"Traduttori e traduzioni tra Umanesimo e Rinascimento: Giovanni Lorenzi ed Erasmo da Rotterdam" affronta un segmento significativo della influenza enorme esercitata da Plutarco fin dalla prima metà del Quattrocento nella costruzione dell’etica umanistica. La concezione filosofica del Cheronese ben si adattava all'orizzonte culturale dei tempi nuovi, in quanto concepiva l'etica libera da finalità e vincoli strettamente speculativi. Non è casuale pertanto la scelta della traduzione dei "Praecepta bonae valitudinis" di Plutarco operata da due dei più prolifici traduttori del Cheronese, impegnati peraltro nelle vicende politiche del loro tempo: Giovanni Lorenzi ed Erasmo da Rotterdam. Traducevano allo stesso modo e con uguale criterio di resa? Certamente no, come nel presente saggio si cerca di evidenziare, attraverso l’esame di alcuni passi significativi delle due traduzioni, non senza una preliminare disamina ecdotica della tradizione, che utilizza anche due manoscritti contenenti la traduzione di Erasmo, finora non a lui attribuita.

Traduttori e traduzioni tra Umanesimo e Rinascimento: Giovanni Lorenzi ed Erasmo da Rotterdam

CHIRICO, IRENE
2014-01-01

Abstract

"Traduttori e traduzioni tra Umanesimo e Rinascimento: Giovanni Lorenzi ed Erasmo da Rotterdam" affronta un segmento significativo della influenza enorme esercitata da Plutarco fin dalla prima metà del Quattrocento nella costruzione dell’etica umanistica. La concezione filosofica del Cheronese ben si adattava all'orizzonte culturale dei tempi nuovi, in quanto concepiva l'etica libera da finalità e vincoli strettamente speculativi. Non è casuale pertanto la scelta della traduzione dei "Praecepta bonae valitudinis" di Plutarco operata da due dei più prolifici traduttori del Cheronese, impegnati peraltro nelle vicende politiche del loro tempo: Giovanni Lorenzi ed Erasmo da Rotterdam. Traducevano allo stesso modo e con uguale criterio di resa? Certamente no, come nel presente saggio si cerca di evidenziare, attraverso l’esame di alcuni passi significativi delle due traduzioni, non senza una preliminare disamina ecdotica della tradizione, che utilizza anche due manoscritti contenenti la traduzione di Erasmo, finora non a lui attribuita.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4523869
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