Il saggio ricostruisce la formazione delle colonie franco-provenzali nel Sub-Appennino dauno-irpino, a partire dai primi insediamenti (Motta, Faeto, Celle S. Vito, Castelluccio, S. Marco dei Cavoti) a quelli successivi di Volturara Appula e di Monteleone di Puglia, formatisi nei secoli XIV e XV in seguito a nuo¬ve ondate migratorie, favorite e incentivate dallo spo¬po¬lamento dell'area per effetto del tracollo demografico determinato dalla crisi del Trecento. La storiografia locale ha sottolineato la preesistenza di tali centri alla colo-nizzazione valdese, senza però tener presente la grande cesura nel popolamento dell'area subappenninica rappresentata dalla peste del 1348, dalla crisi del Trecento e dal terremoto del 1456. E' invece da rilevare fortemente la funzione di ripopo¬lamen¬to e di colonizzazione assunta dagli insediamenti valdesi, nonché il rapporto con¬trattualistico da loro stabilito con i feudatari. La storiografia tradizionale ha invece privilegiato l'aspetto religioso, senza tener con¬to che questo assume il proprio pieno significato solo nel contesto delle strutture economico-sociali. Un contributo importante alla conoscenza di queste problematiche è offerto dagli inediti Statuti concessi nel 1465 dal duca d'Amalfi e conte di Celano Antonio Piccolomini d’Aragona ai franco-provenzali di Castelluccio Valmaggiore e nel 1517 a quelli di Volturara dal duca d'Ariano Giovan Francesco Carafa, che, oltre a costituire delle vere e proprie carte di fondazione degli insediamenti, riconoscevano ai valdesi ampi margini di libertà economica.

Note sugli insediamenti valdesi del Sub-appennino dauno-irpino

BARRA, Francesco
2009-01-01

Abstract

Il saggio ricostruisce la formazione delle colonie franco-provenzali nel Sub-Appennino dauno-irpino, a partire dai primi insediamenti (Motta, Faeto, Celle S. Vito, Castelluccio, S. Marco dei Cavoti) a quelli successivi di Volturara Appula e di Monteleone di Puglia, formatisi nei secoli XIV e XV in seguito a nuo¬ve ondate migratorie, favorite e incentivate dallo spo¬po¬lamento dell'area per effetto del tracollo demografico determinato dalla crisi del Trecento. La storiografia locale ha sottolineato la preesistenza di tali centri alla colo-nizzazione valdese, senza però tener presente la grande cesura nel popolamento dell'area subappenninica rappresentata dalla peste del 1348, dalla crisi del Trecento e dal terremoto del 1456. E' invece da rilevare fortemente la funzione di ripopo¬lamen¬to e di colonizzazione assunta dagli insediamenti valdesi, nonché il rapporto con¬trattualistico da loro stabilito con i feudatari. La storiografia tradizionale ha invece privilegiato l'aspetto religioso, senza tener con¬to che questo assume il proprio pieno significato solo nel contesto delle strutture economico-sociali. Un contributo importante alla conoscenza di queste problematiche è offerto dagli inediti Statuti concessi nel 1465 dal duca d'Amalfi e conte di Celano Antonio Piccolomini d’Aragona ai franco-provenzali di Castelluccio Valmaggiore e nel 1517 a quelli di Volturara dal duca d'Ariano Giovan Francesco Carafa, che, oltre a costituire delle vere e proprie carte di fondazione degli insediamenti, riconoscevano ai valdesi ampi margini di libertà economica.
2009
9788843052240
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