Preliminarmente si discutono la nozione di ambiente, l'oggetto e prospettiva diacronica della sua storia, sostenendo la superficialità della tradizionale collocazione dell'origine dei problemi ecologici alla fine del secolo XVIII. Dopo avere illustrato e discusso la rappresentazione della natura nei suoi rapporti con l'uomo nelle antiche religioni, alcune delle quali in chiaro rapporto con la visione antropocentrica di derivazione greca, con particolare attenzione per il ruolo del Cristianesimo (e dei testi sacri, dalla Bibbia alle più recenti Encicliche) nella modulazione dell'atteggiamento dell'uomo occidentale nei confronti del suo habitat, si sono passate in rassegna le principali forme di aggressione dell'ambiente nel mondo antico, tracciando le linee essenziali della disciplina giuridica intorno ad esse sviluppatasi. Particolarmente significativa dell'attenzione molto parziale prestata dall'ordinamento giuridico romano per la protezione dell'ambiente risultano anche le classificazioni di alcune 'risorse' come res publicae o res communes omnium (queste ultime considerate res nullius e quindi almeno parzialmente occupabili in modo libero da chiunque, con conseguenze paradossali e distruttive, specie per i litorali marini e per le sponde dei laghi), Si passa poi all'esame degli insulti ambientali nei contesti urbani, discutendo le fonti relative a cloache e acquedotti, distanze tra edifici, crolli e incendi, immissioni di fumo. Emerge un attento lavoro da parte della giurisprudenza romana, impegnata in un primo abbozzo dei concetti attualmente noti come 'abuso del diritto' e 'divieto degli atti emulativi', mediante ardite operazioni di interpretazione estensiva, incentrata sui vocaboli polisenso delle più antiche disposizioni civilistiche o delle clausole edittali. Si propone infine una ricostruzione complessiva delle linee di politica legislativa romana: questa risulta inizialmente ispirata all'idea di una limitata protezione dell'ambiente di natura esclusivamente religiosa, e si è poi evoluta in una concezione di tutela dei beni ambientali condizionata all'interesse di privati cittadini in quanto proprietari; qualche sporadico intervento imperiale a protezione dell'ambiente fu motivato esclusivamente dagli interessi del fisco, mentre fu del tutto estraneo l'obiettivo di tutelate l'ambiente in quanto tale.

La tutela dell'ambiente nella sua evoluzione storica. L'esperienza del mondo antico

SOLIDORO, Laura
2009-01-01

Abstract

Preliminarmente si discutono la nozione di ambiente, l'oggetto e prospettiva diacronica della sua storia, sostenendo la superficialità della tradizionale collocazione dell'origine dei problemi ecologici alla fine del secolo XVIII. Dopo avere illustrato e discusso la rappresentazione della natura nei suoi rapporti con l'uomo nelle antiche religioni, alcune delle quali in chiaro rapporto con la visione antropocentrica di derivazione greca, con particolare attenzione per il ruolo del Cristianesimo (e dei testi sacri, dalla Bibbia alle più recenti Encicliche) nella modulazione dell'atteggiamento dell'uomo occidentale nei confronti del suo habitat, si sono passate in rassegna le principali forme di aggressione dell'ambiente nel mondo antico, tracciando le linee essenziali della disciplina giuridica intorno ad esse sviluppatasi. Particolarmente significativa dell'attenzione molto parziale prestata dall'ordinamento giuridico romano per la protezione dell'ambiente risultano anche le classificazioni di alcune 'risorse' come res publicae o res communes omnium (queste ultime considerate res nullius e quindi almeno parzialmente occupabili in modo libero da chiunque, con conseguenze paradossali e distruttive, specie per i litorali marini e per le sponde dei laghi), Si passa poi all'esame degli insulti ambientali nei contesti urbani, discutendo le fonti relative a cloache e acquedotti, distanze tra edifici, crolli e incendi, immissioni di fumo. Emerge un attento lavoro da parte della giurisprudenza romana, impegnata in un primo abbozzo dei concetti attualmente noti come 'abuso del diritto' e 'divieto degli atti emulativi', mediante ardite operazioni di interpretazione estensiva, incentrata sui vocaboli polisenso delle più antiche disposizioni civilistiche o delle clausole edittali. Si propone infine una ricostruzione complessiva delle linee di politica legislativa romana: questa risulta inizialmente ispirata all'idea di una limitata protezione dell'ambiente di natura esclusivamente religiosa, e si è poi evoluta in una concezione di tutela dei beni ambientali condizionata all'interesse di privati cittadini in quanto proprietari; qualche sporadico intervento imperiale a protezione dell'ambiente fu motivato esclusivamente dagli interessi del fisco, mentre fu del tutto estraneo l'obiettivo di tutelate l'ambiente in quanto tale.
2009
9788834896303
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/2297565
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