Manuale, dedicato specificamente alla produzione epigrafica medievale in lingua latina, che prende tuttavia le mosse dagli antecedenti ineludibili delle iscrizioni di età romana classica e tardoantica. Tutte le successive espressioni della cultura dell’Occidente, compresi gli scritti affidati a supporti teoricamente destinati a durare nel tempo, non si giustificano infatti senza la conoscenza di quanto attuato nel mondo antico, pagano prima, cristianizzato poi. Un mondo che della scrittura epigrafica seppe fare uno strumento diffuso, chiaro, evocativo di situazioni e sentimenti che si ripropongono anche nel mondo medievale e, sia pure in forme mutate e mediate da differenti mezzi di trasmissione, diffusione e conservazione, anche in quello moderno e contemporaneo, come non è difficile cogliere nell’uso ancora attuale, per quanto rarefatto, dell’iscrizione funeraria, dedicatoria, commemorativo-celebrativa. La scelta di far riferimento prevalentemente a manufatti epigrafici della regione Campania è determinata da due ragioni: da un lato, il rivolgersi a lettori che in questo contesto vivono e studiano e che avranno quindi modo di verificare direttamente la maggior parte dei documenti iscritti presentati, l’esame autoptico rimanendo alla base di ogni corretto approccio a discipline storiche quali l’archeologia e l’epigrafia, che hanno il loro fondamento nell’esame, nella verifica e nel confronto dei dati materiali; dall’altro, la progressiva scoperta da parte dell’Autore della inattesa ricchezza di un patrimonio finora scarsamente indagato, dal quale anche altri studi stanno traendo materia per una ricostruzione di un passato tardoantico ed altomedievale, che, sia pur frammentario, si sta tuttavia rivelando vivace e dinamico. Il testo si propone come uno strumento agile – finora mancante nella produzione in lingua italiana -per offrire agli studenti, ma non solo a loro, le linee guida della disciplina epigrafia tardoantica e medievale; il momento teorico (definizione di concetti base e di funzioni, storia della storiografia, metodologie di analisi) è unito a quello pragmatico-esercitativo, espresso mediante la riproduzione con trascrizione/traduzione e discussione critica di testimonianze di tipologia e cronologia diverse, tutte corredate di apparato fotografico. Il testo è completato da un fac-simile di ‘Scheda per il censimento sistematico dei reperti epigrafici’ ed è dotato di un apparato di abbreviazioni e sigle e di un puntuale glossario. A cinque anni dalla loro uscita, le prime Pagine di pietra (2004) necessitavano di una riedizione, motivata principalmente dall’esigenza di ampliare alcune sezioni, anche per soddisfare l’incrementato peso in termini di crediti formativi assegnati alla disciplina. La struttura è rimansta inalterata, ma un più ampio spazio è stato assegnato alla produzione longobarda, per la quale si sono potute aggiungere osservazioni e suggerimenti meno occasionali sul rapporto con le scritture di ambito librario, mentre per l’età precedente vengono esposti i primi risultati e le prospettive di un’esperienza multidisciplinare che vede l’epigrafia tradizionale affiancata dalle scienze geologiche e minero-petrografiche. Da una necessità pratica verificata ‘sul campo’ nasce poi l’aggiunta delle tavole con la cronologia dei consoli romani di età tardoantica. Non manca l’indispensabile aggiornamento bibliografico, limitato comunque alle letture ritenute essenziali per un’informazione di base. Il volume è articolato in cinque capitoli, alcuni dei quali ripartiti in due o tre sottosezioni (I. Epigrafia: oggetto e finalità; archeologia e altre scienze storiche; II. Strumenti di base: raccolte di iscrizioni e corpora; III. Materiali e tecniche di bottega dei lapicidi; IV. Il testo: natura, finalità, committenti, destinatari, tipologia, formulario. Epigrafia dell’età romana classica; epigrafia tardoantica e paleocristiana; epigrafia altomedievale e medievale; IV.1. La produzione epigrafica longobarda; V. Approccio alla lettura: principi di metodo (contesti di rinvenimento e luoghi di conservazione; scavi archeologici; riuso antico e moderno; collezioni museali e private; dispersione); V.1. Analisi del supporto: materiale, forma, dimensioni, stato di conservazione; V.2. Analisi del testo: identificazione della lingua e delle tipologie scrittorie; trascrizione, traduzione; edizione; commento linguistico e paleografico; commento all’apparato iconografico. A parte, fuori capitoli: Elementi e criteri di datazione; Glossario; Abbreviazioni e sigle; Segni diacritici; Uso dei segni diacritici; Elenco alfabetico dei consoli romani della tarda antichità (285-541); Bibliografia; Indice delle illustrazioni. Appendice: fac-simile di scheda per il censimento sistematico dei reperti epigrafici; Modelli ed esercitazioni di schedatura (1.- 2.- 3).

Pagine di pietra. Manuale di epigrafia latino-campana tardoantica e medievale. Seconda edizione riveduta ed ampliata, Collana «Taccuini di Ippocrate», Sezione Studi e testi antichi e moderni, 2.

