Il “Libro del Cavallero Zifar” è il primo romanzo cavalleresco in castigliano, capostipite, ma con caratteristiche ben diverse, di tutta quella fioritura di “libros de caballerías” che distingue la letteratura castigliana del tardo medioevo. Datato intorno al 1300, il romanzo si qualifica quasi come realistico, pur contenendo degli episodi fantastici. Il presente intervento si occuperà di due di questi: la storia del “Cavallero Atrevido” e quella delle “Islas dotadas”. Si suggerirà che questi due episodi possono essere letti nel contesto di quello che può essere definita la leggenda arturiana mediterranea, che compare, oltre che nell’iconografia italiana, in alcuni testi ‘mediterranei’ quali il romanzo occitano di “Jaufre”, quello francese, ma ambientato in Sicilia, “Florian et Florete” e il romanzo trecentesco catalano “La Faula” di Guillem de Torroella, per citarne alcuni. Da questa nuova lettura dei due episodi si cercherà anche di sottolineare il debito dell’autore non solo con la prosa scientifica alfonsina, o quella araba, ma anche con la tradizione galloromanza, o meglio occitano-catalana, un fatto che sembra confermato da una prima analisi della lingua impiegata in questi due episodi. Si aggiunge così un ulteriore tassello a quella “ibridazione generica” che caratterizza il “Libro del Cavallero Zifar”.
Artù mediterraneo: La testimonianza del Libro del Cavallero Zifar
LEE, Charmaine Anne
2006-01-01
Abstract
Il “Libro del Cavallero Zifar” è il primo romanzo cavalleresco in castigliano, capostipite, ma con caratteristiche ben diverse, di tutta quella fioritura di “libros de caballerías” che distingue la letteratura castigliana del tardo medioevo. Datato intorno al 1300, il romanzo si qualifica quasi come realistico, pur contenendo degli episodi fantastici. Il presente intervento si occuperà di due di questi: la storia del “Cavallero Atrevido” e quella delle “Islas dotadas”. Si suggerirà che questi due episodi possono essere letti nel contesto di quello che può essere definita la leggenda arturiana mediterranea, che compare, oltre che nell’iconografia italiana, in alcuni testi ‘mediterranei’ quali il romanzo occitano di “Jaufre”, quello francese, ma ambientato in Sicilia, “Florian et Florete” e il romanzo trecentesco catalano “La Faula” di Guillem de Torroella, per citarne alcuni. Da questa nuova lettura dei due episodi si cercherà anche di sottolineare il debito dell’autore non solo con la prosa scientifica alfonsina, o quella araba, ma anche con la tradizione galloromanza, o meglio occitano-catalana, un fatto che sembra confermato da una prima analisi della lingua impiegata in questi due episodi. Si aggiunge così un ulteriore tassello a quella “ibridazione generica” che caratterizza il “Libro del Cavallero Zifar”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.