Lo squilibrio tecnologico, inteso quale asimmetria informatico-conoscitiva tra i contraenti, rappresenta un fattore ontologicamente connesso alle operazioni economiche funzionali all’acquisizione di sistemi informatici personalizzati e può incidere negativamente tanto nelle contrattazioni BtoC, quanto nei rapporti BtoB. La prassi negoziale, consolidatasi nell’ultimo trentennio, dimostra che lo squilibrio tecnologico non determina sic et simpliciter uno squilibrio contrattuale. Esso inficia l’equità del rapporto e sollecita un intervento riequilibrativo (correttivo o integrativo) di fonte eteronoma soltanto allorché ne scaturisca un abuso da parte del professionista informatico ed un danno per l’utilizzatore. L’esigenza di contrastare i c.dd. abusi di dipendenza tecnologica ha sollecitato un’indagine volta a ricercare, all’interno del sistema normativo italo-comunitario, la sussistenza di regole e di princípi, idonei a tutelare efficacemente il c.d. «consumatore informatico» dalle vessazioni delle software houses. In questa direzione, si è posta l’attenzione sul concetto di abuso di dipendenza tecnologica, giungendo a sostenere che esso, qualora scaturisca da un impiego scorretto di una situazione soggettiva (esercizio della libertà contrattuale) finalizzato al conseguimento di un indebito vantaggio da parte del titolare e sia causa di un danno per la controparte, assuma i tratti essenziali caratterizzanti la figura dell’abuso del diritto. Sì che, sul presupposto che il c.d. abuso di dipendenza tecnologica rappresenti una specificazione della categoria generale dell’abuso del diritto, si è tentato di dimostrare che, per il riequilibrio dei rapporti informatici inficiati da un abuso della software house, si possa ragionevolmente ricorrere agli stessi strumenti impiegati per colpire, in generale, tutti i comportamenti qualificabili in termini di abuso. In questa direzione si è posta l’attenzione sulla buona fede oggettiva (artt. 1337 e 1375 c.c.) e sul ruolo che essa possa assumere nel ripristino della giustizia contrattuale, pervenendo alla conclusione che tale clausola generale, se interpretata assiologicamente come criterio attuativo dei doveri inderogabili di solidarietà sociale, possa rappresentare un efficace strumento di correzione e di integrazione dei regolamenti negoziali squilibrati. Ferma restando l’essenzialità del ruolo rivestito dalla buona fede oggettiva nel riequilibrio anche dei rapporti informatici, è sembrato utile proseguire l’indagine allo scopo di verificare, all’interno del sistema italo-comunitario, la sussistenza di ulteriori tutele legislative in grado di contribuire – con effettività – a garantire il contraente tecnologicamente debole. In questa direzione, il ricorrente elemento della dipendenza tecnologica ha evocato il richiamo alla l. n. 192 del 1998 in materia di subfornitura. Di là dalla lettera della legge, è emerso che, ad eccezione di disposizioni particolari, nelle quali si rinviene una protezione specificamente rivolta al subfornitore, l’obiettivo pratico-sociale della l. n. 192 del 1998 è rappresentato dalla tutela dell’imprenditore contraente debole. In guisa che sembra ragionevole ammetterne l’applicabilità anche ai rapporti di fornitura informatica, allorché sia ravvisabile una situazione di disparità contrattuale determinata dalla dipendenza tecnologica ed economica del committente nei confronti della software house. ENGLISH ABSTRACT: This book is about the study of IT contracts. IT contracts are the contracts whereby a party acquires IT goods (hardware or software); or an IT service (for example technical assistance, maintenance or outsourcing); or a more complex IT system, consisting of the supply of both hardware and software together with ancillary services (known as an Electronic Data Processing. System). The study of such contracts involves an in-depth examination of the incidence that the technology has had on the drafting of these contracts(Chapter 1). A first analysis considers the drafting practices for different forms of contract, mostly derived from the USA. Many issues arise at the drafting stage which do not appear capable of resolution through traditional techniques ( Chapter 2). In order to identify the applicable law, a unifying element is sought one that is common to both consumer contracts and to business contracts. This element is the technological imbalance between the parties. (Chapter 3, paragraphs 17, 18 and 19). This element does not involve automatically an imbalance in the contract. The imbalance of the contract occurs only when the party with the greater bargaining power (the software house) abuses its technological superiority which results in damage to the other party. The abuse of technological dependence - that involves the arbitrary exercise of contractual freedom - is a species of the abuse of the right (chapter 3, paragraph 21). Therefore it seems reasonable to contrast the abuse of technological dependence with the same legal instruments used to contrast the abuse of the right. The main measure of judgement of the abuses is the rule of objective good faith (chapter 3, paragraphs 21, 22, 23, 24, 25), which arguably offers an effective instrument with which to achieve the correction and integration of IT contracts (Chapter 3, paragraphs 27, 28). In the search for instruments to re-balance the IT relationship between the parties, an in-depth examination of the Italian-EU legislation cannot be neglected. The element of technological dependence recalls the law no. 192/1998 on the sub-supply (Chapter 4, paragraphs 29,30, 31). This law has various articles (articles 2,6,9,10) that, if interpreted according to the element of the reasonableness, provide effective protection also for the IT purchaser qualified as entrepreneur (chapter 4, paragraphs 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36). These arguments allow us to conclude that the solution to the issues created by the deformity of IT relations and by the absence of an express law regulating the IT contracts can be reasonably identified through the direct application of the principles and the axiologic interpretation of the current legal system (chapter 5).

