Introduzione Nella prospettiva socio-cognitiva, l’autostima corrisponde alla “considerazione che un individuo ha di se stesso” (Galimberti, 1999). La capacità di reagire all’insuccesso senza farsi condizionare eccessivamente è considerata indicatrice di una robusta autostima (McFarlin, Blascovich, 1981; Lobel, Teiber, 1994). Rosenberg et al. (1995) distinguono l’autostima specifica, intesa come guida che dirige il comportamento (autoefficacia di Bandura) derivante dal rapporto fra le proprie aspirazioni di successo e le competenze effettivamente acquisite, dall’autostima globale, legata al livello di auto-accettazione e rispetto per se stesso dell’individuo (connotata più dagli affetti che dalla razionalità) che non fornisce indicazioni precise riguardo al comportamento specifico. In ambito educativo è rilevabile una correlazione positiva tra autostima e rendimento scolastico (Pope, McHale, Craighead, 1990). La letteratura riporta, inoltre, che una bassa autostima si correla spesso con disturbi clinici, quali quelli di tipo ansioso-depressivo e dell’umore, alimentari, psicosomatici, difficoltà di concentrazione. Obiettivo Finalità della ricerca è analizzare come i vissuti e le rappresentazioni di autostima correlino con una sintomatologia clinica, e con specifiche strategie di coping non funzionali al superamento delle difficoltà e lo sviluppo dell'autonomia decisionale. Metodo e Partecipanti Il campione è costituito da 74 studenti (30 donne e 20 uomini) con un età media di 26,7 che spinti da diverse motivazioni (ad es. difficoltà e blocco negli studi, difficoltà di adattamento, disorientamento rispetto alla scelta realizzata, difficoltà di concentrazione) hanno richiesto un supporto psicologico al Centro di Counseling Psicologico dell’Università di Salerno. Agli studenti sono stati somministrati: una scheda socio-anagrafica costruita ad hoc, la Scala di autostima di Rosenberg (1965) e il test SCL 90-R (Derogatis, 2011) per la valutazione di problemi psicologici e di sintomi psicopatologici internalizzanti ed esternalizzanti e il test per lo stile di Coping CISS (Norman, Endler, Parker, 1988). Risultati Le analisi evidenziano come l’autostima bassa sia presente soprattutto nel gruppo delle femmine (,580) e in coloro che dichiarano di non sentirsi in forma (,183). Inoltre, dall’analisi delle correlazioni tra SCL-90-R e la Scala di Rosenberg emerge come l’autostima bassa e il coping correlino con emozione (,052) e diversivo sociale (,218) , ovvero le reazioni emotive manifestate e descritte da questi studenti risultano orientate verso il Sé con lo scopo di ridurre lo stress oppure di evitare la situazione stressante tramite il diversivo sociale (orientamento verso la persona). Inoltre, dall'analisi risulta che l’autostima bassa correla con la soglia clinica dell' SCL90 (,183) in termini di: ipersensibilità, depressione, ansia, ansia fobica e psicoticismo, registrando l'intensità del disagio in relazione ai sintomi; mentre l'Autostima nella media correla con la Somatizzazione nella media (,162). Discussione Dai dati emerge che una bassa autostima correla con disturbi clinici di entità più o meno severi, che le risorse di coping degli individui si indirizzano più verso il Sé che verso il sociale, talora anche in termini di ripiegamento su di sé e di isolamento sociale. La conoscenza di tali elementi risulta utile nell’implementazione di un percorso di counseling personalizzato che tenga adeguatamente conto di dimensioni internalizzati e contestuali, tra loro sempre interdipendenti.

Studio sulla correlazione tra autostima, coping e sintomatologia clinica in un gruppo di giovani adulti

MOLLO, MONICA;FASANO, ORESTE;SAVARESE, Giulia;PECORARO, NADIA;CARPINELLI, LUNA;IANNACCONE, Antonio
2013-01-01

Abstract

Introduzione Nella prospettiva socio-cognitiva, l’autostima corrisponde alla “considerazione che un individuo ha di se stesso” (Galimberti, 1999). La capacità di reagire all’insuccesso senza farsi condizionare eccessivamente è considerata indicatrice di una robusta autostima (McFarlin, Blascovich, 1981; Lobel, Teiber, 1994). Rosenberg et al. (1995) distinguono l’autostima specifica, intesa come guida che dirige il comportamento (autoefficacia di Bandura) derivante dal rapporto fra le proprie aspirazioni di successo e le competenze effettivamente acquisite, dall’autostima globale, legata al livello di auto-accettazione e rispetto per se stesso dell’individuo (connotata più dagli affetti che dalla razionalità) che non fornisce indicazioni precise riguardo al comportamento specifico. In ambito educativo è rilevabile una correlazione positiva tra autostima e rendimento scolastico (Pope, McHale, Craighead, 1990). La letteratura riporta, inoltre, che una bassa autostima si correla spesso con disturbi clinici, quali quelli di tipo ansioso-depressivo e dell’umore, alimentari, psicosomatici, difficoltà di concentrazione. Obiettivo Finalità della ricerca è analizzare come i vissuti e le rappresentazioni di autostima correlino con una sintomatologia clinica, e con specifiche strategie di coping non funzionali al superamento delle difficoltà e lo sviluppo dell'autonomia decisionale. Metodo e Partecipanti Il campione è costituito da 74 studenti (30 donne e 20 uomini) con un età media di 26,7 che spinti da diverse motivazioni (ad es. difficoltà e blocco negli studi, difficoltà di adattamento, disorientamento rispetto alla scelta realizzata, difficoltà di concentrazione) hanno richiesto un supporto psicologico al Centro di Counseling Psicologico dell’Università di Salerno. Agli studenti sono stati somministrati: una scheda socio-anagrafica costruita ad hoc, la Scala di autostima di Rosenberg (1965) e il test SCL 90-R (Derogatis, 2011) per la valutazione di problemi psicologici e di sintomi psicopatologici internalizzanti ed esternalizzanti e il test per lo stile di Coping CISS (Norman, Endler, Parker, 1988). Risultati Le analisi evidenziano come l’autostima bassa sia presente soprattutto nel gruppo delle femmine (,580) e in coloro che dichiarano di non sentirsi in forma (,183). Inoltre, dall’analisi delle correlazioni tra SCL-90-R e la Scala di Rosenberg emerge come l’autostima bassa e il coping correlino con emozione (,052) e diversivo sociale (,218) , ovvero le reazioni emotive manifestate e descritte da questi studenti risultano orientate verso il Sé con lo scopo di ridurre lo stress oppure di evitare la situazione stressante tramite il diversivo sociale (orientamento verso la persona). Inoltre, dall'analisi risulta che l’autostima bassa correla con la soglia clinica dell' SCL90 (,183) in termini di: ipersensibilità, depressione, ansia, ansia fobica e psicoticismo, registrando l'intensità del disagio in relazione ai sintomi; mentre l'Autostima nella media correla con la Somatizzazione nella media (,162). Discussione Dai dati emerge che una bassa autostima correla con disturbi clinici di entità più o meno severi, che le risorse di coping degli individui si indirizzano più verso il Sé che verso il sociale, talora anche in termini di ripiegamento su di sé e di isolamento sociale. La conoscenza di tali elementi risulta utile nell’implementazione di un percorso di counseling personalizzato che tenga adeguatamente conto di dimensioni internalizzati e contestuali, tra loro sempre interdipendenti.
2013
9788834326572
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4017856
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