Quella che Giddens (1991) definisce la progettualità riflessiva del sé vive, nell’epoca dei media elettronici, la sua più grande sfida. Le possibilità identitarie sono oggi, infatti, caleidoscopicamente moltiplicate, diffuse e distribuite lungo i percorsi reticolari dell’immaginario mediatico. L’organizzazione riflessiva del sé è arricchita ed enfatizzata dal graduale assorbimento dell’esperienza mediata nel tessuto della quotidianità . Il sé come progetto simbolico costruisce il proprio percorso autobiografico introiettando risorse mediate e non e riflettendo sistematicamente sulla propria traiettoria,per ricalibrarla in itinere ed evitare possibili derive identitarie. I media, come moltiplicatori di mobilità e come fonte ricchissima di risorse identitarie aprono le nostre biografi e a sceneggiature di vite possibili, a metaprogetti identitari, a nuove arene per la sperimentazione del sé. Gli incontri mediali sono una sorta di appuntamento antitetico che ibrida la presenza audiovisiva con la distanza spazio-temporale. L’altro è costruito a distanza e la sua inaccessibilità è fonte di forza e vulnerabilità. L’esperienza di interpolazione spazio temporale resa possibile dai media contemporanei moltiplica le narrazioni del sé, offrendo un immenso repertorio di proposte identitarie, ampliato indefinitamente dalla vita nei mondi digitali. La rete rilancia, infatti, il tema dell’identità e della sua natura posizionale, relazionale e performativa. L’identità in internet, come nota Donath (1999), mette in gioco l’inganno e la persuasione, è negoziata e dipende dalla disponibilità a credere dell’interlocutore. Ciò ribadisce la natura sociale della costruzione identitaria e il ruolo fondamentale dell’alterità. L’attenzione è oggi focalizzata sulle pratiche situate di fruizione della rete, considerata, nell’ottica di un’ etnografi a connettiva (Hine 2000), non come spazio altro bensì come ambiente integrato agli altri spazi della vita offline. È inoltre recuperata all’analisi l’importanza teorica della relazione, anche se tecnologicamente mediata, ai fini della costruzione identitaria dell’attore sociale. La tendenza attuale degli internet studies è quella di individuare la continuità tra l’identità offl ine e le strategie di presentazione del sé in rete, sempre più orientate alla sincerità e alla costruzione di un’immagine di sé armonica e coerente anziché disomogenea e dislocata (Cheung 2000). Piuttosto che di invenzione si può dunque parlare di rielaborazione dell’identità digitale (Giaccardi,Magatti 2003). La costruzione discorsiva del sé in rete cerca di ricostruire semanticamente le coordinate di una corporeità assente che si vuole e si deve evocare. La narrazione del sé diviene luogo di costruzione di relazionalità e la relazione, fondata dai processi comunicativi, si rivela determinante ai fini della edificazione del sé. Partecipare allo scambio comunicativo significa legittimare la propria identità, definendola attraverso il confronto con l’alterità.

Le coordinate del Sè nella geografia dei media

SALZANO, Diana
2009-01-01

Abstract

Quella che Giddens (1991) definisce la progettualità riflessiva del sé vive, nell’epoca dei media elettronici, la sua più grande sfida. Le possibilità identitarie sono oggi, infatti, caleidoscopicamente moltiplicate, diffuse e distribuite lungo i percorsi reticolari dell’immaginario mediatico. L’organizzazione riflessiva del sé è arricchita ed enfatizzata dal graduale assorbimento dell’esperienza mediata nel tessuto della quotidianità . Il sé come progetto simbolico costruisce il proprio percorso autobiografico introiettando risorse mediate e non e riflettendo sistematicamente sulla propria traiettoria,per ricalibrarla in itinere ed evitare possibili derive identitarie. I media, come moltiplicatori di mobilità e come fonte ricchissima di risorse identitarie aprono le nostre biografi e a sceneggiature di vite possibili, a metaprogetti identitari, a nuove arene per la sperimentazione del sé. Gli incontri mediali sono una sorta di appuntamento antitetico che ibrida la presenza audiovisiva con la distanza spazio-temporale. L’altro è costruito a distanza e la sua inaccessibilità è fonte di forza e vulnerabilità. L’esperienza di interpolazione spazio temporale resa possibile dai media contemporanei moltiplica le narrazioni del sé, offrendo un immenso repertorio di proposte identitarie, ampliato indefinitamente dalla vita nei mondi digitali. La rete rilancia, infatti, il tema dell’identità e della sua natura posizionale, relazionale e performativa. L’identità in internet, come nota Donath (1999), mette in gioco l’inganno e la persuasione, è negoziata e dipende dalla disponibilità a credere dell’interlocutore. Ciò ribadisce la natura sociale della costruzione identitaria e il ruolo fondamentale dell’alterità. L’attenzione è oggi focalizzata sulle pratiche situate di fruizione della rete, considerata, nell’ottica di un’ etnografi a connettiva (Hine 2000), non come spazio altro bensì come ambiente integrato agli altri spazi della vita offline. È inoltre recuperata all’analisi l’importanza teorica della relazione, anche se tecnologicamente mediata, ai fini della costruzione identitaria dell’attore sociale. La tendenza attuale degli internet studies è quella di individuare la continuità tra l’identità offl ine e le strategie di presentazione del sé in rete, sempre più orientate alla sincerità e alla costruzione di un’immagine di sé armonica e coerente anziché disomogenea e dislocata (Cheung 2000). Piuttosto che di invenzione si può dunque parlare di rielaborazione dell’identità digitale (Giaccardi,Magatti 2003). La costruzione discorsiva del sé in rete cerca di ricostruire semanticamente le coordinate di una corporeità assente che si vuole e si deve evocare. La narrazione del sé diviene luogo di costruzione di relazionalità e la relazione, fondata dai processi comunicativi, si rivela determinante ai fini della edificazione del sé. Partecipare allo scambio comunicativo significa legittimare la propria identità, definendola attraverso il confronto con l’alterità.
2009
9788895563374
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/2296746
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