Si tratta della biografia, pubblicata 'anonima' dal conte Gian Rinaldo Carli, e scritta ‘a caldo’, all'indomani della morte della giovane moglie. L’A. presenta questa biografia come un esempio singolare di scrittura della memoria, in cui la verità storica si confonde con vicende e fatti privati, ma che denuncia poi, nella struttura e nella organizzazione del racconto, la propensione per un metodo di analisi mutuato piuttosto dalla ricerca storico-erudita. Particolare rilievo è riservato alla vicenda editoriale che interessò questo scritto, stampato a Lucca nel 1750, ma subito sottratto, per espressa volontà dell'autore, al consumo e alla circolazione. Si tratta indubbiamente di un aspetto non secondario nella storia e nella fortuna di questo libro, coinvolto in una curiosa vicenda di autocensura, e i cui sviluppi sono collegati a figure e personaggi di spicco nell'ambito della vita religiosa e culturale lucchese del tempo: vicende che toccano ancora una volta questioni complesse (lo statuto dell'autore, il diritto di proprietà, il sistema dei controlli tra censura e autocensura), e sicuramente non marginali nella storia dell'editoria lucchese e non solo lucchese del Settecento.

Su un caso di autocensura: le "Private disavventure" del conte Gian Rinaldo Carli

MONTANILE, Filomena
2015-01-01

Abstract

Si tratta della biografia, pubblicata 'anonima' dal conte Gian Rinaldo Carli, e scritta ‘a caldo’, all'indomani della morte della giovane moglie. L’A. presenta questa biografia come un esempio singolare di scrittura della memoria, in cui la verità storica si confonde con vicende e fatti privati, ma che denuncia poi, nella struttura e nella organizzazione del racconto, la propensione per un metodo di analisi mutuato piuttosto dalla ricerca storico-erudita. Particolare rilievo è riservato alla vicenda editoriale che interessò questo scritto, stampato a Lucca nel 1750, ma subito sottratto, per espressa volontà dell'autore, al consumo e alla circolazione. Si tratta indubbiamente di un aspetto non secondario nella storia e nella fortuna di questo libro, coinvolto in una curiosa vicenda di autocensura, e i cui sviluppi sono collegati a figure e personaggi di spicco nell'ambito della vita religiosa e culturale lucchese del tempo: vicende che toccano ancora una volta questioni complesse (lo statuto dell'autore, il diritto di proprietà, il sistema dei controlli tra censura e autocensura), e sicuramente non marginali nella storia dell'editoria lucchese e non solo lucchese del Settecento.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4663835
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