La crescente attenzione verso la riduzione dell’inquinamento e la maggiore preoccupazione circa la scarsità delle risorse naturali, ovvero la recente consapevolezza della limitata carrying capacity del nostro pianeta che ormai impone modelli di sviluppo improntati ad una sostenibilità non solo economica, ma anche ambientale e sociale, ha favorito la diffusione di una variegata tipologia di programmi e di strumenti volti ad una più corretta gestione delle variabili ambientali, al fine di migliorare la “eco-sostenibilità” dei sistemi economici (Proto M., 1999). Il complesso, rapido e, talvolta, confuso sviluppo delle problematiche ambientali ha fatto emergere nuove sfide per il mondo della produzione che, avendo sottovalutato o addirittura ignorato alcuni aspetti collegati alla “gestione” dell’ambiente, si trova ora a dover ricercare adeguate strategie per favorire la “compatibilità ecologica” dei prodotti e dei relativi processi (Proto M., 1997). Tale orientamento è stato determinato non solo dall’esigenza di rispettare normative nazionali, comunitarie ed internazionali sempre più severe, ma anche dal progressivo ampliamento del concetto di “responsabilità sociale” delle imprese nei confronti di tutti gli stakeholder. Contemporaneamente è stata avvertita la necessità di implementare sistemi per comunicare, soprattutto all’esterno, il forte orientamento verso l’adozione di scelte gestionali improntate alla eco-efficienza (Proto M., Supino S., 1999). Si è assistito, quindi, alla proliferazione, sia a livello internazionale che comunitario, di una articolata varietà di strumenti volti ad implementare, valutare, comunicare e certificare le performance in tema di Responsabilità Sociale delle Imprese (RSI), Corporate Social Responsibility (CSR). Tali strumenti spaziano dagli ormai consolidati standard certificabili, relativi ai Sistemi di Gestione per la Qualità (SGQ) e Sistemi di Gestione Ambientale (SGA), ai più recenti strumenti a carattere etico e sociale. Questi ultimi vanno da generiche linee guida, ispirate ai principi morali universali, e codici etici e/o di condotta, dai confini talvolta troppo vaghi, a complesse e minuziose metodologie operative oggetto di valutazioni e/o verifiche (audit) da parte di enti terzi. Ciononostante essi contribuiscono alla diffusione di comportamenti virtuosi volti alla realizzazione della sostenibilità nella sua triplice dimensione: economica, ambientale e sociale. In tale scenario, una crescente attenzione è rivolta ai sistemi di “eco-etichettatura” (ecolabelling) diretti a far conoscere, in maniera, purtroppo, non sempre trasparente, l’impegno profuso dalle imprese nella gestione di alcune significative variabili ambientali.

Ecolabelling: un’analisi critica delle recenti dinamiche evolutive

SUPINO, Stefania;PROTO, Maria;
2005-01-01

Abstract

La crescente attenzione verso la riduzione dell’inquinamento e la maggiore preoccupazione circa la scarsità delle risorse naturali, ovvero la recente consapevolezza della limitata carrying capacity del nostro pianeta che ormai impone modelli di sviluppo improntati ad una sostenibilità non solo economica, ma anche ambientale e sociale, ha favorito la diffusione di una variegata tipologia di programmi e di strumenti volti ad una più corretta gestione delle variabili ambientali, al fine di migliorare la “eco-sostenibilità” dei sistemi economici (Proto M., 1999). Il complesso, rapido e, talvolta, confuso sviluppo delle problematiche ambientali ha fatto emergere nuove sfide per il mondo della produzione che, avendo sottovalutato o addirittura ignorato alcuni aspetti collegati alla “gestione” dell’ambiente, si trova ora a dover ricercare adeguate strategie per favorire la “compatibilità ecologica” dei prodotti e dei relativi processi (Proto M., 1997). Tale orientamento è stato determinato non solo dall’esigenza di rispettare normative nazionali, comunitarie ed internazionali sempre più severe, ma anche dal progressivo ampliamento del concetto di “responsabilità sociale” delle imprese nei confronti di tutti gli stakeholder. Contemporaneamente è stata avvertita la necessità di implementare sistemi per comunicare, soprattutto all’esterno, il forte orientamento verso l’adozione di scelte gestionali improntate alla eco-efficienza (Proto M., Supino S., 1999). Si è assistito, quindi, alla proliferazione, sia a livello internazionale che comunitario, di una articolata varietà di strumenti volti ad implementare, valutare, comunicare e certificare le performance in tema di Responsabilità Sociale delle Imprese (RSI), Corporate Social Responsibility (CSR). Tali strumenti spaziano dagli ormai consolidati standard certificabili, relativi ai Sistemi di Gestione per la Qualità (SGQ) e Sistemi di Gestione Ambientale (SGA), ai più recenti strumenti a carattere etico e sociale. Questi ultimi vanno da generiche linee guida, ispirate ai principi morali universali, e codici etici e/o di condotta, dai confini talvolta troppo vaghi, a complesse e minuziose metodologie operative oggetto di valutazioni e/o verifiche (audit) da parte di enti terzi. Ciononostante essi contribuiscono alla diffusione di comportamenti virtuosi volti alla realizzazione della sostenibilità nella sua triplice dimensione: economica, ambientale e sociale. In tale scenario, una crescente attenzione è rivolta ai sistemi di “eco-etichettatura” (ecolabelling) diretti a far conoscere, in maniera, purtroppo, non sempre trasparente, l’impegno profuso dalle imprese nella gestione di alcune significative variabili ambientali.
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