LAMBERT, Chiara Maria
2010-01-01

Abstract

Manuale, dedicato specificamente alla produzione epigrafica medievale in lingua latina, che prende tuttavia le mosse dagli antecedenti ineludibili delle iscrizioni di età romana classica e tardoantica. Tutte le successive espressioni della cultura dell’Occidente, compresi gli scritti affidati a supporti teoricamente destinati a durare nel tempo, non si giustificano infatti senza la conoscenza di quanto attuato nel mondo antico, pagano prima, cristianizzato poi. Un mondo che della scrittura epigrafica seppe fare uno strumento diffuso, chiaro, evocativo di situazioni e sentimenti che si ripropongono anche nel mondo medievale e, sia pure in forme mutate e mediate da differenti mezzi di trasmissione, diffusione e conservazione, anche in quello moderno e contemporaneo, come non è difficile cogliere nell’uso ancora attuale, per quanto rarefatto, dell’iscrizione funeraria, dedicatoria, commemorativo-celebrativa. La scelta di far riferimento prevalentemente a manufatti epigrafici della regione Campania è determinata da due ragioni: da un lato, il rivolgersi a lettori che in questo contesto vivono e studiano e che avranno quindi modo di verificare direttamente la maggior parte dei documenti iscritti presentati, l’esame autoptico rimanendo alla base di ogni corretto approccio a discipline storiche quali l’archeologia e l’epigrafia, che hanno il loro fondamento nell’esame, nella verifica e nel confronto dei dati materiali; dall’altro, la progressiva scoperta da parte dell’Autore della inattesa ricchezza di un patrimonio finora scarsamente indagato, dal quale anche altri studi stanno traendo materia per una ricostruzione di un passato tardoantico ed altomedievale, che, sia pur frammentario, si sta tuttavia rivelando vivace e dinamico. Il testo si propone come uno strumento agile – finora mancante nella produzione in lingua italiana -per offrire agli studenti, ma non solo a loro, le linee guida della disciplina epigrafia tardoantica e medievale; il momento teorico (definizione di concetti base e di funzioni, storia della storiografia, metodologie di analisi) è unito a quello pragmatico-esercitativo, espresso mediante la riproduzione con trascrizione/traduzione e discussione critica di testimonianze di tipologia e cronologia diverse, tutte corredate di apparato fotografico. Il testo è completato da un fac-simile di ‘Scheda per il censimento sistematico dei reperti epigrafici’ ed è dotato di un apparato di abbreviazioni e sigle e di un puntuale glossario. A cinque anni dalla loro uscita, le prime Pagine di pietra (2004) necessitavano di una riedizione, motivata principalmente dall’esigenza di ampliare alcune sezioni, anche per soddisfare l’incrementato peso in termini di crediti formativi assegnati alla disciplina. La struttura è rimansta inalterata, ma un più ampio spazio è stato assegnato alla produzione longobarda, per la quale si sono potute aggiungere osservazioni e suggerimenti meno occasionali sul rapporto con le scritture di ambito librario, mentre per l’età precedente vengono esposti i primi risultati e le prospettive di un’esperienza multidisciplinare che vede l’epigrafia tradizionale affiancata dalle scienze geologiche e minero-petrografiche. Da una necessità pratica verificata ‘sul campo’ nasce poi l’aggiunta delle tavole con la cronologia dei consoli romani di età tardoantica. Non manca l’indispensabile aggiornamento bibliografico, limitato comunque alle letture ritenute essenziali per un’informazione di base. Il volume è articolato in cinque capitoli, alcuni dei quali ripartiti in due o tre sottosezioni (I. Epigrafia: oggetto e finalità; archeologia e altre scienze storiche; II. Strumenti di base: raccolte di iscrizioni e corpora; III. Materiali e tecniche di bottega dei lapicidi; IV. Il testo: natura, finalità, committenti, destinatari, tipologia, formulario. Epigrafia dell’età romana classica; epigrafia tardoantica e paleocristiana; epigrafia altomedievale e medievale; IV.1. La produzione epigrafica longobarda; V. Approccio alla lettura: principi di metodo (contesti di rinvenimento e luoghi di conservazione; scavi archeologici; riuso antico e moderno; collezioni museali e private; dispersione); V.1. Analisi del supporto: materiale, forma, dimensioni, stato di conservazione; V.2. Analisi del testo: identificazione della lingua e delle tipologie scrittorie; trascrizione, traduzione; edizione; commento linguistico e paleografico; commento all’apparato iconografico. A parte, fuori capitoli: Elementi e criteri di datazione; Glossario; Abbreviazioni e sigle; Segni diacritici; Uso dei segni diacritici; Elenco alfabetico dei consoli romani della tarda antichità (285-541); Bibliografia; Indice delle illustrazioni. Appendice: fac-simile di scheda per il censimento sistematico dei reperti epigrafici; Modelli ed esercitazioni di schedatura (1.- 2.- 3).
2010
9788895028576
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/3018840
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