Gli articoli raccolti in questo volume, interamente dedicato al tema dei flussi migratori interni, sono stati scelti con l’obiettivo di dare un’interpretazione più ampia e meno consueta a un fenomeno che negli ultimi anni ha segnato una forte ripresa. Lo spostamento di popolazione dal Mezzogiorno verso il Nord e il Centro dell’Italia si presenta con modalità e caratteri molto diversi dalla fase migratoria degli anni ‘60. Oggi assistiamo a un flusso meno visibile, ma che coinvolge oltre 100mila persone ogni anno e offre un interessante punto di osservazione sul mercato del lavoro nel nostro paese. L’aumento della scolarizzazione nel Mezzogiorno ha fatto aumentare la quota di chi parte con elevati livelli di istruzione, così come è aumentato il numero delle donne che intraprendono un percorso autonomo di mobilità. Queste novità aggravano la perdita di capitale umano qualificato da parte delle regioni del Mezzogiorno. Prosegue, comunque, un flusso altrettanto consistente di persone con livelli di istruzione più bassi. Si tratta spesso di soggetti con la sola scuola dell’obbligo che hanno trovato occupazione nelle piccole imprese delle regioni del Nord-Est, nell’industria, nell’edilizia, nel turismo e in servizi dequalificati. Ai lavoratori che si trasferiscono si affianca un flusso, in continua crescita, di persone che lavorano al Centro-Nord senza emigrare, pendolari di lungo raggio, per lo più maschi e spesso in condizioni di maggiore debolezza contrattuale. Non va dimenticata infine la componente rappresentata dagli immigrati che, in seguito alla crisi economica che ha colpito anche le aree più ricche del paese, si è resa protagonista di una sorta di “emigrazione di ritorno” in direzione delle regioni meridionali che aveva lasciato anni addietro in cerca di condizioni di lavoro e di inserimento sociale migliori.

Su e giù per l'Italia. La ripresa delle emigrazioni interne e le trasformazioni del mercato del lavoro

BUBBICO, Davide;
2011-01-01

Abstract

Gli articoli raccolti in questo volume, interamente dedicato al tema dei flussi migratori interni, sono stati scelti con l’obiettivo di dare un’interpretazione più ampia e meno consueta a un fenomeno che negli ultimi anni ha segnato una forte ripresa. Lo spostamento di popolazione dal Mezzogiorno verso il Nord e il Centro dell’Italia si presenta con modalità e caratteri molto diversi dalla fase migratoria degli anni ‘60. Oggi assistiamo a un flusso meno visibile, ma che coinvolge oltre 100mila persone ogni anno e offre un interessante punto di osservazione sul mercato del lavoro nel nostro paese. L’aumento della scolarizzazione nel Mezzogiorno ha fatto aumentare la quota di chi parte con elevati livelli di istruzione, così come è aumentato il numero delle donne che intraprendono un percorso autonomo di mobilità. Queste novità aggravano la perdita di capitale umano qualificato da parte delle regioni del Mezzogiorno. Prosegue, comunque, un flusso altrettanto consistente di persone con livelli di istruzione più bassi. Si tratta spesso di soggetti con la sola scuola dell’obbligo che hanno trovato occupazione nelle piccole imprese delle regioni del Nord-Est, nell’industria, nell’edilizia, nel turismo e in servizi dequalificati. Ai lavoratori che si trasferiscono si affianca un flusso, in continua crescita, di persone che lavorano al Centro-Nord senza emigrare, pendolari di lungo raggio, per lo più maschi e spesso in condizioni di maggiore debolezza contrattuale. Non va dimenticata infine la componente rappresentata dagli immigrati che, in seguito alla crisi economica che ha colpito anche le aree più ricche del paese, si è resa protagonista di una sorta di “emigrazione di ritorno” in direzione delle regioni meridionali che aveva lasciato anni addietro in cerca di condizioni di lavoro e di inserimento sociale migliori.
2011
9788856836516
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