Al centro del lavoro sono questioni ampiamente classiche, ma ancora oggi densamente problematiche e sottoposte a rinnovate analisi: il rapporto uomo-mondo, mente-corpo, intelletto-percezione. La tesi di fondo del volume è che quella attività “specie-specifica” dell’uomo, che è il pensiero, fin qui considerata capace di astrarsi dai meccanismi corporei e tale anzi da dominare questi ultimi, sia invece profondamente innestata in una falda pre-coscienziale e pre-individuale, in continua ‘risonanza’ col mondo esterno. Sotto questa angolazione prospettica, il pensiero si rivela, prim’ancora che un “atto intenzionale” e propriamente cognitivo, un “evento” corporeo-materiale, costituito primariamente dalle interrelazioni prodotte dalle sensazioni uditive, visive, tattili e olfattive, che precedono il “soggetto” avviluppandolo in una rete insolubile di stimoli corporei e ambientali. Il percorso teoretico viene sviluppato, innanzitutto, attraverso le analisi di alcuni filosofi, come Bergson, Merleau-Ponty e Deleuze – che hanno lavorato eminentemente sul concetto di “percezione” in modo affatto innovativo. Merleau-Ponty, in particolare, ha dedicato una significativa e originale attenzione alle “sinestesie” – in questo lavoro poste al centro dell’analisi proprio per avvalorare la tesi di fondo. Sviluppata anche attraverso la riflessione intorno ad alcune esperienze artistiche particolarmente illuminanti a riguardo, come quelle di Baudelaire e Rimbaud, Rilke e Proust, Cézanne e Kandinky, nonché Schoenberg. Senza tralasciare l’apporto di talune fondamentali acquisizioni recenti della scienza, nel campo soprattutto delle neuroscienze. In tal senso il lavoro in oggetto intende fornire nuovi contributi sia in ordine al tema della percezione corporea, sia relativamente alla messa in questione o “decostruzione” dei tradizionali concetti di “soggetto” e “identità”. Decostruzione non ancora esaurita nel suo potenziale teorico e, soprattutto, politico.

Risonanze. Ascolto Corpo Mondo

LISCIANI PETRINI, Enrica
2007-01-01

Abstract

Al centro del lavoro sono questioni ampiamente classiche, ma ancora oggi densamente problematiche e sottoposte a rinnovate analisi: il rapporto uomo-mondo, mente-corpo, intelletto-percezione. La tesi di fondo del volume è che quella attività “specie-specifica” dell’uomo, che è il pensiero, fin qui considerata capace di astrarsi dai meccanismi corporei e tale anzi da dominare questi ultimi, sia invece profondamente innestata in una falda pre-coscienziale e pre-individuale, in continua ‘risonanza’ col mondo esterno. Sotto questa angolazione prospettica, il pensiero si rivela, prim’ancora che un “atto intenzionale” e propriamente cognitivo, un “evento” corporeo-materiale, costituito primariamente dalle interrelazioni prodotte dalle sensazioni uditive, visive, tattili e olfattive, che precedono il “soggetto” avviluppandolo in una rete insolubile di stimoli corporei e ambientali. Il percorso teoretico viene sviluppato, innanzitutto, attraverso le analisi di alcuni filosofi, come Bergson, Merleau-Ponty e Deleuze – che hanno lavorato eminentemente sul concetto di “percezione” in modo affatto innovativo. Merleau-Ponty, in particolare, ha dedicato una significativa e originale attenzione alle “sinestesie” – in questo lavoro poste al centro dell’analisi proprio per avvalorare la tesi di fondo. Sviluppata anche attraverso la riflessione intorno ad alcune esperienze artistiche particolarmente illuminanti a riguardo, come quelle di Baudelaire e Rimbaud, Rilke e Proust, Cézanne e Kandinky, nonché Schoenberg. Senza tralasciare l’apporto di talune fondamentali acquisizioni recenti della scienza, nel campo soprattutto delle neuroscienze. In tal senso il lavoro in oggetto intende fornire nuovi contributi sia in ordine al tema della percezione corporea, sia relativamente alla messa in questione o “decostruzione” dei tradizionali concetti di “soggetto” e “identità”. Decostruzione non ancora esaurita nel suo potenziale teorico e, soprattutto, politico.
2007
9788884835772
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