L'equilibrio contrattuale nelle forniture di sistemi informatici

LAZZARELLI, FEDERICA
2010-01-01

Abstract

Lo squilibrio tecnologico, inteso quale asimmetria informatico-conoscitiva tra i contraenti, rappresenta un fattore ontologicamente connesso alle operazioni economiche funzionali all’acquisizione di sistemi informatici personalizzati e può incidere negativamente tanto nelle contrattazioni BtoC, quanto nei rapporti BtoB. La prassi negoziale, consolidatasi nell’ultimo trentennio, dimostra che lo squilibrio tecnologico non determina sic et simpliciter uno squilibrio contrattuale. Esso inficia l’equità del rapporto e sollecita un intervento riequilibrativo (correttivo o integrativo) di fonte eteronoma soltanto allorché ne scaturisca un abuso da parte del professionista informatico ed un danno per l’utilizzatore. L’esigenza di contrastare i c.dd. abusi di dipendenza tecnologica ha sollecitato un’indagine volta a ricercare, all’interno del sistema normativo italo-comunitario, la sussistenza di regole e di princípi, idonei a tutelare efficacemente il c.d. «consumatore informatico» dalle vessazioni delle software houses. In questa direzione, si è posta l’attenzione sul concetto di abuso di dipendenza tecnologica, giungendo a sostenere che esso, qualora scaturisca da un impiego scorretto di una situazione soggettiva (esercizio della libertà contrattuale) finalizzato al conseguimento di un indebito vantaggio da parte del titolare e sia causa di un danno per la controparte, assuma i tratti essenziali caratterizzanti la figura dell’abuso del diritto. Sì che, sul presupposto che il c.d. abuso di dipendenza tecnologica rappresenti una specificazione della categoria generale dell’abuso del diritto, si è tentato di dimostrare che, per il riequilibrio dei rapporti informatici inficiati da un abuso della software house, si possa ragionevolmente ricorrere agli stessi strumenti impiegati per colpire, in generale, tutti i comportamenti qualificabili in termini di abuso. In questa direzione si è posta l’attenzione sulla buona fede oggettiva (artt. 1337 e 1375 c.c.) e sul ruolo che essa possa assumere nel ripristino della giustizia contrattuale, pervenendo alla conclusione che tale clausola generale, se interpretata assiologicamente come criterio attuativo dei doveri inderogabili di solidarietà sociale, possa rappresentare un efficace strumento di correzione e di integrazione dei regolamenti negoziali squilibrati. Ferma restando l’essenzialità del ruolo rivestito dalla buona fede oggettiva nel riequilibrio anche dei rapporti informatici, è sembrato utile proseguire l’indagine allo scopo di verificare, all’interno del sistema italo-comunitario, la sussistenza di ulteriori tutele legislative in grado di contribuire – con effettività – a garantire il contraente tecnologicamente debole. In questa direzione, il ricorrente elemento della dipendenza tecnologica ha evocato il richiamo alla l. n. 192 del 1998 in materia di subfornitura. Di là dalla lettera della legge, è emerso che, ad eccezione di disposizioni particolari, nelle quali si rinviene una protezione specificamente rivolta al subfornitore, l’obiettivo pratico-sociale della l. n. 192 del 1998 è rappresentato dalla tutela dell’imprenditore contraente debole. In guisa che sembra ragionevole ammetterne l’applicabilità anche ai rapporti di fornitura informatica, allorché sia ravvisabile una situazione di disparità contrattuale determinata dalla dipendenza tecnologica ed economica del committente nei confronti della software house. ENGLISH ABSTRACT: This book is about the study of IT contracts. IT contracts are the contracts whereby a party acquires IT goods (hardware or software); or an IT service (for example technical assistance, maintenance or outsourcing); or a more complex IT system, consisting of the supply of both hardware and software together with ancillary services (known as an Electronic Data Processing. System). The study of such contracts involves an in-depth examination of the incidence that the technology has had on the drafting of these contracts(Chapter 1). A first analysis considers the drafting practices for different forms of contract, mostly derived from the USA. Many issues arise at the drafting stage which do not appear capable of resolution through traditional techniques ( Chapter 2). In order to identify the applicable law, a unifying element is sought one that is common to both consumer contracts and to business contracts. This element is the technological imbalance between the parties. (Chapter 3, paragraphs 17, 18 and 19). This element does not involve automatically an imbalance in the contract. The imbalance of the contract occurs only when the party with the greater bargaining power (the software house) abuses its technological superiority which results in damage to the other party. The abuse of technological dependence - that involves the arbitrary exercise of contractual freedom - is a species of the abuse of the right (chapter 3, paragraph 21). Therefore it seems reasonable to contrast the abuse of technological dependence with the same legal instruments used to contrast the abuse of the right. The main measure of judgement of the abuses is the rule of objective good faith (chapter 3, paragraphs 21, 22, 23, 24, 25), which arguably offers an effective instrument with which to achieve the correction and integration of IT contracts (Chapter 3, paragraphs 27, 28). In the search for instruments to re-balance the IT relationship between the parties, an in-depth examination of the Italian-EU legislation cannot be neglected. The element of technological dependence recalls the law no. 192/1998 on the sub-supply (Chapter 4, paragraphs 29,30, 31). This law has various articles (articles 2,6,9,10) that, if interpreted according to the element of the reasonableness, provide effective protection also for the IT purchaser qualified as entrepreneur (chapter 4, paragraphs 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36). These arguments allow us to conclude that the solution to the issues created by the deformity of IT relations and by the absence of an express law regulating the IT contracts can be reasonably identified through the direct application of the principles and the axiologic interpretation of the current legal system (chapter 5).
2010
9788849520149
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/3002483
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