Questo articolo fa parte di un fascicolo della rivista “Filosofia Politica”, di cui Enrica Lisciani-Petrini è curatrice. L’intero fascicolo ha inteso portare all’attenzione una categoria tradizionalmente marginalizzata dal pensiero: il “quotidiano”, ovvero la “vita quotidiana”. Una categoria che – come hanno messo in evidenza autori quali Lukacs e Lefebvre – emerge in modo via via crescente con l’avvento della metropoli, fino a diventare la dimensione inaggirabile di ogni discorso. L’articolo, in particolare, della curatrice ricostruisce – in una chiave storico-teoretica – come la dimensione “quotidiana” sia mano mano venuta in primo piano, già a partire dalle celebri analisi di Freud (con la “Psicopatologia della vita quotidiana”) e di Heidegger (in “Essere e tempo”), diventando infine un nucleo centrale della riflessione di M. Blanchot. L’esito rilevante di queste riflessioni è la messa in questione del dispositivo di “soggetto personale” – articolata nella controluce della “fine della vita eroica”. Allo scopo non di annullare tale soggetto, ovviamente, ma in vista di mostrarne il complesso risvolto impersonale che sempre l’accompagna – come in una pagina il recto è sempre inseparabile dal verso. Essay of the journal “Filosofia Politica” 2014/1: “The end of heroism” This essay is included in “Filosofia Politica” 2014/1. The editor, Enrica Lisciani-Petrini, sought to bring to general attention a category traditionally marginalized by thought: the “everyday”, or “daily life”. A category which – as highlighted by authors such as Lukacs and Lefebvre – emerges gradually with the advent of the metropolis, to become the unavoidable dimension of every discourse. In particular, the editor’s essay reconstructs – in a historical and theoretical key – how the “everyday” dimension has increasingly emerged in the foreground, starting already from Freud’s famous analysis (“Psychopathology of everyday life”) and Heidegger (“Being and Time”), becoming finally the core of M. Blanchot’s reflection. The outcome of these reflections is the questioning of the “personal subject” – articulated in the backlight of the “end of heroic life”. With the aim of not voiding the subject, of course, but in view of showing the complex implications that always accompany it – as the front page is always inseparable from its back.

La fine della vita eroica

LISCIANI PETRINI, Enrica
2014-01-01

Abstract

Questo articolo fa parte di un fascicolo della rivista “Filosofia Politica”, di cui Enrica Lisciani-Petrini è curatrice. L’intero fascicolo ha inteso portare all’attenzione una categoria tradizionalmente marginalizzata dal pensiero: il “quotidiano”, ovvero la “vita quotidiana”. Una categoria che – come hanno messo in evidenza autori quali Lukacs e Lefebvre – emerge in modo via via crescente con l’avvento della metropoli, fino a diventare la dimensione inaggirabile di ogni discorso. L’articolo, in particolare, della curatrice ricostruisce – in una chiave storico-teoretica – come la dimensione “quotidiana” sia mano mano venuta in primo piano, già a partire dalle celebri analisi di Freud (con la “Psicopatologia della vita quotidiana”) e di Heidegger (in “Essere e tempo”), diventando infine un nucleo centrale della riflessione di M. Blanchot. L’esito rilevante di queste riflessioni è la messa in questione del dispositivo di “soggetto personale” – articolata nella controluce della “fine della vita eroica”. Allo scopo non di annullare tale soggetto, ovviamente, ma in vista di mostrarne il complesso risvolto impersonale che sempre l’accompagna – come in una pagina il recto è sempre inseparabile dal verso. Essay of the journal “Filosofia Politica” 2014/1: “The end of heroism” This essay is included in “Filosofia Politica” 2014/1. The editor, Enrica Lisciani-Petrini, sought to bring to general attention a category traditionally marginalized by thought: the “everyday”, or “daily life”. A category which – as highlighted by authors such as Lukacs and Lefebvre – emerges gradually with the advent of the metropolis, to become the unavoidable dimension of every discourse. In particular, the editor’s essay reconstructs – in a historical and theoretical key – how the “everyday” dimension has increasingly emerged in the foreground, starting already from Freud’s famous analysis (“Psychopathology of everyday life”) and Heidegger (“Being and Time”), becoming finally the core of M. Blanchot’s reflection. The outcome of these reflections is the questioning of the “personal subject” – articulated in the backlight of the “end of heroic life”. With the aim of not voiding the subject, of course, but in view of showing the complex implications that always accompany it – as the front page is always inseparable from its back.
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