La nota, muovendo dalla decisione della Corte di Cassazione, analizza il percorso seguito dalla giurisprudenza di merito con riferimento ad una società si fatto o apparente, partecipata da società di capitali e da persone fisiche, evidenziando come emerga, sia pure tra molte contraddizioni, la tendenza a valutare in modo rigoroso la sussistenza di un'unica attività di impresa, diversa rispetto a quella esercitata dalle società o imprese individuali socie, e il conseguente accertamento dell'esistenza di un compendio di beni organizzati per perseguire il comune risultato economico.

Supersocietà di fatto e comune intento dei soci: dalla magia delle parole alla necessaria dimostrazione di un’unica attività d’impresa (nota a Cass., 17 aprile 2020, n. 7903).

Giuseppe Fauceglia
2020-01-01

Abstract

La nota, muovendo dalla decisione della Corte di Cassazione, analizza il percorso seguito dalla giurisprudenza di merito con riferimento ad una società si fatto o apparente, partecipata da società di capitali e da persone fisiche, evidenziando come emerga, sia pure tra molte contraddizioni, la tendenza a valutare in modo rigoroso la sussistenza di un'unica attività di impresa, diversa rispetto a quella esercitata dalle società o imprese individuali socie, e il conseguente accertamento dell'esistenza di un compendio di beni organizzati per perseguire il comune risultato economico.
2020
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4749924
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