Il volume vuole essere l’esperimento di un pensare multiplo che diviene tale nell’incrociarsi di due autonome linee di riflessione intorno a un nucleo cruciale del pensiero di Maria Zambrano: la questione dell’aisthesis e la complessità di problemi che tale questione implica. Per quello che riguarda la linea seguita dalla sottoscritta il punto da cui si muove è il riconoscimento del tratto squisitamente spagnolo della riflessione zambraniana: un pensiero della vita in cui la vita circola con la sua carica materiale, in cui i sensi sono conoscenza del mondo e del suo esperirlo. Assorbire questo tratto non significa, però, per Zambrano rivendicare un’identità chiusa, piuttosto farlo esplodere nel corpo compatto del pensiero occidentale. Ragione poetica sarà per Zambrano la ragione che è interferenza di sensibilità e concetto, loro continuo parteciparsi e reciproco trasformarsi. Non vi è perciò opposizione in Zambrano fra materia e pensiero, concreto e astratto giacché l’un termine è sempre innervato dall’altro e lo è per il loro costante entrare in congiunzione, per il loro costante contaminarsi reciproco. Ciò fa sì che ciascun elemento è tale recando in sé il segno dell’altro, essendo in sé anche l’altro da sé. Se poetica chiama Zambrano una simile ragione, questa lo è perché è continuo con-tendersi di sensibilità e concetto, loro continuo parteciparsi e reciproco interferire. Sarà perciò che la ragione poetica zambraniana può ritenersi ragione estetica: ragione per la quale la sensibilità è pensiero e il pensiero sensibilità. A dare conto di tale movimento, e parlarlo, è una lingua mista: una lingua che sottraendosi alla rigida definizione di genere ripensa filosofia, mistica, narrazione, poesia come spazialità mobile e multipla. Contagio è apparso essere così il motore teorico che muove, e spinge al di là dei suoi stessi confini, la riflessione di Zambrano. Come esso si produca e come agisca, è mostrato da un concetto-cardine del pensiero zambraniano: la pietà. Quest’ultima è “la matrice originaria della vita del sentire”, ne è, cioè, del sentire l’inclinazione fondamentale, il modo di esperire sensibilmente l’altro e le cose. Pietà può allora dirsi la relazione estetica per la quale la differenza di ciascuna parte non è eliminata o diluita, ma contagiata dall’altrui differenza e questa smette di essere assoluta e apprende a essere in sé plurale e multipla. Apprende, cioè, a ospitare l’altrui differenza senza assorbirla, ma lasciando che agisca e produca effetti la cui elaborazione è interminabile lavoro di creazione in ciò prospettando il possibile senso di un’educazione estetica.

Por amor de materia

DE LUCA, Maria Giuseppina;
2014-01-01

Abstract

Il volume vuole essere l’esperimento di un pensare multiplo che diviene tale nell’incrociarsi di due autonome linee di riflessione intorno a un nucleo cruciale del pensiero di Maria Zambrano: la questione dell’aisthesis e la complessità di problemi che tale questione implica. Per quello che riguarda la linea seguita dalla sottoscritta il punto da cui si muove è il riconoscimento del tratto squisitamente spagnolo della riflessione zambraniana: un pensiero della vita in cui la vita circola con la sua carica materiale, in cui i sensi sono conoscenza del mondo e del suo esperirlo. Assorbire questo tratto non significa, però, per Zambrano rivendicare un’identità chiusa, piuttosto farlo esplodere nel corpo compatto del pensiero occidentale. Ragione poetica sarà per Zambrano la ragione che è interferenza di sensibilità e concetto, loro continuo parteciparsi e reciproco trasformarsi. Non vi è perciò opposizione in Zambrano fra materia e pensiero, concreto e astratto giacché l’un termine è sempre innervato dall’altro e lo è per il loro costante entrare in congiunzione, per il loro costante contaminarsi reciproco. Ciò fa sì che ciascun elemento è tale recando in sé il segno dell’altro, essendo in sé anche l’altro da sé. Se poetica chiama Zambrano una simile ragione, questa lo è perché è continuo con-tendersi di sensibilità e concetto, loro continuo parteciparsi e reciproco interferire. Sarà perciò che la ragione poetica zambraniana può ritenersi ragione estetica: ragione per la quale la sensibilità è pensiero e il pensiero sensibilità. A dare conto di tale movimento, e parlarlo, è una lingua mista: una lingua che sottraendosi alla rigida definizione di genere ripensa filosofia, mistica, narrazione, poesia come spazialità mobile e multipla. Contagio è apparso essere così il motore teorico che muove, e spinge al di là dei suoi stessi confini, la riflessione di Zambrano. Come esso si produca e come agisca, è mostrato da un concetto-cardine del pensiero zambraniano: la pietà. Quest’ultima è “la matrice originaria della vita del sentire”, ne è, cioè, del sentire l’inclinazione fondamentale, il modo di esperire sensibilmente l’altro e le cose. Pietà può allora dirsi la relazione estetica per la quale la differenza di ciascuna parte non è eliminata o diluita, ma contagiata dall’altrui differenza e questa smette di essere assoluta e apprende a essere in sé plurale e multipla. Apprende, cioè, a ospitare l’altrui differenza senza assorbirla, ma lasciando che agisca e produca effetti la cui elaborazione è interminabile lavoro di creazione in ciò prospettando il possibile senso di un’educazione estetica.
2014
9788416032600
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4476861
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