Crudeltà è uno dei nomi del male, indicando un’estrema violenza fisica o mentale. Per comprendere la sua sconcertante ma anche seducente forza negatrice, si richiede un atteggiamento di nitore intellettuale che non arretra di fronte alle manifestazioni più inquietanti dell’umano, le quali spesso assumono forme abitudinarie o addirittura “civilizzatrici”. Seguendo alcune indicazioni di Nietzsche e Artaud, la crudeltà diventa dunque una fenomenologia del negativo, che a sua volta risponde a un bisogno di verità. I comportamenti crudeli non solo non vanno rimossi, ma vanno stanati, quando si nascondono sotto intenzioni sublimatrici e redentrici. C'è una ineluttabilità e perfino una seduttività del male, che corrispondono alla natura ambigua dell'uomo. Il dovere di "dire il terribile" (Elias Canetti) diventa allora un esercizio intellettuale, la cui forza pratica e ammonitrice deriva dalla potenza descrittiva e dalla capacità di stimolare l’autoriflessione su chi siamo. A questo scopo il volume presenta una serie si saggi che valgono come materiali preparatori per una voce "crudeltà" nel lessico del male. I saggi si muovono come sonde rapide nelle stratificazioni della vita quotidiana, tra rituali, usi linguistici, politici e morali, sin giù agli elementi primi di una fisiologia del corpo e della coscienza.

Dire il terribile

marco russo
2020-01-01

Abstract

Crudeltà è uno dei nomi del male, indicando un’estrema violenza fisica o mentale. Per comprendere la sua sconcertante ma anche seducente forza negatrice, si richiede un atteggiamento di nitore intellettuale che non arretra di fronte alle manifestazioni più inquietanti dell’umano, le quali spesso assumono forme abitudinarie o addirittura “civilizzatrici”. Seguendo alcune indicazioni di Nietzsche e Artaud, la crudeltà diventa dunque una fenomenologia del negativo, che a sua volta risponde a un bisogno di verità. I comportamenti crudeli non solo non vanno rimossi, ma vanno stanati, quando si nascondono sotto intenzioni sublimatrici e redentrici. C'è una ineluttabilità e perfino una seduttività del male, che corrispondono alla natura ambigua dell'uomo. Il dovere di "dire il terribile" (Elias Canetti) diventa allora un esercizio intellettuale, la cui forza pratica e ammonitrice deriva dalla potenza descrittiva e dalla capacità di stimolare l’autoriflessione su chi siamo. A questo scopo il volume presenta una serie si saggi che valgono come materiali preparatori per una voce "crudeltà" nel lessico del male. I saggi si muovono come sonde rapide nelle stratificazioni della vita quotidiana, tra rituali, usi linguistici, politici e morali, sin giù agli elementi primi di una fisiologia del corpo e della coscienza.
2020
978-88-255-3272-2
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