In questo saggio è stato considerato l’istituto dei diritti speciali riconosciuti allo Stato o altri enti pubblici sulle società azionarie. Il tema è stato sviluppato dando preminente attenzione alle novità normative introdotte con la modifica dell’art. 2449, cod. civ. Il legislatore, con l’intento di adeguare la normativa ai principi comunitari del mercato comune, con riferimento elettivo alla libera circolazione dei capitali tra gli Stati membri, ha sensibilmente ridotto lo spazio operativo per l’attribuzione al soggetto pubblico di diritti speciali di nomina. Dal quadro normativo di riferimento emerge una giustapposizione tra società azionarie chiuse e quelle aperte. Con riferimento alle prime è stato introdotto il limite della proporzionalità, nel senso che al soggetto pubblico lo statuto può conferire la facoltà di nominare uno o più amministratori o sindaci ovvero componenti del consiglio di sorveglianza, in misura proporzionale alla partecipazione al capitale sociale. Il saggio analizza le problematiche connesse all’applicazione del principio di proporzionalità, valutandone la conformità ai principi stabiliti dalla Corte di Giustizia nel dichiarare i previgenti artt. 2449-2450, cod. civ., contrari alla regola fondamentale sulla libera circolazione dei capitali. Con riferimento alle seconde, invece, è stata prevista la facoltà di emettere azioni o strumenti finanziari partecipativi rappresentativi del diritto di nominare amministratori o sindaci. Il saggio analizza il fenomeno dell’incorporazione del diritto speciale nel titolo azionario. L’esame verte principalmente sulla possibilità di considerare o meno le azioni de qua come speciali. La predetta qualificazione è valutata dall’autore del saggio con riferimento ai seguenti profili disciplinari: i) libera circolazione delle azioni; ii) formazione di un’organizzazione di categoria all’interno della società.

Privatizzazione dei diritti speciali di controllo dello Stato e dell'ente pubblico nelle s.p.a.: il nuovo art. 2449 c.c.

PECORARO, Clemente
2009-01-01

Abstract

In questo saggio è stato considerato l’istituto dei diritti speciali riconosciuti allo Stato o altri enti pubblici sulle società azionarie. Il tema è stato sviluppato dando preminente attenzione alle novità normative introdotte con la modifica dell’art. 2449, cod. civ. Il legislatore, con l’intento di adeguare la normativa ai principi comunitari del mercato comune, con riferimento elettivo alla libera circolazione dei capitali tra gli Stati membri, ha sensibilmente ridotto lo spazio operativo per l’attribuzione al soggetto pubblico di diritti speciali di nomina. Dal quadro normativo di riferimento emerge una giustapposizione tra società azionarie chiuse e quelle aperte. Con riferimento alle prime è stato introdotto il limite della proporzionalità, nel senso che al soggetto pubblico lo statuto può conferire la facoltà di nominare uno o più amministratori o sindaci ovvero componenti del consiglio di sorveglianza, in misura proporzionale alla partecipazione al capitale sociale. Il saggio analizza le problematiche connesse all’applicazione del principio di proporzionalità, valutandone la conformità ai principi stabiliti dalla Corte di Giustizia nel dichiarare i previgenti artt. 2449-2450, cod. civ., contrari alla regola fondamentale sulla libera circolazione dei capitali. Con riferimento alle seconde, invece, è stata prevista la facoltà di emettere azioni o strumenti finanziari partecipativi rappresentativi del diritto di nominare amministratori o sindaci. Il saggio analizza il fenomeno dell’incorporazione del diritto speciale nel titolo azionario. L’esame verte principalmente sulla possibilità di considerare o meno le azioni de qua come speciali. La predetta qualificazione è valutata dall’autore del saggio con riferimento ai seguenti profili disciplinari: i) libera circolazione delle azioni; ii) formazione di un’organizzazione di categoria all’interno della società.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/2293166
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