Il saggio cerca di indagare il nesso tra la crisi finanziaria di questi anni e la crisi più generale della modernità, ripetutamente segnalata dalla filosofia europea nel corso del ventesimo secolo. Queste due dimensioni della crisi si congiungono nel modo più diretto nel complesso dispositivo di governo eviluppatosi in questi anni per fronteggiare le emergenze finanziarie. Il nucleo basilare di questo dispositivo è una ridefinizione del rapporto tra la sovranità politica e le spinte all’autoregolamentazione del mercato, sintetizzata nella formula di una “governance senza governo” Il saggio ricostruisce in primo luogo la fondazione teorica di questa nuova concezione della governance, sviluppata soprattutto nelle teorie di ispirazione neoliberale, per poi mettere a confronto aspettative e ambizioni delle teorie con i processi reali innescati dalla loro applicazione nella pratica. Ciò che ne risulta è una contraddizione basilare: mentre infatti le teorie presentano ogni possibile interconnessione o “revolving door” fra la dinamica economica e il potere politico come un elemento di disturbo che andrebbe eliminato ad ogni costo, le effettive pratiche di governance contemporanee ricorrono sistematicamente proprio a questo genere di interconnessione per garantirsi un’adeguata forza di penetrazione. L’interconnessione tra la dimensione politica e quella economica ha radici profonde, che chiamano in causa gli aspetti basilari della comunicazione umana, di cui la cultura moderna non è mai venuta pienamente a capo. E’ in questa dimensione antropologica fondamentale che va quindi cercata la chiave per una comprensione adeguata della crisi.

Governance senza governo: un paradigma della crisi

DE CAROLIS DI PROSSEDI, Massimo
2014-01-01

Abstract

Il saggio cerca di indagare il nesso tra la crisi finanziaria di questi anni e la crisi più generale della modernità, ripetutamente segnalata dalla filosofia europea nel corso del ventesimo secolo. Queste due dimensioni della crisi si congiungono nel modo più diretto nel complesso dispositivo di governo eviluppatosi in questi anni per fronteggiare le emergenze finanziarie. Il nucleo basilare di questo dispositivo è una ridefinizione del rapporto tra la sovranità politica e le spinte all’autoregolamentazione del mercato, sintetizzata nella formula di una “governance senza governo” Il saggio ricostruisce in primo luogo la fondazione teorica di questa nuova concezione della governance, sviluppata soprattutto nelle teorie di ispirazione neoliberale, per poi mettere a confronto aspettative e ambizioni delle teorie con i processi reali innescati dalla loro applicazione nella pratica. Ciò che ne risulta è una contraddizione basilare: mentre infatti le teorie presentano ogni possibile interconnessione o “revolving door” fra la dinamica economica e il potere politico come un elemento di disturbo che andrebbe eliminato ad ogni costo, le effettive pratiche di governance contemporanee ricorrono sistematicamente proprio a questo genere di interconnessione per garantirsi un’adeguata forza di penetrazione. L’interconnessione tra la dimensione politica e quella economica ha radici profonde, che chiamano in causa gli aspetti basilari della comunicazione umana, di cui la cultura moderna non è mai venuta pienamente a capo. E’ in questa dimensione antropologica fondamentale che va quindi cercata la chiave per una comprensione adeguata della crisi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4492657
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