Il lavoro commenta analiticamente le disposizioni contenute nel capo II della legge 19 febbraio 2004, n. 40 (Norme in materia di procreazione medicalmente assistita) il quale, sotto la generica ed anodina rubrica “Accesso alle tecniche”, raccoglie una serie eterogenea di norme, alcune delle quali rappresentano una specificazione di regole già precedentemente dettate, altre un’enunciazione di principi in parte demandati alla concretizzazione medico-casistica ed in parte puntualizzati successivamente, altre ancora pregnanti divieti di carattere assoluto che limitano incisivamente lo stesso ambito di applicabilità delle tecniche di procreazione medicalmente assistita. L’indagine si sofferma, in primis, sui presupposti del ricorso alle tecniche in questione, evidenziando la finalità lato sensu terapeutica dei relativi interventi medici e la residualità degli stessi, illustrando i principi che devono reggere l’applicazione delle tecniche e soffermandosi sul divieto di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo al fine di verificare se sia configurabile un diritto soggettivo fondamentale di procreare o si debba parlare, piuttosto, di un interesse esistenziale meritevole di tutela solo se non si ponga in contrasto con altri interessi da ritenersi preminenti alla luce dei principi costituzionali. Successivamente, vengono analizzati i requisiti soggettivi per l’accesso alle tecniche, cercando di risolvere i problemi lasciati insoluti dal legislatore in merito alle conseguenze della sopravvenuta mancanza degli stessi. Specifica attenzione viene, infine, dedicata alla volontà dei richiedenti, evidenziandone la plurima valenza giuridica ed illustrando le principali problematiche concernenti la mancanza ed i vizi del consenso, nonché la delicata questione della revoca dello stesso.
Accesso alle tecniche (Commento al Capo II della l. 19 febbraio 2004, n. 40)
NADDEO, Francesca
2004-01-01
Abstract
Il lavoro commenta analiticamente le disposizioni contenute nel capo II della legge 19 febbraio 2004, n. 40 (Norme in materia di procreazione medicalmente assistita) il quale, sotto la generica ed anodina rubrica “Accesso alle tecniche”, raccoglie una serie eterogenea di norme, alcune delle quali rappresentano una specificazione di regole già precedentemente dettate, altre un’enunciazione di principi in parte demandati alla concretizzazione medico-casistica ed in parte puntualizzati successivamente, altre ancora pregnanti divieti di carattere assoluto che limitano incisivamente lo stesso ambito di applicabilità delle tecniche di procreazione medicalmente assistita. L’indagine si sofferma, in primis, sui presupposti del ricorso alle tecniche in questione, evidenziando la finalità lato sensu terapeutica dei relativi interventi medici e la residualità degli stessi, illustrando i principi che devono reggere l’applicazione delle tecniche e soffermandosi sul divieto di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo al fine di verificare se sia configurabile un diritto soggettivo fondamentale di procreare o si debba parlare, piuttosto, di un interesse esistenziale meritevole di tutela solo se non si ponga in contrasto con altri interessi da ritenersi preminenti alla luce dei principi costituzionali. Successivamente, vengono analizzati i requisiti soggettivi per l’accesso alle tecniche, cercando di risolvere i problemi lasciati insoluti dal legislatore in merito alle conseguenze della sopravvenuta mancanza degli stessi. Specifica attenzione viene, infine, dedicata alla volontà dei richiedenti, evidenziandone la plurima valenza giuridica ed illustrando le principali problematiche concernenti la mancanza ed i vizi del consenso, nonché la delicata questione della revoca dello stesso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.