Questo contributo, nella sua dimensione teorica ed empirica, intende suggerire a coloro che si occupano di formazione e di traiettorie di sviluppo, l’assunzione costante di una prospettiva “in positivo” nella valutazione del rischio psicosociale. Si tratta, in altre parole, del tentativo di incentivare una cultura professionale orientata a fronteggiare la tendenza (presente nel quotidiano quanto, talvolta, nell’ambito degli interventi psicosociali) ad utilizzare forme di categorizzazione sociale semplificate e stereotipate in presenza di comportamenti che non rientrano nella canonicità. Questo volume vuole costituire una sorta di cartina di tornasole per far emergere, nell’ambito degli interventi psicosociali, i problemi indotti da visioni semplificate della realtà e soprattutto dall’assunzione, in negativo, di una prospettiva di sviluppo stereotipata. Proprio per questa ragione, gli stessi strumenti di indagine proposti nella seconda parte del volume assolvono alla duplice funzione di evidenziare situazioni “critiche” nei contesti educativi ma al tempo stesso affinare le competenze del lettore nell’evitare pericolose semplificazioni, traendo conclusioni affrettate da valutazioni spontanee. In questa prospettiva, il percorso di ricerca-azione, documentato nel volume, ha voluto deliberatamente situarsi al punto di intersezione fra il mondo dei minori ed il contesto scolastico e sociale, nel tentativo di far emergere le dinamiche, le difficoltà e le risorse per promuovere e ristabilire le opportunità di crescita inscritte nell’esperienza formativa.

Iannaccone, A., Marsico, G. (2009). Adatti e quasi adatti a scuola. La valutazione del rischio psicosociale., Rimini: Maggioli Editore.

MARSICO, Giuseppina;IANNACCONE, Antonio
2009-01-01

Abstract

Questo contributo, nella sua dimensione teorica ed empirica, intende suggerire a coloro che si occupano di formazione e di traiettorie di sviluppo, l’assunzione costante di una prospettiva “in positivo” nella valutazione del rischio psicosociale. Si tratta, in altre parole, del tentativo di incentivare una cultura professionale orientata a fronteggiare la tendenza (presente nel quotidiano quanto, talvolta, nell’ambito degli interventi psicosociali) ad utilizzare forme di categorizzazione sociale semplificate e stereotipate in presenza di comportamenti che non rientrano nella canonicità. Questo volume vuole costituire una sorta di cartina di tornasole per far emergere, nell’ambito degli interventi psicosociali, i problemi indotti da visioni semplificate della realtà e soprattutto dall’assunzione, in negativo, di una prospettiva di sviluppo stereotipata. Proprio per questa ragione, gli stessi strumenti di indagine proposti nella seconda parte del volume assolvono alla duplice funzione di evidenziare situazioni “critiche” nei contesti educativi ma al tempo stesso affinare le competenze del lettore nell’evitare pericolose semplificazioni, traendo conclusioni affrettate da valutazioni spontanee. In questa prospettiva, il percorso di ricerca-azione, documentato nel volume, ha voluto deliberatamente situarsi al punto di intersezione fra il mondo dei minori ed il contesto scolastico e sociale, nel tentativo di far emergere le dinamiche, le difficoltà e le risorse per promuovere e ristabilire le opportunità di crescita inscritte nell’esperienza formativa.
2009
9788838751677
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