La celebrazione di un processo penale presuppone che, nei confronti di una data persona, sia formulata un’accusa e la formulazione dell’accusa implica, a sua volta, il riconoscimento, in capo al soggetto destinatario della stessa, dell’esercizio del diritto di difesa. Il presente studio, il cui piano di lavoro si sviluppa in sei capitoli, parte dalla ricostruzione dei fondamentali concetti di “accusa”, “imputazione”, contestazione” e “difesa” e dall’analisi del diverso modo di intendere, nei vari momenti storici, il rapporto tra “accusa” e “difesa”, per evidenziare come sia un dato difficilmente contestabile quello secondo cui la legge che disciplina il procedimento penale – e, in particolare, gli spazi di operatività che, in quel procedimento, sono riconosciuti alla persona accusata di un reato – rifletta, innanzitutto, l’assetto che lo Stato, in un dato momento storico, riserva ai rapporti tra « autorità » e « individuo ». La progressiva precisazione dell’ipotesi criminosa, sulla quale indaga il magistrato del pubblico ministero, si pone in rapporto diretto con il diritto della persona accusata di conoscere quell’ipotesi accusatoria, per potersi da essa proficuamente difendere, nel rispetto delle forme processuali che garantiscono il giusto equilibrio tra le esigenze investigative di conduzione riservata delle indagini, al fine dell’utilità delle stesse, ed il diritto della persona accusata di “difendersi conoscendo”, al fine di predisporre una difesa tempestiva ed adeguata, anche mediante il ricorso ad un autonomo potere investigativo riconosciuto al difensore delle parti private. In sintesi, la disciplina del procedimento penale è stata e continua ad essere, più di ogni altro settore dell’ordinamento giuridico, fertile terreno di scontri tra opposte ideologie, e, per quanto evidenziato in sede di conclusioni del lavoro, pur essendo intervenute – soprattutto dopo la riscrittura dell’art. 111 della Costituzione – una serie di modifiche legislative, dirette a rafforzare il diritto di difesa dell’accusato in vista di una più ampia garanzia del contraddittorio dibattimentale, non sembra possa dirsi raggiunta, ad oggi, una effettiva parità tra accusa e difesa, tanto da assicurare che la decisione del giudice possa, in ogni caso, fondarsi, in egual misura, su ragioni e su argomentazioni ricavate tanto dai dati preventivamente raccolti a sostegno della tesi di accusa quanto dai dati preventivamente raccolti a sostegno della (anti)tesi della difesa.

ACCUSA E DIRITTO DI DIFESA NEL PROCEDIMENTO PENALE: PROFILI STORICI E RILIEVI SISTEMATICI

RANIERI, Enrico
2010-01-01

Abstract

La celebrazione di un processo penale presuppone che, nei confronti di una data persona, sia formulata un’accusa e la formulazione dell’accusa implica, a sua volta, il riconoscimento, in capo al soggetto destinatario della stessa, dell’esercizio del diritto di difesa. Il presente studio, il cui piano di lavoro si sviluppa in sei capitoli, parte dalla ricostruzione dei fondamentali concetti di “accusa”, “imputazione”, contestazione” e “difesa” e dall’analisi del diverso modo di intendere, nei vari momenti storici, il rapporto tra “accusa” e “difesa”, per evidenziare come sia un dato difficilmente contestabile quello secondo cui la legge che disciplina il procedimento penale – e, in particolare, gli spazi di operatività che, in quel procedimento, sono riconosciuti alla persona accusata di un reato – rifletta, innanzitutto, l’assetto che lo Stato, in un dato momento storico, riserva ai rapporti tra « autorità » e « individuo ». La progressiva precisazione dell’ipotesi criminosa, sulla quale indaga il magistrato del pubblico ministero, si pone in rapporto diretto con il diritto della persona accusata di conoscere quell’ipotesi accusatoria, per potersi da essa proficuamente difendere, nel rispetto delle forme processuali che garantiscono il giusto equilibrio tra le esigenze investigative di conduzione riservata delle indagini, al fine dell’utilità delle stesse, ed il diritto della persona accusata di “difendersi conoscendo”, al fine di predisporre una difesa tempestiva ed adeguata, anche mediante il ricorso ad un autonomo potere investigativo riconosciuto al difensore delle parti private. In sintesi, la disciplina del procedimento penale è stata e continua ad essere, più di ogni altro settore dell’ordinamento giuridico, fertile terreno di scontri tra opposte ideologie, e, per quanto evidenziato in sede di conclusioni del lavoro, pur essendo intervenute – soprattutto dopo la riscrittura dell’art. 111 della Costituzione – una serie di modifiche legislative, dirette a rafforzare il diritto di difesa dell’accusato in vista di una più ampia garanzia del contraddittorio dibattimentale, non sembra possa dirsi raggiunta, ad oggi, una effettiva parità tra accusa e difesa, tanto da assicurare che la decisione del giudice possa, in ogni caso, fondarsi, in egual misura, su ragioni e su argomentazioni ricavate tanto dai dati preventivamente raccolti a sostegno della tesi di accusa quanto dai dati preventivamente raccolti a sostegno della (anti)tesi della difesa.
2010
9788886836432
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/3017117
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact