La teoria queer concentrando la sua attenzione sulla decostruzione dell’identità di genere e di quella sessuale solo raramente si è confrontata con la questione delle differenze etniche e razziali. Così come ai primi scritti femministi è stato rimproverato il fatto che riflettessero l’esperienza e le preoccupazioni delle donne bianche delle società nordamericane, oggi la teoria pone attenzione in maniera solo marginale ai vissuti di donne e uomini provenienti da altre parti del globo che per condizioni sociali e culturali di partenza non sono assimilabili in un’unica condizione universale LGBT. Attenzione che oggi si fa impellente, poiché come precisa il rapporto Fleeing Homophobia ogni anno in Europa 10.000 LGBT stranieri pongono domanda di protezione internazionale per orientamento sessuale e identità di genere. A partire da queste prime riflessioni il saggio si propone di descrivere l’immaginario collettivo costruito intorno alla figura del migrante all’interno della comunità LGBT, verificando come la rappresentazione della discriminazione omofobica e islamofobica, in particolare per i migranti provenienti da Paesi musulmani, conduca a un processo di ostilità razziale nei confronti dei migranti LGBT piuttosto che a un processo di integrazione, o tutt’al più quella che in letteratura è definita nei termini di una raceblindness che impedisce di cogliere le difficoltà dei migranti, di prendere in considerazione inoltre i modi di vivere e concepire la sessualità nei Paesi di origine, oltre che la difficoltà dei migranti nell'aderire ai modelli proposti dalla comunità LGBT mainstream.

Razzializzazione, raceblindess e processi d'integrazione: il migrante omosessuale nella comunità LGBT italiana

Mangone Emiliana
;
Masullo Giuseppe
2017-01-01

Abstract

La teoria queer concentrando la sua attenzione sulla decostruzione dell’identità di genere e di quella sessuale solo raramente si è confrontata con la questione delle differenze etniche e razziali. Così come ai primi scritti femministi è stato rimproverato il fatto che riflettessero l’esperienza e le preoccupazioni delle donne bianche delle società nordamericane, oggi la teoria pone attenzione in maniera solo marginale ai vissuti di donne e uomini provenienti da altre parti del globo che per condizioni sociali e culturali di partenza non sono assimilabili in un’unica condizione universale LGBT. Attenzione che oggi si fa impellente, poiché come precisa il rapporto Fleeing Homophobia ogni anno in Europa 10.000 LGBT stranieri pongono domanda di protezione internazionale per orientamento sessuale e identità di genere. A partire da queste prime riflessioni il saggio si propone di descrivere l’immaginario collettivo costruito intorno alla figura del migrante all’interno della comunità LGBT, verificando come la rappresentazione della discriminazione omofobica e islamofobica, in particolare per i migranti provenienti da Paesi musulmani, conduca a un processo di ostilità razziale nei confronti dei migranti LGBT piuttosto che a un processo di integrazione, o tutt’al più quella che in letteratura è definita nei termini di una raceblindness che impedisce di cogliere le difficoltà dei migranti, di prendere in considerazione inoltre i modi di vivere e concepire la sessualità nei Paesi di origine, oltre che la difficoltà dei migranti nell'aderire ai modelli proposti dalla comunità LGBT mainstream.
2017
978-88-98822-12-6
978-88-98822-10-2
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