ENGLISH It is not enough that the public space is a real sensory organ participated and collective, a sensorium societatis, a common sense living that generates a feeling synaesthetic and self-reflective, a "we" that is self-perceived and self-legitimizing - stylized and aesthetised - in aesthetic forms of mass: the collective subject must not only feel itself, but also recognize itself and be thought in the form of social life that itself produces as sorrounding, in the society in which embodied feelings, values and meanings. “Readability” is one of the necessary conditions for the possibility of a meaningful relationship, more or less satisfactory, with a lot of signs in the public space, signs as social objects and symbolic forms, epiphenomena of tacit preconceptions usually lived in practices, in customs and traditions, or even circumstantial appearances of a fragile and latent semantic between heterogeneous elements. Obviously, "readability" is a minimum requirement for a potential decoding of a sign of something significant, not just of an aspect perceptible, and nor necessarily as a linguistic text or iconic in the strict sense. If Monument is what serves as a memorandum, as agenda and repertoire from which to draw in order to connect and evaluate –and it is the task of the profound and collective reminiscence, anamnesis– the data collected in all or a significant overview, the anti-Monument –actually, the Memorial against Fascism, Mahnmal gegen Faschismus, of Joachim Gerz and Esther Shalev-Gerz, built in 1986 to Harburg–, just fading out of sight, becoming invisible and unreadable, presents the impossibility of a cultural memory and, therefore, of a historical oblivion.

ITALIANO Non basta che lo spazio pubblico sia un vero e proprio organo sensoriale partecipato e collettivo, un sensorium societatis, un senso comune vivente che genera un sentire sinestetico e auto-riflessivo, un “noi” che si auto-percepisce e si autolegittima – si stilizza e si estetizza – nelle forme estetiche di massa: tale soggetto collettivo deve non solo sentirsi, ma anche riconoscersi e pensarsi nella forma di vita sociale che produce e lo circonda, nell’ambiente mondano in cui s’incarnano sentimenti, valori e significati. Una certa leggibilità è una delle condizioni di possibilità necessarie affinché ci sia una relazione di senso più o meno soddisfacente con i mille segni di cui è fatto lo spazio pubblico, segni che sono già oggetti sociali e forme simboliche, epifenomeni di precomprensioni tacite abitualmente messe in pratica in usi e costumi, o anche apparizioni circostanziali d’una semantica fragile e latente tra elementi eterogenei. Ovvio che per “leggibilità” si deve intendere un requisito minimo per una potenziale decodifica di un segno significativo di qualcosa, non solo un aspetto percepibile, e neanche necessariamente un testo linguistico o iconico in senso stretto. Se monumento è quanto funge da memorandum, da agenda e repertorio da cui poter attingere per connettere e valutare – ed è il compito della reminiscenza profonda e collettiva, dell’anamnesi – i dati raccolti in una totalità o visione d’insieme significativa, anti-monumento – esemplarmente, il Memoriale contro il fascismo, Mahnmal gegen Faschismus, di Joachim Gerz e Esther Shalev-Gerz, realizzato nel 1986 ad Harburg -, proprio scomparendo alla vista, diventando invisibile e illeggibile, è quanto presenta l’impossibilità di una memoria culturale e, dunque, di un oblio storico.

Space out of joints. Memoria e oblio dello spazio pubblico

FIMIANI, Filippo
2015-01-01

Abstract

ENGLISH It is not enough that the public space is a real sensory organ participated and collective, a sensorium societatis, a common sense living that generates a feeling synaesthetic and self-reflective, a "we" that is self-perceived and self-legitimizing - stylized and aesthetised - in aesthetic forms of mass: the collective subject must not only feel itself, but also recognize itself and be thought in the form of social life that itself produces as sorrounding, in the society in which embodied feelings, values and meanings. “Readability” is one of the necessary conditions for the possibility of a meaningful relationship, more or less satisfactory, with a lot of signs in the public space, signs as social objects and symbolic forms, epiphenomena of tacit preconceptions usually lived in practices, in customs and traditions, or even circumstantial appearances of a fragile and latent semantic between heterogeneous elements. Obviously, "readability" is a minimum requirement for a potential decoding of a sign of something significant, not just of an aspect perceptible, and nor necessarily as a linguistic text or iconic in the strict sense. If Monument is what serves as a memorandum, as agenda and repertoire from which to draw in order to connect and evaluate –and it is the task of the profound and collective reminiscence, anamnesis– the data collected in all or a significant overview, the anti-Monument –actually, the Memorial against Fascism, Mahnmal gegen Faschismus, of Joachim Gerz and Esther Shalev-Gerz, built in 1986 to Harburg–, just fading out of sight, becoming invisible and unreadable, presents the impossibility of a cultural memory and, therefore, of a historical oblivion.
2015
9788857528083
ITALIANO Non basta che lo spazio pubblico sia un vero e proprio organo sensoriale partecipato e collettivo, un sensorium societatis, un senso comune vivente che genera un sentire sinestetico e auto-riflessivo, un “noi” che si auto-percepisce e si autolegittima – si stilizza e si estetizza – nelle forme estetiche di massa: tale soggetto collettivo deve non solo sentirsi, ma anche riconoscersi e pensarsi nella forma di vita sociale che produce e lo circonda, nell’ambiente mondano in cui s’incarnano sentimenti, valori e significati. Una certa leggibilità è una delle condizioni di possibilità necessarie affinché ci sia una relazione di senso più o meno soddisfacente con i mille segni di cui è fatto lo spazio pubblico, segni che sono già oggetti sociali e forme simboliche, epifenomeni di precomprensioni tacite abitualmente messe in pratica in usi e costumi, o anche apparizioni circostanziali d’una semantica fragile e latente tra elementi eterogenei. Ovvio che per “leggibilità” si deve intendere un requisito minimo per una potenziale decodifica di un segno significativo di qualcosa, non solo un aspetto percepibile, e neanche necessariamente un testo linguistico o iconico in senso stretto. Se monumento è quanto funge da memorandum, da agenda e repertorio da cui poter attingere per connettere e valutare – ed è il compito della reminiscenza profonda e collettiva, dell’anamnesi – i dati raccolti in una totalità o visione d’insieme significativa, anti-monumento – esemplarmente, il Memoriale contro il fascismo, Mahnmal gegen Faschismus, di Joachim Gerz e Esther Shalev-Gerz, realizzato nel 1986 ad Harburg -, proprio scomparendo alla vista, diventando invisibile e illeggibile, è quanto presenta l’impossibilità di una memoria culturale e, dunque, di un oblio storico.
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