Nell’odierna società - sempre più fluida, sfuggente e senza punti di riferimento - la riscoperta della propria città attraverso la mobilità dolce testimonia il bisogno della collettività di riallacciare il legame con i luoghi che gli eccessi della modernità hanno in qualche modo spezzato, rappresentando una risposta al senso di indeterminatezza e di incertezza che caratterizza il tempo attuale. In questa prospettiva, la pratica del trekking urbano, quale strumento di mediazione materiale e culturale della dialettica uomo-città, può svelare le centinaia di scalinate – spesso dimenticate o sottovalutate - che fanno da palcoscenico alla vita quotidiana. Le scalinate, intese come racconto identitario dei luoghi ma anche come narrazione del legame che l’individuo instaura con essi, proiettano non solo le specificità e le molteplici caratteristiche di ogni contesto urbano, ma anche l’insieme dei simboli e dei valori di cui ogni città si ammanta. In particolare, Napoli – città raccolta tra le colline ed il mare – con strade strette e pessima per le auto, è perfetta per chi ha voglia di muoversi a piedi. Su tali premesse, si fonda il presente lavoro che intende illustrare come questa particolare esperienza di trekking urbano contribuisca non solo alla conoscenza delle specificità paesaggistiche napoletane, ma sia anche uno strumento endogeno di autorappresentazione identitaria in grado di concorrere al processo di percezione collettiva della città partenopea.

Napoli a piedi: a passeggio tra scale, rampe e gradonate.

Germana Citarella
2021-01-01

Abstract

Nell’odierna società - sempre più fluida, sfuggente e senza punti di riferimento - la riscoperta della propria città attraverso la mobilità dolce testimonia il bisogno della collettività di riallacciare il legame con i luoghi che gli eccessi della modernità hanno in qualche modo spezzato, rappresentando una risposta al senso di indeterminatezza e di incertezza che caratterizza il tempo attuale. In questa prospettiva, la pratica del trekking urbano, quale strumento di mediazione materiale e culturale della dialettica uomo-città, può svelare le centinaia di scalinate – spesso dimenticate o sottovalutate - che fanno da palcoscenico alla vita quotidiana. Le scalinate, intese come racconto identitario dei luoghi ma anche come narrazione del legame che l’individuo instaura con essi, proiettano non solo le specificità e le molteplici caratteristiche di ogni contesto urbano, ma anche l’insieme dei simboli e dei valori di cui ogni città si ammanta. In particolare, Napoli – città raccolta tra le colline ed il mare – con strade strette e pessima per le auto, è perfetta per chi ha voglia di muoversi a piedi. Su tali premesse, si fonda il presente lavoro che intende illustrare come questa particolare esperienza di trekking urbano contribuisca non solo alla conoscenza delle specificità paesaggistiche napoletane, ma sia anche uno strumento endogeno di autorappresentazione identitaria in grado di concorrere al processo di percezione collettiva della città partenopea.
2021
978-88-5495-347-5
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