La monografia delinea un profilo organico e ragionato intorno alla figura di un pensatore complesso come V. Jankélévitch, il cui lavoro si caratterizza per la ricchezza dei temi e la molteplicità dei riferimenti (fra cui spicca quello a Bergson). La monografia – scandita intorno ad alcuni nuclei tematici emblematici di questo pensatore – la “grazia” (che dà il titolo al volume), la “morte”, la “giustizia”, il “perdono”, la “musica” – intende mostrare l’attualità (filosofica, etica e persino politica) di questo filosofo, apparentemente ‘inattuale’ e lontano dalle mode filosofiche. La sua attualità risiede, in particolare, nella capacità di superare il pensiero moderno (con le tipiche dicotomie soggetto/oggetto, vita/forme, sostanza/modi, individuo/società etc.), come anche quella prospettiva tutta illuministica che pretende di catturare la realtà nelle maglie delle umane rappresentazioni. In vista di articolare una angolazione dello sguardo capace di riconoscere nel reale le molteplici e inafferrabili dinamiche inter-relazionali, nelle quali l’uomo di volta in volta è preso, “al di qua” delle sue strategie intellettualistiche. Il che consente non solo di riformulare diversamente l’ontologia classica, ma anche di prospettare una postura etica meno centrata sull’individuo e più rivolta all’“Altro” (nelle sue molteplici figurazioni). Questa monografia è la traduzione francese – accolta presso la casa editrice francese Vrin, in collaborazione con Mimesis – del volume uscito l’anno prima in Italia: Charis. Saggio su Jankélévitch (Mimesis, Milano 2012). Il lavoro si inscrive in quella rosa di sole dodici monografie finora apparse nel mondo, sul filosofo francese, e concorre alla diffusione del pensiero jankélévitchiano, di cui l’autrice è una delle poche studiose ed esperte a livello internazionale. Il testo francese ha avuto due recensioni in Francia: sulla “Revue philosophique de la France et de l’étranger”, a firma di J.-L. Vieillard-Baron (PUF, 2015, n. 205, pp. 391-392) e sul quotidiano “Libération”, a firma di R. Maggiori (16. Oct. 2013). Il volume originario italiano ha avuto altre recensioni: sulla rivista di fascia A “Filosofia Politica”, a firma E. Stimilli (2014/1, pp. 175-176); sulla rivista di fascia A “Paideutika”, a firma di V. Mascia (2013, vol. 18, pp. 174-178); sulla pagina culturale del quotidiano “La Repubblica”, a firma P.-A. Rovatti (31 dic. 2012). Oltre a molteplici citazioni, in Italia e all’estero.
Charis. Essai sur Jankélévitch
LISCIANI PETRINI, Enrica
2013-01-01
Abstract
La monografia delinea un profilo organico e ragionato intorno alla figura di un pensatore complesso come V. Jankélévitch, il cui lavoro si caratterizza per la ricchezza dei temi e la molteplicità dei riferimenti (fra cui spicca quello a Bergson). La monografia – scandita intorno ad alcuni nuclei tematici emblematici di questo pensatore – la “grazia” (che dà il titolo al volume), la “morte”, la “giustizia”, il “perdono”, la “musica” – intende mostrare l’attualità (filosofica, etica e persino politica) di questo filosofo, apparentemente ‘inattuale’ e lontano dalle mode filosofiche. La sua attualità risiede, in particolare, nella capacità di superare il pensiero moderno (con le tipiche dicotomie soggetto/oggetto, vita/forme, sostanza/modi, individuo/società etc.), come anche quella prospettiva tutta illuministica che pretende di catturare la realtà nelle maglie delle umane rappresentazioni. In vista di articolare una angolazione dello sguardo capace di riconoscere nel reale le molteplici e inafferrabili dinamiche inter-relazionali, nelle quali l’uomo di volta in volta è preso, “al di qua” delle sue strategie intellettualistiche. Il che consente non solo di riformulare diversamente l’ontologia classica, ma anche di prospettare una postura etica meno centrata sull’individuo e più rivolta all’“Altro” (nelle sue molteplici figurazioni). Questa monografia è la traduzione francese – accolta presso la casa editrice francese Vrin, in collaborazione con Mimesis – del volume uscito l’anno prima in Italia: Charis. Saggio su Jankélévitch (Mimesis, Milano 2012). Il lavoro si inscrive in quella rosa di sole dodici monografie finora apparse nel mondo, sul filosofo francese, e concorre alla diffusione del pensiero jankélévitchiano, di cui l’autrice è una delle poche studiose ed esperte a livello internazionale. Il testo francese ha avuto due recensioni in Francia: sulla “Revue philosophique de la France et de l’étranger”, a firma di J.-L. Vieillard-Baron (PUF, 2015, n. 205, pp. 391-392) e sul quotidiano “Libération”, a firma di R. Maggiori (16. Oct. 2013). Il volume originario italiano ha avuto altre recensioni: sulla rivista di fascia A “Filosofia Politica”, a firma E. Stimilli (2014/1, pp. 175-176); sulla rivista di fascia A “Paideutika”, a firma di V. Mascia (2013, vol. 18, pp. 174-178); sulla pagina culturale del quotidiano “La Repubblica”, a firma P.-A. Rovatti (31 dic. 2012). Oltre a molteplici citazioni, in Italia e all’estero.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.