Fin dagli albori della sociologia, l’analisi statistica di dati ecologici ha portato ad un accrescimento costante di saperi, metodi e sperimentazioni. Tuttavia, l’atteggiamento di accettazione acritica di metodi e tecniche derivati dalla statistica da parte di alcuni studiosi è ancora uno dei motivi che mina la qualità delle ricerche prodotte nel settore dell’analisi ecologica. La questione non riguarda solo la leggerezza con cui nelle scienze sociali le tecniche statistiche sono applicate violando, in modo consapevole o meno, gli assunti matematici su cui esse poggiano. Infatti, al di là di questi problemi di natura squisitamente tecnica, esiste una vasta gamma di errori sostanziali e semantici, legati cioè all’interpretazione dei risultati di una ricerca, in cui può incappare anche il ricercatore più avveduto. Spesso questi errori interpretativi sfuggono anche ad un lettore attento ed esperto della disciplina. Tali errori devono essere considerati come vere e proprie fallacie che ledono le potenzialità interpretative dell’applicazione delle tecniche statistiche alla riflessione sociologica. Il problema delle fallacie interpretative è noto alla maggioranza dei ricercatori, non a caso in molte rassegne di letteratura sull’analisi ecologica non mancano mai i riferimenti al classico lavoro di Robinson sulla fallacia ecologica (qui intesa come indebita estensione delle proprietà di un collettivo agli individui che lo compongono ); meno note, tuttavia, sono altre fallacie, come quella individualistica o atomistica (intesa come indebita estensione alla collettività delle proprietà degli individui che la compongono). Queste fallacie, che derivano dal tentativo di connettere tra loro i livelli d’analisi individuale e quelli d’analisi aggregata, non sono gli unici problemi individuati nella letteratura sul tema. Il filone di studi ecologici sulla multilevel analysis ha già messo in evidenza l’esistenza di altre fallacie e di altri errori, ugualmente dannosi, che possono minare la portata gnoseologica delle ricerche ecologiche. Partendo da un lavoro di Alker (1969) e sulla scorta dei recenti avanzamenti della letteratura sulla multilevel analysis, il nostro articolo presenterà, una rivisitazione delle possibili fallacie interpretative e proporrà una tipologia che possa servire da vademecum nell’analisi ecologica.

Le fallacie interpretative: un'insidia nelle ricerche ecologiche

ADDEO, FELICE;
2015-01-01

Abstract

Fin dagli albori della sociologia, l’analisi statistica di dati ecologici ha portato ad un accrescimento costante di saperi, metodi e sperimentazioni. Tuttavia, l’atteggiamento di accettazione acritica di metodi e tecniche derivati dalla statistica da parte di alcuni studiosi è ancora uno dei motivi che mina la qualità delle ricerche prodotte nel settore dell’analisi ecologica. La questione non riguarda solo la leggerezza con cui nelle scienze sociali le tecniche statistiche sono applicate violando, in modo consapevole o meno, gli assunti matematici su cui esse poggiano. Infatti, al di là di questi problemi di natura squisitamente tecnica, esiste una vasta gamma di errori sostanziali e semantici, legati cioè all’interpretazione dei risultati di una ricerca, in cui può incappare anche il ricercatore più avveduto. Spesso questi errori interpretativi sfuggono anche ad un lettore attento ed esperto della disciplina. Tali errori devono essere considerati come vere e proprie fallacie che ledono le potenzialità interpretative dell’applicazione delle tecniche statistiche alla riflessione sociologica. Il problema delle fallacie interpretative è noto alla maggioranza dei ricercatori, non a caso in molte rassegne di letteratura sull’analisi ecologica non mancano mai i riferimenti al classico lavoro di Robinson sulla fallacia ecologica (qui intesa come indebita estensione delle proprietà di un collettivo agli individui che lo compongono ); meno note, tuttavia, sono altre fallacie, come quella individualistica o atomistica (intesa come indebita estensione alla collettività delle proprietà degli individui che la compongono). Queste fallacie, che derivano dal tentativo di connettere tra loro i livelli d’analisi individuale e quelli d’analisi aggregata, non sono gli unici problemi individuati nella letteratura sul tema. Il filone di studi ecologici sulla multilevel analysis ha già messo in evidenza l’esistenza di altre fallacie e di altri errori, ugualmente dannosi, che possono minare la portata gnoseologica delle ricerche ecologiche. Partendo da un lavoro di Alker (1969) e sulla scorta dei recenti avanzamenti della letteratura sulla multilevel analysis, il nostro articolo presenterà, una rivisitazione delle possibili fallacie interpretative e proporrà una tipologia che possa servire da vademecum nell’analisi ecologica.
2015
978-88-207-6381-7
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