La trasformazione professionale di Massimo Castri da attore a regista, nei primi anni Settanta, non si è configurata come lineare evoluzione di competenze organiche al teatro di rappresentazione. Sembra piuttosto essersi determinata come imprevedibile irruzione dall’esterno del teatro di ricerca verso l’interno del teatro istituzionale, come inclusione di una realtà eterodossa e conflittuale dentro la struttura regolata del teatro pubblico. Il presente contributo si propone di esaminare le tappe principali di tale percorso che ha poi lasciato tracce inconfondibili nelle realizzazioni e nelle riflessioni del regista toscano: il suo stile, a cominciare dai primi allestimenti, si è infatti caratterizzato per un’insolita energia, per gli imprevedibili contrasti, per la corrosività. La sua riflessione, che ha costantemente posto in primo piano il problema della formazione dei giovani attori, si basa sul ruolo generatore dell’immaginazione attivata dalla lettura critica del testo. In forza di tale fondamentale concezione, le due distinte sfere dell’attore e del regista possono interrelazionarsi concorrendo alla creazione dello spettacolo: non per un impraticabile egualitarismo di funzioni, ma in virtù del comune innesco dell’immaginazione entro i confini degli specifici metodi di elaborazione artistica.

L'ATTORE, IL REGISTA NELL'ESPERIENZA TEATRALE DI MASSIMO CASTRI

INNAMORATI, Isabella
2010-01-01

Abstract

La trasformazione professionale di Massimo Castri da attore a regista, nei primi anni Settanta, non si è configurata come lineare evoluzione di competenze organiche al teatro di rappresentazione. Sembra piuttosto essersi determinata come imprevedibile irruzione dall’esterno del teatro di ricerca verso l’interno del teatro istituzionale, come inclusione di una realtà eterodossa e conflittuale dentro la struttura regolata del teatro pubblico. Il presente contributo si propone di esaminare le tappe principali di tale percorso che ha poi lasciato tracce inconfondibili nelle realizzazioni e nelle riflessioni del regista toscano: il suo stile, a cominciare dai primi allestimenti, si è infatti caratterizzato per un’insolita energia, per gli imprevedibili contrasti, per la corrosività. La sua riflessione, che ha costantemente posto in primo piano il problema della formazione dei giovani attori, si basa sul ruolo generatore dell’immaginazione attivata dalla lettura critica del testo. In forza di tale fondamentale concezione, le due distinte sfere dell’attore e del regista possono interrelazionarsi concorrendo alla creazione dello spettacolo: non per un impraticabile egualitarismo di funzioni, ma in virtù del comune innesco dell’immaginazione entro i confini degli specifici metodi di elaborazione artistica.
2010
9788878704961
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