Il saggio – a partire dalle conseguenze della crisi economica sia sui flussi migratori che sulle condizioni di vita degli immigrati stessi – vuole porsi degli interrogativi sulle forme di soggettivazione politica di persone, individui, esclusi – arendtianamente fuori dalla “scena politica”. Si cerca di comprendere se sono possibili forme di soggettivazione politica per chi subisce oggi sempre più l’ingranaggio stretto, ma ben lubrificato, di un sistema che include ed esclude in base alle proprie esigenze di efficienza. In che modo si manifestano queste nuove soggettivazioni? Certamente appare indiscutibile che ogni forma di rivendicazione di stampo identitario non possa reggere: l’idea dell’uso strategico-simbolico dell’identità è, infatti, argomento che ormai sembra sfuggire solo a quanti vogliono, attraverso esso, imbastire politiche di esclusione e di controllo sociale. La questione appare, invece, molto più complessa e articolata; essa coinvolge problematiche complesse: dai dispositivi disciplinari delle politiche migratorie alle difficoltà del diritto e della politica di gestire, pur provandoci in modo estenuante, processi che riguardano direttamente la vita delle persone nella attuale fase di crisi economica. Si individua una risposta, adeguata alle domande evidenziate, nei postcolonial studies e nella declinazione della politica come disaccordo (Ranciére).
Quali forme di soggettivazione politica per la "parte dei senza parte"?
TUCCI, Antonio
2010-01-01
Abstract
Il saggio – a partire dalle conseguenze della crisi economica sia sui flussi migratori che sulle condizioni di vita degli immigrati stessi – vuole porsi degli interrogativi sulle forme di soggettivazione politica di persone, individui, esclusi – arendtianamente fuori dalla “scena politica”. Si cerca di comprendere se sono possibili forme di soggettivazione politica per chi subisce oggi sempre più l’ingranaggio stretto, ma ben lubrificato, di un sistema che include ed esclude in base alle proprie esigenze di efficienza. In che modo si manifestano queste nuove soggettivazioni? Certamente appare indiscutibile che ogni forma di rivendicazione di stampo identitario non possa reggere: l’idea dell’uso strategico-simbolico dell’identità è, infatti, argomento che ormai sembra sfuggire solo a quanti vogliono, attraverso esso, imbastire politiche di esclusione e di controllo sociale. La questione appare, invece, molto più complessa e articolata; essa coinvolge problematiche complesse: dai dispositivi disciplinari delle politiche migratorie alle difficoltà del diritto e della politica di gestire, pur provandoci in modo estenuante, processi che riguardano direttamente la vita delle persone nella attuale fase di crisi economica. Si individua una risposta, adeguata alle domande evidenziate, nei postcolonial studies e nella declinazione della politica come disaccordo (Ranciére).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.