La disciplina del regolamento condominiale, ovvero del documento contenente le norme relative all’uso delle cose comuni e la ripartizione delle spese secondo i diritti e gli obblighi spettanti ai singoli condomini1, è contemplata dall’art 1138 c.c. che, pur disponendone i presupposti di necessaria formazione, i contenuti minimi e i limiti di competenza (oltre a individuare i poteri e le modalità di iniziativa, approvazione, revisione e impugnazione), non fornisce una definizione esaustiva, lasciando ampi spazi interpretativi in merito alla natura giuridica e ai requisiti essenziali del regolamento. Tale circostanza ha portato ad un ampio dibattito dottrinale e a numerose pronunce giurisprudenziali che, nel tempo, hanno cercato di colmare le richiamate lacune definitorie, non passibili di essere considerate puramente teoriche e, dunque, trascurabili. La riconducibilità del regolamento condominiale alle fonti “normative” piuttosto che a quelle di natura “contrattuale”, infatti, implica rilevanti conseguenze applicative della disciplina dettata dall’art. 1138 c.c. rendendo necessaria una individuazione certa della natura giuridica relativa allo strumento in esame. Sulla base di tali considerazioni, dunque, si rende opportuna una breve ricostruzione dei principali orientamenti dottrinali che hanno autorevolmente sostenuto tesi contrapposte, nonché delle più recenti pronunce che sembrano aver posto rimedio a tali contrasti.

Il regolamento condominiale tra interessi collettivi e diritti individuali

VIGLIAR, SALVATORE
2010-01-01

Abstract

La disciplina del regolamento condominiale, ovvero del documento contenente le norme relative all’uso delle cose comuni e la ripartizione delle spese secondo i diritti e gli obblighi spettanti ai singoli condomini1, è contemplata dall’art 1138 c.c. che, pur disponendone i presupposti di necessaria formazione, i contenuti minimi e i limiti di competenza (oltre a individuare i poteri e le modalità di iniziativa, approvazione, revisione e impugnazione), non fornisce una definizione esaustiva, lasciando ampi spazi interpretativi in merito alla natura giuridica e ai requisiti essenziali del regolamento. Tale circostanza ha portato ad un ampio dibattito dottrinale e a numerose pronunce giurisprudenziali che, nel tempo, hanno cercato di colmare le richiamate lacune definitorie, non passibili di essere considerate puramente teoriche e, dunque, trascurabili. La riconducibilità del regolamento condominiale alle fonti “normative” piuttosto che a quelle di natura “contrattuale”, infatti, implica rilevanti conseguenze applicative della disciplina dettata dall’art. 1138 c.c. rendendo necessaria una individuazione certa della natura giuridica relativa allo strumento in esame. Sulla base di tali considerazioni, dunque, si rende opportuna una breve ricostruzione dei principali orientamenti dottrinali che hanno autorevolmente sostenuto tesi contrapposte, nonché delle più recenti pronunce che sembrano aver posto rimedio a tali contrasti.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4700327
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