Se la letteratura del Grand Tour ha ricevuto una notevole attenzione da parte degli studiosi italiani e stranieri negli ultimi decenni, meno risalto ha avuto invece lo studio del ruolo dell'intellettualità delle province nella percezione e rappresentazione dei viaggiatori nel Mezzogiorno d'Italia. Ciò è tanto più importante nell'ultimo ventennio del Settecento, quando si assiste ad una significativa svolta nella letteratura odeporica in direzione di una originalità di sguardo, percezione e rappresentazione in linea con i grandi processi di cambiamento politico, sociale e culturale che stanno destrutturando il quadro europeo. Le scritture prodotte da Giuseppe Maria Galanti, frutto della sua profonda conoscenza del Mezzogiorno, rappresentano uno dei documenti più importanti del riformismo settecentesco: in particolare quelle legate ai suoi viaggi di visitatore del Regno, incaricato dalla monarchia borbonica; esse consentono, tra l'altro, di leggere in controluce le idee illuministiche in circolazione nelle province del Mezzogiorno, fatte proprie da numerosi esponenti della giovane intellettualità che Galanti utilizza come "informatori" e che saranno poi protagoniste della Rivoluzione di fine secolo. Il "Giornale di viaggio in Abruzzo", steso da Galanti durante la sua seconda visita nel 1793 – inedito pubblicato in appendice – è un documento assai significativo per l'indagine affidata ad un originale metodo interdisciplinare cui fa da tessuto connettivo una cultura illuministica di livello europeo, fortemente piegata all'analisi della realtà meridionale. Dal "Giornale di viaggio" emerge la caparbia progettualità riformatrice di Galanti che, a fronte di un processo riformatore ormai bloccato, propone soluzioni politiche e sociali avanzatissime nel tentativo di fermare lo scivolamento del Regno verso la catastrofe, del cui incombere ha piena consapevolezza.

Giornali di viaggio in Abruzzo (1791,1793) di G. M. Galanti,

MARTELLI, Sebastiano
2006-01-01

Abstract

Se la letteratura del Grand Tour ha ricevuto una notevole attenzione da parte degli studiosi italiani e stranieri negli ultimi decenni, meno risalto ha avuto invece lo studio del ruolo dell'intellettualità delle province nella percezione e rappresentazione dei viaggiatori nel Mezzogiorno d'Italia. Ciò è tanto più importante nell'ultimo ventennio del Settecento, quando si assiste ad una significativa svolta nella letteratura odeporica in direzione di una originalità di sguardo, percezione e rappresentazione in linea con i grandi processi di cambiamento politico, sociale e culturale che stanno destrutturando il quadro europeo. Le scritture prodotte da Giuseppe Maria Galanti, frutto della sua profonda conoscenza del Mezzogiorno, rappresentano uno dei documenti più importanti del riformismo settecentesco: in particolare quelle legate ai suoi viaggi di visitatore del Regno, incaricato dalla monarchia borbonica; esse consentono, tra l'altro, di leggere in controluce le idee illuministiche in circolazione nelle province del Mezzogiorno, fatte proprie da numerosi esponenti della giovane intellettualità che Galanti utilizza come "informatori" e che saranno poi protagoniste della Rivoluzione di fine secolo. Il "Giornale di viaggio in Abruzzo", steso da Galanti durante la sua seconda visita nel 1793 – inedito pubblicato in appendice – è un documento assai significativo per l'indagine affidata ad un originale metodo interdisciplinare cui fa da tessuto connettivo una cultura illuministica di livello europeo, fortemente piegata all'analisi della realtà meridionale. Dal "Giornale di viaggio" emerge la caparbia progettualità riformatrice di Galanti che, a fronte di un processo riformatore ormai bloccato, propone soluzioni politiche e sociali avanzatissime nel tentativo di fermare lo scivolamento del Regno verso la catastrofe, del cui incombere ha piena consapevolezza.
2006
9788876001642
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