Nell’ampia ricostruzione delle "Vite degli eccellenti italiani" (1802-1803), e anche in altre sue opere, non dichiaratamente biografiche, Lomonaco conferma la sua inclinazione per un tipo di analisi di ispirazione fenomenistica che lo porta ad assegnare particolare rilievo alle fattezze del corpo, ai tratti fisici, con un sicuro interesse per quella ‘scienza’, la fisiognomica, che oltre due secoli addietro, proprio a Napoli, aveva trovato in Della Porta uno degli interpreti più autorevoli. Ma l’interesse di Lomonaco per questa ‘scienza’, alla quale dedica un’intera sezione della sua Analisi della sensibilità (1801), si nutre di altri umori e di altre sollecitazioni culturali, dalle quali non è estraneo l’orientamento filosofico del suo pensiero, sviluppato negli anni dell’esilio francese, nella direzione naturalistico-sensista, propria di quella seconda generazione dei sensisti che furono gli idéologues. La conoscenza dell’uomo si prospetta per lui come la condizione primaria per l’edificazione della morale e della politica. E’ questo il motivo per cui i personaggi di queste Vite sono spiegati in base alle sole componenti naturali, in base ai principi della sensibilità e alle leggi che la governano.

Tratti fisiognomici nelle "Vite degli eccellenti italiani" di Francesco Lomonaco

MONTANILE, Filomena
2016-01-01

Abstract

Nell’ampia ricostruzione delle "Vite degli eccellenti italiani" (1802-1803), e anche in altre sue opere, non dichiaratamente biografiche, Lomonaco conferma la sua inclinazione per un tipo di analisi di ispirazione fenomenistica che lo porta ad assegnare particolare rilievo alle fattezze del corpo, ai tratti fisici, con un sicuro interesse per quella ‘scienza’, la fisiognomica, che oltre due secoli addietro, proprio a Napoli, aveva trovato in Della Porta uno degli interpreti più autorevoli. Ma l’interesse di Lomonaco per questa ‘scienza’, alla quale dedica un’intera sezione della sua Analisi della sensibilità (1801), si nutre di altri umori e di altre sollecitazioni culturali, dalle quali non è estraneo l’orientamento filosofico del suo pensiero, sviluppato negli anni dell’esilio francese, nella direzione naturalistico-sensista, propria di quella seconda generazione dei sensisti che furono gli idéologues. La conoscenza dell’uomo si prospetta per lui come la condizione primaria per l’edificazione della morale e della politica. E’ questo il motivo per cui i personaggi di queste Vite sono spiegati in base alle sole componenti naturali, in base ai principi della sensibilità e alle leggi che la governano.
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