la short story “The Death of the Ankou” (1909), che le due arti abbiano intenti e strumenti diversi, se mai “complementari” - svincolandosi dunque dal principio dell’ ut pictura poesis - Lewis, nondimeno, cerca inizialmente di imporre al testo geometrizzazione e semplificazione, sul modello dell’astrattismo pittorico. Ma il tentativo di eludere la sequenzialità e di ridurre il personaggio a nudo scheletro di impulsi originari, si rivela impraticabile. Tarr, il suo primo romanzo (1918), rivela un rinnovato interesse per lo studio della natura, che egli intende coniugare con le ragioni della visualità attraverso la messa a punto di quello che definisce “approccio esterno” alla caratterizzazione. L’esteriorità del personaggio, il suo linguaggio corporeo, diventano dunque immagini delle sue percezioni, dei suoi sentimenti, dei suoi stati d’animo. Ma perchè tale spazializzazione dell’interiorità, che immobilizza i corpi nelle loro proprietà visibili, non si riveli d’ostacolo all’avvicendamento temporale che costituisce, ineludibilmente, l’essenza della narrazione, è necessaria una posizione di compromesso, che riconosca alla letteratura una collocazione mediana tra le arti e ne faccia, nelle parole di Lewis stesso, “a kind of half-way house”.
2009
9788884838308
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