L’attuale situazione idrografica dei Colli Albani è molto diversa da quella anteriore alla costruzione degli antichi emissari, realizzati per drenare alcuni crateri presenti nell’area e regolamentare il livello dei due bacini maggiori, i laghi di Albano e di Nemi. Le numerose testimonianze letterarie, nel riferire di un inspiegabile innalzamento delle acque del lago di Albano, verificatosi nel IV secolo, hanno creato una correlazione tra la creazione di un canale esautoratore e l’esito positivo della fase espansiva dei Romani nell’ Italia centrale, quasi a voler attribuire all’opera un valore simbolico: chi è in grado di ‘governare’ le acque del lago avrà anche la possibilità di governare un più ampio territorio. Cicerone, che è la fonte più antica, inserisce la sua realizzazione nel contesto della guerra contro Veio. Il racconto, con alcune differenze di particolari, viene ripreso da Livio, Dionigi di Alicarnasso, Plutarco. Questo episodio alluvionale trova conferma nelle indagini geologiche degli ultimi anni, secondo cui fino al IV secolo si sono verificati eventi catastrofici con lo straripamento delle acque dal loro bacino. L’emissario del lago di Nemi viene ricordato implicitamente solo da Strabone. Questo silenzio delle fonti induce a ritenere che si tratti di una realizzazione preromana, la cui costruzione può collocarsi tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C. La carenza della tradizione letteraria è, tuttavia, compensata dagli esiti delle ricerche archeologiche sviluppatesi nell’arco del secolo scorso, che hanno consentito di guardare sotto un profilo nuovo un’area che, fin da tempi remoti, ha esercitato un fascino misterioso. Basti pensare al santuario di Diana, luogo di culto di antichissime origini, posto sulle rive del lago e alle enormi navi sommerse che Caligola aveva fatto costruire.

Gli emissari dei laghi Albani. Natura e storia

CATALANO, Romilda
2007-01-01

Abstract

L’attuale situazione idrografica dei Colli Albani è molto diversa da quella anteriore alla costruzione degli antichi emissari, realizzati per drenare alcuni crateri presenti nell’area e regolamentare il livello dei due bacini maggiori, i laghi di Albano e di Nemi. Le numerose testimonianze letterarie, nel riferire di un inspiegabile innalzamento delle acque del lago di Albano, verificatosi nel IV secolo, hanno creato una correlazione tra la creazione di un canale esautoratore e l’esito positivo della fase espansiva dei Romani nell’ Italia centrale, quasi a voler attribuire all’opera un valore simbolico: chi è in grado di ‘governare’ le acque del lago avrà anche la possibilità di governare un più ampio territorio. Cicerone, che è la fonte più antica, inserisce la sua realizzazione nel contesto della guerra contro Veio. Il racconto, con alcune differenze di particolari, viene ripreso da Livio, Dionigi di Alicarnasso, Plutarco. Questo episodio alluvionale trova conferma nelle indagini geologiche degli ultimi anni, secondo cui fino al IV secolo si sono verificati eventi catastrofici con lo straripamento delle acque dal loro bacino. L’emissario del lago di Nemi viene ricordato implicitamente solo da Strabone. Questo silenzio delle fonti induce a ritenere che si tratti di una realizzazione preromana, la cui costruzione può collocarsi tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C. La carenza della tradizione letteraria è, tuttavia, compensata dagli esiti delle ricerche archeologiche sviluppatesi nell’arco del secolo scorso, che hanno consentito di guardare sotto un profilo nuovo un’area che, fin da tempi remoti, ha esercitato un fascino misterioso. Basti pensare al santuario di Diana, luogo di culto di antichissime origini, posto sulle rive del lago e alle enormi navi sommerse che Caligola aveva fatto costruire.
2007
9788875643225
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/1710458
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