Negli ultimi venti anni, l’immigrazione in Campania, come in gran parte del Paese, è stata caratterizzata da una significativa evoluzione sia per quanto attiene i numeri e la loro distribuzione per gruppi nazionali, fasce di età e appartenenza di genere, sia per quanto attiene gli aspetti più qualitativi inerenti i modelli migratori e i percorsi sociali di inclusione e inserimento lavorativo. Questi ultimi sono stati, infatti, forte-mente condizionati, oltre che da fattori soggettivi, dalle caratteristiche dei contesti migratori di arrivo e, più precisamente, dalla domanda espressa dal mercato del la-voro e dalla capacità di accoglienza/espulsione del territorio. Dinamiche evolutive e di crescita delle presenze che, pur in un contesto di una maggiore attenzione da parte delle istituzioni e delle amministrazioni locali, non hanno trovato adeguate e coerenti risposte in termini di politiche e di risorse dedicate. Inoltre, i presidi esistenti spesso non sono stati in grado di ag-giornarsi e modificarsi per far fronte ai differenti bisogni che emergevano dal-le nuove caratteristiche dei flussi migratori. Una debolezza in gran parte dovu-ta ad una sostanziale precarietà del sistema dei servizi che, quasi mai, sono stati presi in carico e stabilizzati all’interno del sistema di welfare locale. Fatta questa prima considerazione che risulta, però, fondante nell’analisi della relazione tra migranti e servizi, ed entrando nel merito della questione, va subito detto che nel presente capitolo vengono analizzati i diversi elementi che ren-dono positivo, o al contrario critico e difficile, l’uso che la popolazione straniera fa dei servizi di carattere sociale e sanitario nel territorio di Caserta e della sua provincia; sapendo che, proprio dall’evolversi in un senso o nell’altro di tale relazione, può dipendere, in gran parte, il successo o meno del progetto migratorio, così come i livelli di rapporto e convivenza con la popolazione autoctona.

Migranti e servizi: caratteristiche di una relazione ancora fragile

DIANA, Paolo;
2012-01-01

Abstract

Negli ultimi venti anni, l’immigrazione in Campania, come in gran parte del Paese, è stata caratterizzata da una significativa evoluzione sia per quanto attiene i numeri e la loro distribuzione per gruppi nazionali, fasce di età e appartenenza di genere, sia per quanto attiene gli aspetti più qualitativi inerenti i modelli migratori e i percorsi sociali di inclusione e inserimento lavorativo. Questi ultimi sono stati, infatti, forte-mente condizionati, oltre che da fattori soggettivi, dalle caratteristiche dei contesti migratori di arrivo e, più precisamente, dalla domanda espressa dal mercato del la-voro e dalla capacità di accoglienza/espulsione del territorio. Dinamiche evolutive e di crescita delle presenze che, pur in un contesto di una maggiore attenzione da parte delle istituzioni e delle amministrazioni locali, non hanno trovato adeguate e coerenti risposte in termini di politiche e di risorse dedicate. Inoltre, i presidi esistenti spesso non sono stati in grado di ag-giornarsi e modificarsi per far fronte ai differenti bisogni che emergevano dal-le nuove caratteristiche dei flussi migratori. Una debolezza in gran parte dovu-ta ad una sostanziale precarietà del sistema dei servizi che, quasi mai, sono stati presi in carico e stabilizzati all’interno del sistema di welfare locale. Fatta questa prima considerazione che risulta, però, fondante nell’analisi della relazione tra migranti e servizi, ed entrando nel merito della questione, va subito detto che nel presente capitolo vengono analizzati i diversi elementi che ren-dono positivo, o al contrario critico e difficile, l’uso che la popolazione straniera fa dei servizi di carattere sociale e sanitario nel territorio di Caserta e della sua provincia; sapendo che, proprio dall’evolversi in un senso o nell’altro di tale relazione, può dipendere, in gran parte, il successo o meno del progetto migratorio, così come i livelli di rapporto e convivenza con la popolazione autoctona.
2012
9788820403041
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