Nel rapporto con le province Roma raramente intese sottrarsi al ruolo privilegiato di città egemone. Le prassi di malgoverno provinciale accentuarono i caratteri di fenomeno patologico radicato in età tardo-repubblicana e la lex Iulia de pecuniis repetundis del 59 a.C. è provvedimento di Cesare diretto a porre ordine in questo ambito, ma indice di ben precise linee di politica legislativa. Emerge il disegno cesariano volto a favorire ‘processi di accorpamento’ tra parti del ceto senatorio e del ceto equestre: una volta coese Cesare avrebbe potuto conseguire il totale controllo dei meccanismi istituzionali. L’introduzione di un divieto di possedere navi per i senatori tutela il ceto equestre e divide la nobilitas. Penalizza quella parte di essa filo-pompeiana che il commercio marittimo aveva intrapreso con le province di Oriente ricadenti nell’orbita di Pompeo Magno, e premia quei settori dell’aristocrazia senatoria convinti dell’opportunità del progetto di coalizione con i cavalieri propugnato da Cesare stesso.

Il divieto per i senatori di possedere navi «ex lege Iulia de pecuniis repetundis». Nota sulla legislazione cesariana del 59 a.C.

D'ORTA, Maurizio
1980-01-01

Abstract

Nel rapporto con le province Roma raramente intese sottrarsi al ruolo privilegiato di città egemone. Le prassi di malgoverno provinciale accentuarono i caratteri di fenomeno patologico radicato in età tardo-repubblicana e la lex Iulia de pecuniis repetundis del 59 a.C. è provvedimento di Cesare diretto a porre ordine in questo ambito, ma indice di ben precise linee di politica legislativa. Emerge il disegno cesariano volto a favorire ‘processi di accorpamento’ tra parti del ceto senatorio e del ceto equestre: una volta coese Cesare avrebbe potuto conseguire il totale controllo dei meccanismi istituzionali. L’introduzione di un divieto di possedere navi per i senatori tutela il ceto equestre e divide la nobilitas. Penalizza quella parte di essa filo-pompeiana che il commercio marittimo aveva intrapreso con le province di Oriente ricadenti nell’orbita di Pompeo Magno, e premia quei settori dell’aristocrazia senatoria convinti dell’opportunità del progetto di coalizione con i cavalieri propugnato da Cesare stesso.
1980
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