Nel 1936 Walter Benjamin pubblica L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. L’entusiasmo dell’autore per le capacità rivoluzionarie del cinema è stato quasi sempre “stigmatizzato” come un’ingenua credenza in un’utopia tecnologica. Il presente volume dimostra che non si trattava di ingenuità, ma di un preciso progetto teorico: la riformulazione di alcune categorie del marxismo classico a partire da un’inedita sociologia della comunicazione. Fabrizio Denunzio individua un’interazione tra concetti marxiani e alcuni elementi che Benjamin vede al lavoro nella macchina comunicativa cinematografica (montaggio, attore, divertimento). Alienazione, ideologia, dialettica, storia, internazionalismo e valore, osservati attraverso le lenti dell’Opera d’arte, offrono nuova linfa alla comprensione del presente. È per questo motivo che, ben oltre il cinema, nell’Opera d’arte troviamo un modello epistemico diretto a tutti i mezzi di comunicazione, vecchi e nuovi: non tanto strumenti di condizionamento e controllo, ma possibilità di trasformazione culturale.

Quando il cinema si fa politica. Saggi su 'L'opera d'arte' di Walter Benjamin

DENUNZIO, Fabrizio
2010-01-01

Abstract

Nel 1936 Walter Benjamin pubblica L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. L’entusiasmo dell’autore per le capacità rivoluzionarie del cinema è stato quasi sempre “stigmatizzato” come un’ingenua credenza in un’utopia tecnologica. Il presente volume dimostra che non si trattava di ingenuità, ma di un preciso progetto teorico: la riformulazione di alcune categorie del marxismo classico a partire da un’inedita sociologia della comunicazione. Fabrizio Denunzio individua un’interazione tra concetti marxiani e alcuni elementi che Benjamin vede al lavoro nella macchina comunicativa cinematografica (montaggio, attore, divertimento). Alienazione, ideologia, dialettica, storia, internazionalismo e valore, osservati attraverso le lenti dell’Opera d’arte, offrono nuova linfa alla comprensione del presente. È per questo motivo che, ben oltre il cinema, nell’Opera d’arte troviamo un modello epistemico diretto a tutti i mezzi di comunicazione, vecchi e nuovi: non tanto strumenti di condizionamento e controllo, ma possibilità di trasformazione culturale.
2010
9788895366616
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/2600953
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