Alla metà del VI secolo si presentarono in Italia le condizioni che consentirono, dopo una lunga serie di traumi, la radicale trasformazione del sistema statale: la struttura economica e sociale del mondo romano ebbe termine. Come i Beneventani abbiano potuto resistere alle diffi-de di Carlomagno é faccenda nota sul piano della storia politica. Sicché alla metà dell'VIII secolo la ristrutturazione longobarda delle cità di Salemo, di Benevento e poi di Capua non costituisce un'invenzione del duca, del principe o del gastaldo, ma fu il mezzo occorrente per govemare una regione. Dal ducato longobardo di Arechi II, morto nel 787, nasceranno, alla metà circa del secolo IX, prima i principati autonomi di Benevento e di Salemo, e poi, dalla scissione del secondo, il principato di Capua. Con i suoi versi Paolo Diacono celebra di Arechi l'azione rigeneratrice della nazione longobarda. La decisione arechiana di avvalersi di Salerno quale ulteriore polo di aggregazione e sviluppo del suo ducato determinó la ricostruzione delle mura ma il vecchio castello — che altro non era se non una grossa torre bizantina con i suoi annessi rimasta in piedi alla fine della guerra greco gotica, isolata sulla cima del monte soprastante la città, — non ebbe, stando ai risultati degli scavi, nuova attenzione se non per qualche generica manutenzione, mentre palazzo di govemo, la curtis ducale, fu eretta nel bel mezzo della città, a cavallo delle mura prospicienti mare. La posizione della cittá era decentrata rispetto alle principali vie di comunicazione, essa era raggiungibile dalla pianura vesuviana soltanto attraverso percorso Nocera Mercato San Severino ed il fondovalle del fiume Imo controllato dalle fortificazioni dei gastaldati di Nuceria e di Rota. Tra le città di fondazione longobarda in Italia meridionale lo sviluppo della Capua medievale del secolo IX é senza dubbio quello che meglio rivela la determinazione ed successo di un gruppo familiare teso a rendere stabile il proprio potere politico ed economico attraverso possesso ed il con-trollo di una delle regioni più fertili del Sud: la Terra laboris, territorio conteso ai Bizantini di Napoli, ambito dal papato, posseduto quasi stabilmente per circa due secoli — dalla fine del VI alla mea del IX — dai Longobardi di Benevento dai quali, mediante una ribellione ed un proclama di indipendenza, un clan familiare longobardo dette origine ad una nuova signoria autonoma, da cui scaturì uno dei tre principati della Longobardia minor sopravvissuta fino alla metà del secolo XI.

Quanto rimane di Salerno e Capua longobarde (secc. VIII-IX)

PEDUTO, Paolo
2010-01-01

Abstract

Alla metà del VI secolo si presentarono in Italia le condizioni che consentirono, dopo una lunga serie di traumi, la radicale trasformazione del sistema statale: la struttura economica e sociale del mondo romano ebbe termine. Come i Beneventani abbiano potuto resistere alle diffi-de di Carlomagno é faccenda nota sul piano della storia politica. Sicché alla metà dell'VIII secolo la ristrutturazione longobarda delle cità di Salemo, di Benevento e poi di Capua non costituisce un'invenzione del duca, del principe o del gastaldo, ma fu il mezzo occorrente per govemare una regione. Dal ducato longobardo di Arechi II, morto nel 787, nasceranno, alla metà circa del secolo IX, prima i principati autonomi di Benevento e di Salemo, e poi, dalla scissione del secondo, il principato di Capua. Con i suoi versi Paolo Diacono celebra di Arechi l'azione rigeneratrice della nazione longobarda. La decisione arechiana di avvalersi di Salerno quale ulteriore polo di aggregazione e sviluppo del suo ducato determinó la ricostruzione delle mura ma il vecchio castello — che altro non era se non una grossa torre bizantina con i suoi annessi rimasta in piedi alla fine della guerra greco gotica, isolata sulla cima del monte soprastante la città, — non ebbe, stando ai risultati degli scavi, nuova attenzione se non per qualche generica manutenzione, mentre palazzo di govemo, la curtis ducale, fu eretta nel bel mezzo della città, a cavallo delle mura prospicienti mare. La posizione della cittá era decentrata rispetto alle principali vie di comunicazione, essa era raggiungibile dalla pianura vesuviana soltanto attraverso percorso Nocera Mercato San Severino ed il fondovalle del fiume Imo controllato dalle fortificazioni dei gastaldati di Nuceria e di Rota. Tra le città di fondazione longobarda in Italia meridionale lo sviluppo della Capua medievale del secolo IX é senza dubbio quello che meglio rivela la determinazione ed successo di un gruppo familiare teso a rendere stabile il proprio potere politico ed economico attraverso possesso ed il con-trollo di una delle regioni più fertili del Sud: la Terra laboris, territorio conteso ai Bizantini di Napoli, ambito dal papato, posseduto quasi stabilmente per circa due secoli — dalla fine del VI alla mea del IX — dai Longobardi di Benevento dai quali, mediante una ribellione ed un proclama di indipendenza, un clan familiare longobardo dette origine ad una nuova signoria autonoma, da cui scaturì uno dei tre principati della Longobardia minor sopravvissuta fino alla metà del secolo XI.
2010
9788876892523
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/3023503
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