Studiare una carta storica significa misurarsi con le realtà geografiche dei secoli scorsi e non con la loro semplice, rassicurante rappresentazione. Significa viaggiare nella geografia del passato per cercare le origini del presente tra le linee, i simboli e i disegni di una realtà intricata e niente affatto semplice. Si tratta di una sfida a trecentosessanta gradi che coinvolge la ragione, la sensibilità e l’emotività di chi la raccoglie. Non ci sono strade certe da seguire, i sentieri a volte si interrompono dinnanzi al complicato rebus della rappresentazione cartografica e dei suoi molteplici significati. Ma la sfida va accettata, soprattutto in un paese come l’Italia, ricchissimo di “giacimenti culturali” da riportare alla luce per una migliore comprensione del presente e, forse, del futuro. Come scrive Elio Manzi nella prefazione al libro, il documento cartografico del passato non ha proprietà “tecniche” di base, ma possiede una sorta di potenzialità “medianica”, capace di risvegliare memorie, eventi e linee d’azione di un passato che ancora vive in noi e nei paesaggi che ci circondano. Gli studi raccolti in questo libro cercano appunto di valorizzare queste peculiarità della cartografia, a partire dalla consapevolezza teorico-epistemologica rispetto alla storia della geo-cartografia e alla diretta esperienza di ricerca, indispensabile per capire a fondo il valore dei documenti stessi. Si mostra così quanto faticoso e complesso sia il lavoro del geografo che tenta di decodificare la realtà misurandosi con la sua rappresentazione, senza cadere nell’errore di credere quest’ultima una copia conforme dell’originale. Ciò è tanto più vero per il Mezzogiorno, terra particolarmente ricca di testimonianze culturali, spesso perdute per incuria o perdita di memoria storica. È qui che si svolgono le ricerche di questo libro, condotte quasi sempre all’interno del Laboratorio di cartografia e toponomastica storica dell’Università di Salerno, fra tradizione e sperimentazione, grazie all’impiego di metodi tradizionali e innovativi, letture geografiche analitico-descrittive ed esegesi pluridisciplinari, anche grazie ai riusciti tentativi di trattare il documento cartografico con i G.I.S. e di sperimentare in modo consapevole tecnologie avanzate come Google Earth.

Rappresentazione, percezione, territorio. Il rebus gnoseologico–applicativo delle carte geografiche

SINISCALCHI, SILVIA
2012-01-01

Abstract

Studiare una carta storica significa misurarsi con le realtà geografiche dei secoli scorsi e non con la loro semplice, rassicurante rappresentazione. Significa viaggiare nella geografia del passato per cercare le origini del presente tra le linee, i simboli e i disegni di una realtà intricata e niente affatto semplice. Si tratta di una sfida a trecentosessanta gradi che coinvolge la ragione, la sensibilità e l’emotività di chi la raccoglie. Non ci sono strade certe da seguire, i sentieri a volte si interrompono dinnanzi al complicato rebus della rappresentazione cartografica e dei suoi molteplici significati. Ma la sfida va accettata, soprattutto in un paese come l’Italia, ricchissimo di “giacimenti culturali” da riportare alla luce per una migliore comprensione del presente e, forse, del futuro. Come scrive Elio Manzi nella prefazione al libro, il documento cartografico del passato non ha proprietà “tecniche” di base, ma possiede una sorta di potenzialità “medianica”, capace di risvegliare memorie, eventi e linee d’azione di un passato che ancora vive in noi e nei paesaggi che ci circondano. Gli studi raccolti in questo libro cercano appunto di valorizzare queste peculiarità della cartografia, a partire dalla consapevolezza teorico-epistemologica rispetto alla storia della geo-cartografia e alla diretta esperienza di ricerca, indispensabile per capire a fondo il valore dei documenti stessi. Si mostra così quanto faticoso e complesso sia il lavoro del geografo che tenta di decodificare la realtà misurandosi con la sua rappresentazione, senza cadere nell’errore di credere quest’ultima una copia conforme dell’originale. Ciò è tanto più vero per il Mezzogiorno, terra particolarmente ricca di testimonianze culturali, spesso perdute per incuria o perdita di memoria storica. È qui che si svolgono le ricerche di questo libro, condotte quasi sempre all’interno del Laboratorio di cartografia e toponomastica storica dell’Università di Salerno, fra tradizione e sperimentazione, grazie all’impiego di metodi tradizionali e innovativi, letture geografiche analitico-descrittive ed esegesi pluridisciplinari, anche grazie ai riusciti tentativi di trattare il documento cartografico con i G.I.S. e di sperimentare in modo consapevole tecnologie avanzate come Google Earth.
2012
9788854854888
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/3881773
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