Si riportano i risultati di una ricerca volta a valutare gli effetti di due diverse modalità di gestione dell’oliveto, finalizzate alla conservazione o al reintegro della sostanza organica (s.o.) nel terreno. La prima basata sull’adozione di tecniche conservative alternative alle lavorazioni: un sistema di gestione sostenibile (inerbimento spontaneo, trinciatura del materiale di potatura, mulching) a confronto con quello convenzionale (lavorazioni superficiali, allontanamento del materiale di potatura). La seconda volta a valutare gli effetti di differenti apporti di s.o. proveniente da sottoprodotti della filiera olivicola: acque di vegetazione (AV) e due dosi diverse di compost da sansa olearia (CS1) (CS2). CS1 ha fornito i migliori risultati in termini di capacità di accumulo e di umificazione del C organico apportato. Nel sistema sostenibile si è osservato un aumento di C organico totale (TOC) nello strato superficiale (0-10 cm); la macroporosità, seppure non elevata, è omogeneamente distribuita lungo il profilo. Al contrario, in quello convenzionale le lavorazioni hanno provocato una generale diminuzione del tenore di s.o. e la formazione di uno strato compatto a circa 10 cm di profondità; ciò, unitamente alla formazione di croste superficiali, ha contribuito all’innesco di processi di erosione incanalata e conseguenze negative sulla formazione della riserva idrica.

Olivicoltura sostenibile e gestione del suolo

CELANO, Giuseppe;
2013-01-01

Abstract

Si riportano i risultati di una ricerca volta a valutare gli effetti di due diverse modalità di gestione dell’oliveto, finalizzate alla conservazione o al reintegro della sostanza organica (s.o.) nel terreno. La prima basata sull’adozione di tecniche conservative alternative alle lavorazioni: un sistema di gestione sostenibile (inerbimento spontaneo, trinciatura del materiale di potatura, mulching) a confronto con quello convenzionale (lavorazioni superficiali, allontanamento del materiale di potatura). La seconda volta a valutare gli effetti di differenti apporti di s.o. proveniente da sottoprodotti della filiera olivicola: acque di vegetazione (AV) e due dosi diverse di compost da sansa olearia (CS1) (CS2). CS1 ha fornito i migliori risultati in termini di capacità di accumulo e di umificazione del C organico apportato. Nel sistema sostenibile si è osservato un aumento di C organico totale (TOC) nello strato superficiale (0-10 cm); la macroporosità, seppure non elevata, è omogeneamente distribuita lungo il profilo. Al contrario, in quello convenzionale le lavorazioni hanno provocato una generale diminuzione del tenore di s.o. e la formazione di uno strato compatto a circa 10 cm di profondità; ciò, unitamente alla formazione di croste superficiali, ha contribuito all’innesco di processi di erosione incanalata e conseguenze negative sulla formazione della riserva idrica.
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