L’Autrice si interroga, in una prospettiva comparatistica, sugli aspetti più delicati e attuali della questione del diritto del figlio ignaro dell’identità dei propri genitori biologici di ricostruire il proprio passato e completare così la propria identità. L’incessante dialogo tra Corte EDU e corti interne, che in Italia si manifesta da ultimo nella sentenza della Consulta n. 278 del 2013, riguardante il diritto di una donna adottata di conoscere l’identità della madre biologica che aveva scelto di partorire nell’anonimato, fa emergere gli interrogativi sulla configurabilità e i limiti di un tale diritto e sul bilanciamento tra valori di pari rango costituzionale: da un lato la tutela dell’identità del figlio, dall’altro quella della vita privata e familiare degli altri soggetti coinvolti nella vicenda. L’indagine si estende al diritto del nato da procreazione medicalmente assistita eterologa, rispetto alla quale v’è una forte eterogeneità di soluzioni in Europa e, tuttavia, anche in questo caso, al di là delle differenze emerge la medesima necessità: evitare che si sovrappongano i profili della genitorialità, della costituzione della filiazione e della ricerca delle origini personali.

Identità del figlio e diritto di conoscere le proprie origini biologiche

STANZIONE, MARIA GABRIELLA
2015-01-01

Abstract

L’Autrice si interroga, in una prospettiva comparatistica, sugli aspetti più delicati e attuali della questione del diritto del figlio ignaro dell’identità dei propri genitori biologici di ricostruire il proprio passato e completare così la propria identità. L’incessante dialogo tra Corte EDU e corti interne, che in Italia si manifesta da ultimo nella sentenza della Consulta n. 278 del 2013, riguardante il diritto di una donna adottata di conoscere l’identità della madre biologica che aveva scelto di partorire nell’anonimato, fa emergere gli interrogativi sulla configurabilità e i limiti di un tale diritto e sul bilanciamento tra valori di pari rango costituzionale: da un lato la tutela dell’identità del figlio, dall’altro quella della vita privata e familiare degli altri soggetti coinvolti nella vicenda. L’indagine si estende al diritto del nato da procreazione medicalmente assistita eterologa, rispetto alla quale v’è una forte eterogeneità di soluzioni in Europa e, tuttavia, anche in questo caso, al di là delle differenze emerge la medesima necessità: evitare che si sovrappongano i profili della genitorialità, della costituzione della filiazione e della ricerca delle origini personali.
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