Il presente contributo intende proporre alcune riflessioni di carattere teorico e pratico sul ruolo della traduzione nella scrittura femminista che si realizza attraverso nuove forme di letteratura digitale, dagli ipertesti letterari ad opere multimediali. La traduzione assume un ruolo particolarmente rilevante nella genesi di molti ipertesti femministi. Vista come momento di riflessione e di acquisizione di nuove idee e spunti rispetto a temi come quelli della soggettività femminile e dell’identità testuale, la traduzione viene utilizzata efficacemente in tutte le sue forme (intralinguistica, interlinguistica, ed intersemiotica) da diverse autrici di ipertesti letterari come ad esempio Shelley Jackson in The Patchwork girl, una riscrittura moderna in chiave femminista del Frankenstein di Mary Shelley, o Adriene Jenik in Mauve Desert: A CD-ROM Translation, rielaborazione multimediale del Le Désert Mauve di Nicole Brossard. Elemento fondante della visione femminista della traduzione è il sovvertimento del rapporto di potere tra traduzione e originale a favore della prima: la traduzione, infatti, non viene più intesa come mera riproduzione di un testo originale, bensì viene concepita come rielaborazione e riscrittura di contenuti declinati al femminile. Questa visione della traduzione, che si richiama alla posizione decostruzionista di Derrida, che in “Des tours de Babel” affermava: «The translation will truly be a moment in the growth of the original, which will complete itself in enlarging itself» (p. 188), trova la sua espressione più compiuta proprio negli ipertesti letterari femministi, in cui scrittura e traduzione si confondono e si amplificano anche grazie all’uso dell’ipertesto, in un gioco linguistico di richiami intertestuali e visioni personali e soggettive. Si prenderanno in esame alcuni brani tratti dagli ipertesti letterari citati in precedenza in cui la traduzione assume un particolare significato rispetto alla riflessione su come quest’ultima eserciti il proprio potere nei confronti del testo originale e diventi così mezzo per costruire identità e rappresentare differenze.

Scrittura, traduzione e ipertesti: voci al femminile

MONTI, JOHANNA
2011-01-01

Abstract

Il presente contributo intende proporre alcune riflessioni di carattere teorico e pratico sul ruolo della traduzione nella scrittura femminista che si realizza attraverso nuove forme di letteratura digitale, dagli ipertesti letterari ad opere multimediali. La traduzione assume un ruolo particolarmente rilevante nella genesi di molti ipertesti femministi. Vista come momento di riflessione e di acquisizione di nuove idee e spunti rispetto a temi come quelli della soggettività femminile e dell’identità testuale, la traduzione viene utilizzata efficacemente in tutte le sue forme (intralinguistica, interlinguistica, ed intersemiotica) da diverse autrici di ipertesti letterari come ad esempio Shelley Jackson in The Patchwork girl, una riscrittura moderna in chiave femminista del Frankenstein di Mary Shelley, o Adriene Jenik in Mauve Desert: A CD-ROM Translation, rielaborazione multimediale del Le Désert Mauve di Nicole Brossard. Elemento fondante della visione femminista della traduzione è il sovvertimento del rapporto di potere tra traduzione e originale a favore della prima: la traduzione, infatti, non viene più intesa come mera riproduzione di un testo originale, bensì viene concepita come rielaborazione e riscrittura di contenuti declinati al femminile. Questa visione della traduzione, che si richiama alla posizione decostruzionista di Derrida, che in “Des tours de Babel” affermava: «The translation will truly be a moment in the growth of the original, which will complete itself in enlarging itself» (p. 188), trova la sua espressione più compiuta proprio negli ipertesti letterari femministi, in cui scrittura e traduzione si confondono e si amplificano anche grazie all’uso dell’ipertesto, in un gioco linguistico di richiami intertestuali e visioni personali e soggettive. Si prenderanno in esame alcuni brani tratti dagli ipertesti letterari citati in precedenza in cui la traduzione assume un particolare significato rispetto alla riflessione su come quest’ultima eserciti il proprio potere nei confronti del testo originale e diventi così mezzo per costruire identità e rappresentare differenze.
2011
9788864580241
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/2700707
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